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TikTok fa causa al governo degli USA: «L’obbligo di vendita o il ban è incostituzionale»

Il gigante dei social media e il suo proprietario cinese affermano che la legislazione recentemente promulgata è una violazione “senza precedenti” della libertà di parola

Autore Billboard US
  • Il8 Maggio 2024
TikTok fa causa al governo degli USA: «L’obbligo di vendita o il ban è incostituzionale»

Illustration by Rafael Henrique/SOPA Images/LightRocket via Getty Images

TikTok e la società madre ByteDance hanno presentato un’azione legale federale per rovesciare la legislazione recentemente approvata negli Stati Uniti. La legge impone alla società cinese di vendere la piattaforma, pena un divieto nazionale, sostenendo che violi il Primo Emendamento.

In una denuncia depositata martedì presso la corte federale di Washington, TikTok e ByteDance hanno definito la legge degli Stati Uniti un’azione “senza precedenti” e incostituzionale. Volta a “colpire” un’azienda e a “mettere a tacere” più di 170 milioni di milioni di americani che usano TikTok.

“Per la prima volta nella storia, il Congresso ha promulgato una legge che sottopone un’unica piattaforma di comunicazione a un divieto permanente su scala nazionale”. Hanno scritto gli avvocati delle due società. “Ci sono buone ragioni per cui Congresso non ha mai emanato una legge del genere”. L’azione legale è arrivata appena una settimana dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato la legge sulla Protecting Americans From Foreign Adversary Controlled Applications che impone a ByteDance di cedere la proprietà di TikTok entro il 19 gennaio o di andare incontro a un divieto nazionale.

TikTok: «Le preoccupazioni degli Stati Uniti non sono sufficienti per violare il Primo Emendamento»

I sostenitori hanno affermato che TikTok rappresenti una minaccia per la sicurezza nazionale a causa dei suoi collegamenti con il governo cinese e l’accesso a milioni di americani. Nel reclamo di martedì, TikTok ha sostenuto che tali preoccupazioni degli Stati Uniti per la sicurezza nazionale non sono sufficienti per annullare la protezione del Primo Emendamento per la libertà di parola. I legali dell’azienda hanno affermato che i legislatori non sono riusciti ad “articolare alcuna minaccia derivante da TikTok”. E hanno citato solo “preoccupazioni speculative”. Il che significa che stavano facendo una “affermazione straordinaria e incostituzionale senza un chiaro motivo”.

“Se il Congresso può fare questo, può anche aggirare il Primo Emendamento invocando la sicurezza nazionale. E ordinando all’editore di qualsiasi giornale o sito web di vendere per evitare di essere chiuso”, hanno scritto i legali di TikTok.

L’accordo con Universal Music Group

La nuova causa contro il governo degli Stati Uniti è arrivata solo pochi giorni dopo che TikTok ha raggiunto un con Universal Music Group per porre fine a uno stallo che durava da mesi per i diritti sul catalogo della major. Nella nuova denuncia, TikTok sostiene di aver già speso miliardi di dollari per affrontare i potenziali rischi per la sicurezza citati dai legislatori. Nonché di aver raggiunto accordi volontari con agenzie esecutive come il Comitato per gli Investimenti Stranieri negli Stati Uniti per salvaguardare i dati degli utenti e l’integrità contro l’influenza di governi stranieri.

“Il Congresso degli Stati Uniti ha gettato via questo accordo su misura”, hanno scritto i legali di TikTok. “Il Congresso deve rispettare i dettami della Costituzione anche quando sostiene di star proteggendo dai rischi per la sicurezza nazionale”.

TikTok ha già avuto successo in tribunale contro i tentativi degli Stati Uniti di vietare l’applicazione. Citando il Primo Emendamento, nel 2020 un giudice federale ha impedito all’ex presidente Donald J. Trump di mettere in atto un ordine esecutivo che vietava a TikTok di comparire negli app store. L’anno scorso, un giudice federale del Montana ha annullato una legge dello Stato che vietava l’applicazione. Stabilendo che la legge non solo violava la libertà di parola. Ma invadeva anche l’autorità federale di regolare le relazioni con l’estero.

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