Dua Lipa sui bombardamenti israeliani a Rafah: «Bruciare bambini vivi non è ammissibile»
«Il mondo intero si sta mobilitando per fermare il genocidio palestinese da parte di Israele. Per favore, mostrate la vostra solidarietà a Gaza», ha scritto la cantante
In seguito all’intensificarsi delle operazioni militari di Israele nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove negli ultimi giorni sono stati uccisi decine di civili palestinesi rifugiati, Dua Lipa ha chiesto ancora una volta un cessate il fuoco immediato e permanente. Martedì 28 maggio, la popstar ha condiviso sulla sua storia di Instagram un grafico di Artists for Ceasefire con l’hashtag “#AllEyesOnRafah”. E ha scritto: “Bruciare bambini vivi non è ammissibile. Il mondo intero si sta mobilitando per fermare il genocidio palestinese da parte di Israele”, ha aggiunto Dua Lipa. “Per favore, mostrate la vostra solidarietà a Gaza”.
Il post di Dua Lipa arriva sulla scia degli atroci bombardamenti e attacchi aerei di Israele a ovest di Rafah, che hanno ucciso almeno 37 persone tra lunedì e martedì. Molti di questi civili erano già stati sfollati dai loro territori di origine a causa della guerra in corso. Che da ottobre ha ucciso un totale di oltre 36.000 palestinesi. Altri palestinesi sfollati sono stati uccisi domenica. Quando i colpi nella stessa area hanno innescato un incendio mortale che ha bruciato grandi parti di un campo profughi. Cosa che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha poi definito un “tragico incidente”.
La solidarietà di Dua Lipa alla Palestina prima dei bombardamenti a Rafah
Secondo quanto riferito, i leader israeliani hanno sostenuto che la violenza a Rafah è cruciale per garantire la restituzione da parte di Hamas degli ostaggi presi negli attacchi del 7 ottobre. La dichiarazione di Dua Lipa è solo l’ultimo esempio di come la popstar si sia schierata a favore del popolo palestinese nel corso del conflitto. Poche settimane dopo gli attacchi del 7 ottobre, la cantante è stata una delle tante star a firmare una lettera aperta di Artists for Ceasefire che esortava il presidente Joe Biden a chiedere la pace a Gaza.
Tre mesi dopo, nella cover story di Rolling Stone di gennaio, ha parlato apertamente della sua posizione sulla guerra. “La mia esistenza è in un certo senso essa stessa politica. Io ho vissuto a Londra perché i miei genitori sono partiti per la guerra”, ha dichiarato all’epoca alla rivista, riferendosi alle sue origini albanesi. “Mi addolora pensare alle persone che devono lasciare la loro casa, nessuno vorrebbe farlo. Lo si fa per protezione, per salvare la propria famiglia. Per prendersi cura delle persone che li circondano, per questo tipo di cose, per una vita migliore. Per questo mi sento vicina”. “I miei sentimenti nei confronti degli sfollati sono reali”, aveva aggiunto all’epoca.