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Sanremo 2023, Colapesce Dimartino: «Vogliamo vivere senza aspettativa ma con la speranza»

Il testo di “Splash” parla di questo peso che tutti – bene o male – dobbiamo sopportare. Ma loro, che ieri sera hanno portato un’ottima esibizione sul palco dell’Ariston, cercano di vivere il presente anche grazie alla meditazione. Li abbiamo incontrati questa mattina nel loro albergo in Riviera

Autore Silvia Danielli
  • Il9 Febbraio 2023
Sanremo 2023, Colapesce Dimartino: «Vogliamo vivere senza aspettativa ma con la speranza»

Colapesce Dimartino, Sanremo 2023 / AGF

Qualcuno potrebbe pensare che all’incontro con Colapesce Dimartino la mattina del the day after la loro prima esibizione sul palco dell’Ariston, loro potrebbero presentarsi quantomeno distrutti dalla stanchezza. Invece, i due appaiono perfettamente in forma. Probabilmente l’adrenalina e la soddisfazione di aver portato a casa un’ottima performance dal vivo di Splash a Sanremo 2023 li ha fatti alzare dal letto con energia.

Ci troviamo in uno degli alberghi più fascinosi di Sanremo, il Miramare (ovviamente con splendida vista sul mare, ça va sans dire).


Ieri sera, sono andati alla grande, dicevamo: sono arrivati secondi nella classifica generale con il voto della Sala Stampa. Da questa sera, chissà. Ovviamente il televoto e la giuria demoscopica possono ribaltare i risultati ma intanto riflettiamo con loro su come sia andata la prima sera. Al festival di Sanremo tornano dopo l’enorme successo di Musica Leggerissima del 2021.

«La cosa che ci ha colpito di più è stata avere una platea di persone davanti. Il modo in cui questa risponde a un’esibizione cambia completamente anche la resa. Nel 2021 la sua totale mancanza ci aveva spiazzato. Noi eravamo abituati a suonare molto dal vivo con il nostro pubblico. Ieri sera è stato davvero molto bello».


La platea dell’Ariston non è esattamente quella dei vostri concerti.

Certo, però ha risposto comunque molto bene. O almeno così abbiamo avvertito.

Mi è sembrato quasi di vedere un ballettino…

Colapesce: No, no. È il nostro modo di interpretarla!

Il vostro brano, lo abbiamo scritto fin dai primi ascolti, affronta con acume un tema iper-contemporaneo come quello delle aspettative. Del sentirsi schiacciati dal loro peso. Voi come siete messi in questo periodo sull’argomento?

Dimartino: Cerchiamo di fare di tutto per non farci sopraffare. Ci sforziamo di vivere di speranze più che di aspettative. Perché quest’ultime sono artificiali e soffocanti. Cerchiamo di vivere il presente, per questo ci dedichiamo alla meditazione.

Colapesce: Se rimani ancorato al presente è più semplice non farti prendere dalle ansie.


È un tema diffusissimo e magari la gente ha paura ad affrontarlo. Anche con Musica Leggerissima affrontavate il disagio più cupo anche se il ritmo sembrava indicare tutt’altro.

Dimartino: Forse Splash è meno immediata di Musica Leggerissima. Ha bisogno di più ascolti.

Colapesce: Guarda che però pare sia piaciuta, ci hanno scritto davvero in tanti, se ci pensi…

Cosa vi hanno scritto? Avevate raccontato che i vostri amici erano rimasti turbati quando gliela avevate fatta sentire nei mesi scorsi.

Dimartino: Pensiamo sia giusto che una canzone, se vuole aspirare a essere considerata d’autore, debba turbare. Se no non ha alcuna funzione. Ieri però molti amici ci hanno scritto che avevano sentito una forte assonanza tra il testo e l’interpretazione. E poi ci ha scritto anche lei…

Chi?

Colapesce: Carla Bruni! Che aspettiamo domani per la serata cover!


Come vi è venuto in mente di coinvolgerla per la serata delle cover per Azzurro?

Dimartino: Pensiamo che la sua tonalità vocale si sposi perfettamente con il brano. Ci piace un’idea per nulla scontata.

Anche scegliere Azzurro, una delle canzoni italiane più famose al mondo, è in fondo un po’ un azzardo.

Colapesce: Per me è invece proprio una canzone fondamentale e meravigliosa. Spesso la gente si sofferma all’effetto gita. Ma è scritta proprio nel modo in cui vorremmo scrivere noi.

Dimartino: E poi Splash e Azzurro in fondo si parlano. Raccontano entrambe di un’estate. Sicuramente non troppo felice. Quindi chiudiamo un cerchio.

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