Marco Mengoni: «A Eurovision 2023 il mio urlo per la pace»
Il cantante in collegamento da Liverpool ha raccontato questi giorni di prove e interviste, a dieci dalla sua prima prova all’Eurovision. Ha parlato di Beatles, Pink Floyd e ha ricordato quanto sia importante anche non perdere tempo
Marco Mengoni si collega da Liverpool, pronto per rappresentare l’Italia all’Eurovision sabato 13 maggio. Prove continue e interviste con i giornalisti di tutto il mondo, ma lui appare piuttosto soddisfatto. È la sua seconda volta, la prima era stata nel 2013. «Prima di tutto sono contento del mio miglioramento in inglese. Adesso mi esprimo con molta più tranquillità e facilità, mi sto proprio divertendo. L’aspettativa per Eurovision è stata pienamente raggiunta. Dieci anni fa mi ero divertito ma avevo più pressione».
La performance di Due vite a Eurovision 2023
La scelta di portare Due vite, il brano vincitore di Sanremo 2023, non era così scontata ma il cantante ha deciso di prediligerla. Come sarà la scenografia sul palco? «Era difficile mettere in scena il rapporto tra conscio e inconscio, ma sono riuscito a rendere l’alternarsi tra vita reale e vita emotiva dei sogni. Sono contento di avere in squadra con me i Black Sculpture, Yoann Borgeois, artista e performer».
Che differenza c’è tra la prima e l’ultima esperienza? «Che io sono più grande. Dieci anni fa ero giovane e inesperto e non mi sono goduto ogni istante. Quest’anno sono partito con gli strumenti appresi in 10 anni di carriera. È più bello essere qui anche se ho trovato più cose da fare. Me la sto vivendo in un modo completamente diverso».
Marco Mengoni, Beatles e Pink Floyd
«Essere qui a Liverpool, nella patria dei Beatles non è da poco. Sono nella casa degli artisti che mi hanno sempre ispirato. Anche se qualcuno non li avesse mai ascoltati, loro hanno influenzato tutta la musica pop mondiale».
Ma non solo Beatles (di cui Mengoni ha presentato Let It Be, nella serata delle cover a Sanremo). Anche i Pink Floyd sono dei riferimenti, forse meno scontati, per il vincitore dell’ultimo festival di Sanremo. Infatti, a un certo punto tira fuori la maglietta con cui dorme la notte, con l’immagine di copertina di Dark Side Of The Moon e il famoso prisma, che infatti è nel titolo del suo album di imminente uscita.
Marco Mengoni e la gara
Qualcuno chiede al cantante (che chiuderà il suo tour al Circo Massimo di Roma) se apprezzi la gara. «Non mi piace come parola, mi mette pressione. L’idea che ci sia una classifica poi, proprio non mi piace. Mi sembra in contrasto anche per Eurovision che dovrebbe unire le persone, soprattutto quest’anno».
Il messaggio più importante per la pace in Ucraina
E si arriva così al tema centrale della pace, soprattutto in Ucraina, perché è la Nazione che ha vinto l’anno scorso e lì si sarebbe dovuto tenere il festival se solo ci fossero state le condizioni. «Certamente mi sarebbe piaciuto essere lì a Kiev. Noi ora abbiamo l’opportunità, attraverso la musica, di urlare ancora di più la richiesta di pace. Sono contrario a qualsiasi tipo di guerra in questo momento».
Marco Mengoni e la carriera europea
Qualcuno gli chiede se ritiene che Eurovision avrà una ricaduta sulla sua notorietà in Europa, anche perché ha annunciato delle date in location molto capienti, anche da 15mila posti, come lo Zenith a Parigi. «Sarà un momento importante. La mia carriera in Europa era però iniziata nel 2013, quando avevo registrato 2 dischi e mezzo in spagnolo. E poi ho tenuto un ultimo tour in Europa nel 2019. Ora terrò delle date in posti molto grandi che non avevo mai affrontato. Sarà interessante vedere chi verrà a vedermi, per esempio lo Zenith mi provoca una certa paura».
L’importanza di non perdere tempo
A Marco Mengoni viene chiesto quale messaggio, oltre a quello della pace, vorrebbe portare su quel palco. «Priorità al messaggio della pace. E poi di non perdere tempo perché ce ne è pochissimo. Ed è meglio non mai perdere tempo».
I messaggi degli altri artisti
Mi ha scritto Laura Pausini per farmi un in bocca al lupo e anche altri mi hanno scritto in privato.