Mace pubblicherà la versione strumentale di “MAYA”
Il progetto uscirà questo venerdì
Per godere a pieno del grande lavoro musicale che c’è stato dietro MAYA, il suo terzo album uscito ad aprile che ci aveva raccontato qui, Mace questo venerdì ne pubblicherà la versione strumentale.
Tra gli artisti che hanno rivoluzionato il concept di producer album in Italia, con produzioni che nascono da una profonda ricerca ed esplorazione artistica, miscelando elementi e sonorità provenienti da mondi e immaginari lontani, Mace ha lavorato alle strumentali di MAYA attraverso un processo creativo che privilegiasse un lavoro collettivo, radunando 15 tra i migliori strumentisti italiani all’interno di un casolare in Toscana. Gran parte del tappeto sonoro del disco nasce dunque da questa residenza artistica, dall’incontro di idee, intuizioni e suggestioni.
Tantissimi – e perfettamente coesi – anche gli ospiti. Joan Thiele, Gemitaiz, Chiello, Coez, Izi, centomilacarie, Kid Yugi, Franco126, Marco Castello, Ele A, Frah Quintale, Venerus, Altea, Tony Boy, Guè, Noyz Narcos, Marco Mengoni, Rkomi, Bresh, Iako, Salmo, Fabri Fibra, Fulminacci, Vins, Ernia, Digital Astro, Cosmo e Rareș.
Mace – che il 18 ottobre si esibirà per la prima volta all’Unipol Forum di Milano – ha poi processato tutto il materiale raccolto in un secondo momento, arricchendolo di squarci sonori, forti contrasti e frammenti di psichedelia – tra i tratti più identitari della sua cifra stilistica – per immergere l’ascoltatore in un territorio straniante e irreale.
Il significato di “MAYA” di Mace
MAYA, traducibile con “inganno”, è un termine che nasce dalla filosofia induista per esprimere la grande illusione che avvolge ciò che definiamo comunemente come “reale”, un velo che nasconde la vera Natura delle cose e di noi stessi. Seguire questa visione significa esercitarsi a vedere l’universo come un unico organismo, interconnesso e immateriale, esplorare il mondo dell’inconscio, dell’invisibile, del segreto, scostare leggermente il velo della fisicità in modo da poter liberare lo sguardo sulle cose.
Impalpabile, (quasi) immateriale, la musica ha il potere di condurre altrove, di trasportare chi ne fruisce in dimensioni che evadono dalla realtà che percepiamo come oggettiva, schiudendone la porta. Il nuovo album di MACE nasce, anche, da questa visione, dal desiderio del produttore di accompagnare l’ascoltatore in dimensioni immateriali, di percorrere un vero e proprio viaggio attraverso le atmosfere psichedeliche delle produzioni.