L’industria discografica attacca Vimeo: «Ha reso disponibile musica senza licenza»
La piattaforma di video sharing Vimeo è finita nel mirino dell’industria discografica per l’hosting di materiale musicale in violazione
Nelle ultime ore si è concretizzata un’azione legale coordinata tra l’IFPI, FIMI e FPM (Federazione Contro la Pirateria Musicale e Multimediale) contro la piattaforma di condivisione di contenuti online Vimeo, lanciata nel 2004. Il motivo? L’omissione da parte del sito di video sharing di impedire la visualizzazione di musica senza licenza. Frances Moore, CEO di IFPI ha espresso così la posizione dei discografici:
«Vimeo non ha rispettato il suo obbligo, in qualità di servizio di condivisione di contenuti online, di adottare misure efficaci per impedire che musica senza licenza sia resa disponibile sul suo sito», spiega Moore.
«Quantità significative di musica senza licenza vengono caricate e ricaricate sul suo servizio: ecco perché l’industria discografica ha preso provvedimenti contro Vimeo in Italia. Le etichette discografiche investono molto nella scoperta, nella crescita e nella promozione degli artisti. La messa a disposizione di registrazioni audio senza licenza danneggia la loro capacità di garantire un ritorno sull’investimento, che è fondamentale per la loro capacità di investire in nuovi artisti».
Nel corso degli anni, la piattaforma è cresciuta in modo vertiginoso. Come riporta Forbes Italia, a novembre 2020 Vimeo ha raccolto 150 milioni di dollari. La valutazione di Thrive Capital e GIC, il fondo sovrano di Singapore, si aggirava sui 2,8 miliardi di dollari.
Due mesi dopo, ha ottenuto 300 milioni in più da T. Rowe Price e Oberndorf Enterprises, con sede a San Francisco, arrivando a una valutazione di quasi 6 miliardi di dollari.