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Anche i Living Colour criticano le parole di Jann Wenner, fondatore di Rolling Stone

La band di “Cult of Personality” ha definito “The Masters” sessista e figlio di “una cultura che tende ad escludere”. Le scuse di Wenner, sostiene il gruppo, non fanno che rafforzare la sua ristretta visione del mondo

Autore Billboard US
  • Il19 Settembre 2023
Anche i Living Colour criticano le parole di Jann Wenner, fondatore di Rolling Stone

Living Colour, foto di Travis Shinn

I Living Colour entrano prepotentemente nella polemica che da alcuni giorni sta riguardando Jann Wenner, il fondatore della rivista Rolling Stone finito nel ciclone dopo un’intervista rilasciata al New York Times in merito al suo ultimo libro The Masters. Nel difendersi dalle accuse – nella sua raccolta ci sono solo interviste a uomini bianchi – Wenner ha peggiorato la situazione. Tanto che è stato rimosso dalla Rock & Roll Hall of Fame.

Il gruppo funk metal Living Colour ha dichiarato che il fatto che Wenner abbia intitolato il suo libro “The Masters” – in italiano “I maestri” – senza includere una sola donna o artista di colore è assurdo.

«L’idea stessa di un libro con questo titolo che omette i contributi delle persone di colore e delle donne è indice di un problema molto più grande e sistemico» ha scritto la band.

«La sua dichiarazione, secondo la quale gli artisti afroamericani e femminili non sono abbastanza “articolati” per esprimersi sul proprio lavoro, è priva di senso» continua il comunicato.

L’intervista di Jann Wenner che ha infastidito i Living Colour

Nell’intervista al New York Times, Jann Wenner ha parlato del libro che raccoglie le interviste che ha fatto negli anni per la rivista, tra cui Bono degli U2, Bob Dylan, Jerry Garcia, Mick Jagger e John Lennon. Nel libro non sono incluse donne o persone di colore. Jan Wenner fa notare nell’introduzione che nessuna delle due categorie è stata scelta perché non rientrava nel suo “zeitgeist”.

«La selezione è stata un po’ intuitiva nel corso degli anni. Si trattava solo del mio interesse personale e del mio amore per loro. Per quanto riguarda le donne, nessuna di loro era abbastanza articolata a livello intellettuale» ha dichiarato Jann Wenner a David Marchese del Times, provocando l’irritazione dei Living Colour.

Wenner ha poi cercato di chiarire il suo punto di vista dicendo: «Non è che non siano geni creativi. Non è che siano inarticolati, anche se, per favore, provate a fare una conversazione profonda con Grace Slick o Janis Joplin. Per favore, accomodatevi. Sai, Joni [Mitchell] non era una filosofa del rock ‘n’ roll. Secondo me, non soddisfaceva questo test».

Le scuse dopo la rimozione dalla RRHOF

Qualche ora dopo essere stato rimosso dall RRHOF, Jann Wenner ha pubblicato delle dichiarazioni di scusa.

«Nella mia intervista al NYT ho fatto commenti che sminuivano il contributo, il genio e l’impatto degli artisti di colore e delle donne. Mi scuso con tutto il cuore per questi commenti» ha dichiarato al The Hollywood Reporter.

Scuse che non sono state accettate dai membri dei Living Colour. Il comunicato della band afferma che le scuse non hanno attenuato i commenti originali di Wenner. «Sentire che crede che Stevie Wonder non sia abbastanza articolato per esprimere i suoi pensieri su qualsiasi argomento è francamente offensivo – si legge – Sentire che Janis Joplin, Joni Mitchell, Tina Turner, o una qualsiasi delle tante artiste donne che sceglie di non menzionare, non sono degne dello status di Maestro, sa di un comportamento sessista».

Il presidente e amministratore delegato di Rolling Stone US Gus Wenner – figlio di Jann – ha preso le distanze da suo padre. «Le recenti dichiarazioni di Jann Wenner al New York Times non rappresentano il valore e le pratiche dell’attuale Rolling Stone. Il nostro scopo, soprattutto dopo la sua partenza, è stato quello di raccontare storie che riflettono la diversità di voci ed esperienze che danno forma al nostro mondo. Al centro di Rolling Stone c’è la consapevolezza che la musica soprattutto può unirci, non dividerci» si legge nel tweet.

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