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Sanremo 2023, tra grandi glorie, un signor monologo e ospitate senza entusiasmi: i top e i flop della seconda serata

Tre colonne della musica italiana come Al Bano, Massimo Ranieri e Gianni Morandi, l’ineccepibile intervento di Francesca Fagnani e la presenza non indimenticabile dei Black Eyed Peas. I momenti migliori e peggiori della seconda serata del Festival

Autore Billboard IT
  • Il9 Febbraio 2023
Sanremo 2023, tra grandi glorie, un signor monologo e ospitate senza entusiasmi: i top e i flop della seconda serata

Black Eyed Peas, Sanremo 2023. Foto di Maria Laura Antonelli / AGF

Dopo una prima serata partita piuttosto alla grande con il presidente Mattarella e Roberto Benigni al Festival di Sanremo, seguiti dal debutto e dal monologo di Chiara Ferragni e il caso Blanco non era facile replicare. E la seconda sera non sembra iniziare con lo stesso tiro. I primi cantanti in gara non ci fanno sobbalzare sulla sedia e devono arrivare Al Bano, Massimo Ranieri e Gianni Morandi per far cantare tutto il pubblico di Sanremo.

I momenti migliori della seconda serata di Sanremo

Al Bano, Massimo Ranieri e Gianni Morandi

Tre colonne della musica italiana (anzi: italianissima) per la prima volta insieme sul palco. E così la platea dell’Ariston, la Sala Stampa, e immaginiamo anche il salotto di casa vostra: tutti a cantare i loro pezzi.


Innanzitutto Perdere l’amore di Massimo Ranieri (vinse il festival nel 1988), che è visibilmente commosso.Uno su mille con Gianni Morandi o Felicità di Al Bano. Ci sembravano tanti 30 minuti di show ma alla fine sono volati. Anche con un compleanno anticipato per gli 80 anni di Al Bano che compirà a maggio.

Il monologo di Francesca Fagnani

Francesca Fagnani ci mostra semplicemente come si fa un monologo con la sicurezza di chi è preparato e sente davvero quello che sta leggendo. In realtà più che un monologo si tratta di stralci di interviste che Francesca la “belva” ha personalmente condotto nel carcere minorile di Nisida. Il tema è probabilmente il più nodale e centrale che ci siano. Quello della necessità delle uguali opportunità per tutti. Quindi che l’offerta (e l’accesso) scolastico siano possibili per tutti. Fagnani lo aveva detto anche in conferenza stampa: «Sono stata fortunata, ho potuto studiare e fare il lavoro che mi piace ma non per tutti è così».


E parla poi della necessità che in carcere vengano portati avanti dei programmi di recupero se no una persona ovviamente è portata a ripetere gli errori. Perfetta. C’è poco da aggiungere.

Le esibizioni migliori

Giorgia

“Parole dette male” ma cantate divinamente. Quando la differenza la fa l’interprete: il brano in sé non è memorabile, la produzione “vintage” è troppo marcata nei suoi riferimenti a certo pop malinconico italiano anni ’90, ma Giorgia ricorda a tutti come si usa la voce, come si regge il palco e come si tiene in pugno l’attenzione del pubblico. Una delle migliori performance in assoluto.

Colapesce e Dimartino

Già dagli ascolti ci avevano più che convinto. Parliamo di Colapesce & Dimartino che portano ancora una volta a Sanremo un brano molto contemporaneo. Vero. Crudo.

Sul peso innegabilmente insostenibile delle aspettative. “Ma io lavoro per non stare con te” cantano in Splash e rimane subito in testa. E proprio come Musica Leggerissima evidenzia in maniera precisa uno stato d’animo di molti. Sembrano anche piuttosto rilassati con mini-ballettino improvvisato e Colapesce particolarmente compreso nella sua interpretazione.  


Lazza

“Ops… I did it again”, per dirla à la Birtney Spears. Lazza non fa in tempo a proferire la prima parola della sua Cenere che già solo dal beat – che porta la firma inconfondibile di Dardust – capiamo che ci troviamo di fronte all’ennesima hit del Re Mida del rap italiano. Il brano è senza dubbio il più contemporaneo (l’influenza di un colosso del pop rap come Drake è tangibile) e il meno sanremese di quelli ascoltati fino ad ora, ma forse proprio per questo è una bella ventata d’aria fresca che ci ricorda che siamo nel 2023. Finalmente.

Rosa Chemical

Per la quota dance di questa sera noi votiamo Rosa Chemical: siamo tutti d’accordo, vero? Made in Italy ha una bella base, un testo di libertà (nonostante sia stato attaccato dalla deputata di Fratelli d’Italia, Maddalena Morgante) e lui è disarmante, altro che super aggressivo. I tempi dei video di Polka 1,2,3 sembrano ormai un lontano ricordo.

Paola & Chiara

Ops, scusate, abbiamo sbagliato! Ci sono anche Paola & Chiara in questa quota! Molto brillantinate e iper-luccicanti, nonostante la tarda ora fanno davvero ballare su un ritmo anni 2000 ma rivisto un po’ ai giorni nostri. Le esibizioni dei cantanti della seconda serata finiscono qui, con il Furore di Paola & Chiara.

I momenti peggiori della serata

Il medley dei Black Eyed Peas

I Black Eyed Peas arrivano sul palco come prima quota internazionale di questa edizione del Festival di Sanremo, dunque circondati da una certa aspettativa. Tuttavia, la domanda che ci accompagna dal primo all’ultimo secondo dell’esibizione è solo una: ne sentivamo davvero il bisogno? La risposta è decisamente no. Diciamocelo: più che al Festival ci sembra di assistere ad una puntata non troppo riuscita di Tali e quali. I quattro riescono nell’ardua impresa di rendere loffio un repertorio storico che tutti noi abbiamo urlato a squarciagola almeno una volta nella vita.


Francesco Renga e Nek

A parte il premio simpatia a Piero Pelù per l’ennesimo scippo di una borsetta, il Suzuki Stage di Piazza Colombo stenta a regalarci momenti musicali degni di nota. Tanto per confermare l’andazzo, i “veterani” Francesco Renga e Nek e hanno duettato sulle rispettive La Tua Bellezza e Fatti Avanti Amore. L’incastro delle due voci non è sempre perfetto, le interazioni col pubblico in piazza sono goffe. Speriamo che la loro data-evento all’Arena di Verona il 5 settembre non si attesti allo stesso livello.

Fedez

A Fedez è (ri)partita la nave col rap (tanto da semi-citare un pezzo storico di Neffa) e, seduto davanti alle note del telefono, si è chiesto quali cliché potesse sciorinare che non fossero già stati detti dalla sua consorte la sera prima. Il risultato è un freestyle con poche punchline e tanti luoghi comuni, come l’immancabile dissing al Codacons, il suo acerrimo nemico. Si salva in corner per l’autoironia, ma non passa comunque le selezioni per rientrare nei momenti migliori della seconda serata.

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