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“Wish You Were Here” dei Pink Floyd compie 50 anni: 5 curiosità sull’album

Pubblicato il 12 settembre del 1975, il nono disco della band inglese, contenente il capolavoro “Shine On You Crazy Diamond”, è stato l’unico a raggiungere il primo posto sia in USA che in UK

  • Il12 Settembre 2025
“Wish You Were Here” dei Pink Floyd compie 50 anni: 5 curiosità sull’album

La celebre foto della copertina di "Wish You Were Here" dei Pink Floyd

L’assenza, la perdita dell’innocenza, la critica nei confronti dell’industria musicale e, soprattutto, il declino mentale dell’ex membro della band Syd Barrett costituiscono il cuore tematico dell’album Wish You Were Here dei Pink Floyd, che oggi compie 50 anni. Pubblicato il 12 settembre del 1975, il nono disco in studio della band inglese è composto da soli cinque brani, per un totale di 44 minuti e 19 secondi di musica di straordinaria bellezza.

I membri della band Richard Wright e David Gilmour hanno dichiarato entrambi che Wish You Were Here è il loro album dei Pink Floyd preferito. Eppure il disco non era nato sotto i migliori auspici, anzi. «Fu un periodo molto difficile per noi», ha sottolineato David Gilmour. «Tutti i nostri sogni d’infanzia si erano realizzati e avevamo pubblicato il disco che più aveva venduto al mondo. Le ragazze e i soldi non ci mancavano, e tutto quel genere di cose… fu difficile trovare gli stimoli per andare avanti, fu un periodo di grande confusione».

Invece anche in Wish You Were Here, dopo il trionfo inaspettato di The Dark Side of the Moon, il miracolo si è ripetuto. Fu l’unico disco dei Pink Floyd a raggiungere, negli anni ‘70, il primo posto sia in USA che in UK. Un successo così clamoroso che la EMI non riuscì a stampare un numero di copie sufficienti per soddisfare la domanda.

Per celebrare i 50 anni dell’uscita del leggendario album, vediamo insieme le cinque cose da sapere su Wish You Were Here.

Cinque curiosità su Wish You Were Here dei Pink Floyd

L’iconica copertina

La copertina dell’album era avvolta dal cellophane nero, con un solo adesivo a indicarne il nome. Realizzata dal celebre studio Hipgnosis di Storm Thorgerson, la cover fu ispirata dall’idea che le persone tendono a nascondere i propri reali sentimenti, per paura di rimanere “scottati”. Un’idea concretizzata nell’immagine di due uomini d’affari che si stringono la mano, mentre uno di loro ha prende fuoco.

Per realizzare la copertina fu ingaggiato uno stuntman di professione, Ronnie Rondell, che prese letteralmente fuoco per permettere a Powell di scattare quindici fotografie ai Warner Bros. Studios di Los Angeles. Una nutrita squadra di soccorritori, muniti di estintori, era pronta ad intervenire dopo pochi secondi.

Il retro di copertina mostra un rappresentante di commercio senza volto, denominato “Floyd Salesman”, che, nelle parole di Thorgerson, “vende la propria anima nel deserto” (il deserto di Yuma in California). L’assenza di polsi e caviglie segnala la sua presenza come mero involucro, un vestito vuoto.

La furiosa litigata tra Gilmour e Waters

La band registrò nel 1975 anche i brani Raving and Drooling e You Gotta Be Crazy. Roger Waters non ne era entusiasta, così mise da parte quelle due canzoni e si concentrò sul complesso sviluppo strumentale di Shine on You Crazy Diamond.

Gilmour non la prese bene, convinto della bontà dei brani (che diventeranno Sheep e Dogs nel successivo album Animals). Tra Waters e Gilmour ci fu allora una litigata furiosa. «Eravamo in un momento cruciale», dichiarò Waters, «e arrivammo persino a pensare di doverci sciogliere».

La voce ospite di Roy Harper

In Wish You Were Here troviamo, per la prima volta, una voce esterna rispetto ai componenti della band. Waters, a causa dello stress al quale la sua ugola era stata sottoposta durante l’incisione di Shine On You Crazy Diamond, chiese a Gilmour di cantare Have a Cigar al suo posto.

Il chitarrista si rifiutò, a causa del testo particolarmente polemico del brano, così la scelta ricadde sul collega e amico Roy Harper, che fu felice di cantarla. Harper stava incidendo il suo album in un altro studio di Abbey Road e Gilmour aveva precedentemente partecipato al suo disco con alcune parti di chitarra. In seguito Waters si pentì della decisione, perché una voce estranea al gruppo fece perdere la tipica atmosfera di un album dei Pink Floyd.

La canzone Wish You Were Here

Il testo, costruito da Waters intorno a un riff inventato da Gilmour, è indirizzato a Syd Barrett, ma soprattutto a se stesso. Il bassista sentiva che qualcosa si stava rompendo. Si vedeva come un rockstar distaccata, viziata e insofferente, tanto da allontanare un amico come Barrett dalla band.

La celebre introduzione, chiamata in gergo Radio Sequence, fu registrata avvicinando un microfono alla cassa dello stereo della macchina di Gilmour. Nel cambio di frequenze si riconosce un frammento della Quarta Sinfonia di Tchaikovsky.

Shine On You Crazy Diamond e l’apparizione di Syd Barrett

Shine On You Crazy Diamond è uno straordinario viaggio sonoro di ben 26 minuti, diviso in due parti e nove movimenti. La canzone è incentrata sulla follia di Syd Barrett, l’ex leader del gruppo estromesso per i ben noti problemi di droga, verso il quale tutti i componenti nutrivano un forte senso di colpa.

Al “diamante pazzo” è legato uno degli aneddoti più celebri della storia del rock. Il 5 giugno 1975, durante il missaggio finale di Shine On You Crazy Diamond e poco prima del party voluto da Waters per festeggiare il suo matrimonio con Ginger, negli studi di Abbey Road entrò uno strano individuo. Era sovrappeso, avvolto in un impermeabile da cui spuntava uno spazzolino da denti. Aveva il cranio e le sopracciglia rasate, scarpe bianche e un sacchetto di plastica in mano.

Era proprio Syd Barrett, ormai reso irriconoscibile a causa dei fantasmi della sua mente. Roger Waters e David Gilmour, dopo averlo riconosciuto, scoppiarono a piangere. Barrett rimase al party, ma non disse una parola per tutta la sera.

Ascolta Wish You Were Here dei Pink Floyd

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