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Houston abbiamo un problema: la difficoltà del country di accettare Beyoncé (e non solo)

Quello che è successo con i Country Music Awards è la punta dell’iceberg di un atteggiamento che non sta cambiando nei piani alti di Nashville

Autore Tommaso Toma
  • Il10 Settembre 2024
Houston abbiamo un problema: la difficoltà del country di accettare Beyoncé (e non solo)

Cowboy Carter di Beyoncé è diventato il primo disco di una donna di colore a raggiungere il primo posto nella classifica dei migliori album country di Billboard. Il singolo Texas Hold ‘Em è stato anche il primo di una donna nera a conquistare il primo posto nella classifica delle canzoni country di Billboard, nonché nella classifica Hot 100 di tutti i generi. Nonostante questo, le 7.300 persone che fanno parte della Country Music Association dopo tre turni di votazione hanno messo in cima alle loro preferenze Morgan Wallen, con ben sette nomination.

L’ondata country

Non c’è stata solo Beyoncé, perché quest’anno abbiamo assistito a un’invasione del genere country nelle scelte musicali di artisti che non provengono esattamente da quel mondo. Per esempio Post Malone, Sabrina Carpenter, Jelly Roll (molto seguito negli USA, è un rapper del Tennessee che ha cominciato a innamorarsi del sound della pedal steel guitar).

Sopra tutti, dopo il grande successo di Beyoncé, c’è Shaboozey, che ha letteralmente spaccato con la sua A Bar Song (Tipsy). Parliamo di un cantante afroamericano che professa come suoi idoli The War on Drugs e Colter Wall. Il trend sonoro “country style” non finirà certamente qui. Pare che il prossimo album di Lana Del Rey sarà orientato verso queste sonorità, mentre Dua Lipa ha ammesso di aver scoperto questo genere.

Il risvolto sociale del country

Tutto molto interessante, ma come mai ai piani alti della Country Music Association non hanno ancora del tutto assimilato la lezione che anche degli artisti fuori dagli stilemi classici dell’artista ideale di country music possono essere premiati?

Le motivazioni arrivano da lontano. Senza necessariamente imputare tutta la colpa a delle ancor presenti scorie di una mentalità WASP, assistiamo a una reticenza fortissima nei confronti degli artisti afroamericani o gay e alla censura di atteggiamenti “poco edificanti”.

Lustri fa, tutto questo provocò un effetto boomerang nella società nordamericana. Nadine Hubbs, nel suo saggio del 2014 Rednecks, Queer e Country Music, affermava che il classismo aveva portato al rigetto della country music come una sorta di “provincia di hillbilly (termine denigratorio per definire chi vive nelle zone rurali, ndt) non sofisticati”.

Hubbs scriveva: “Anche solo alcune note di banjo o violino possono bastare per veicolare una sorta di valori per loro edificanti come la rusticità ma anche la stupidità o la mancanza di raffinatezza e il bigottismo violento, in particolare il razzismo e l’omofobia”.

Quando le classi medie e d’élite usano il ritornello anything but country per descrivere i loro interessi musicali, segnalano non solo il loro gusto personale ma anche un background economico e le proprie affinità politiche. Classificare la musica country come un’antitesi alla raffinatezza fa aumentare la convinzione che non possa essere apprezzata da chiunque non abbia la pelle bianca e il colletto blu.

Beyoncé e il country

Eppure oggi con lo sdoganamento della musica country nella scena pop e anche hip hop (ricordate il caso di Lil Nas X?) la Country Music Association non sembra approfittarne per dare segnali incoraggianti di apertura.

Di recente abbiamo assistito a una mancata promozione nelle stazioni radio country di brani di artisti come Shaboozey e Beyoncé. A febbraio una stazione radio di musica country negli Stati Uniti ha fatto notizia dopo aver inizialmente rifiutato di trasmettere la richiesta di Beyoncé di un ascoltatore, ma ha aggiunto i suoi brani alla rotazione dopo un’enorme reazione online.

La cosa ridicola poi è che tutto questo è successo nonostante la stessa Beyoncé abbia negato che Cowboy Carter sia un album country: “Questo è un album di Beyoncé”, ha sentenziato sui social, ma sappiamo tutti benissimo che questa ultima sua fatica sia a tutti gli effetti una rivendicazione e un omaggio a un’eredità trascurata degli afroamericani nella musica e nella cultura country.

I precedenti

Questi sono solo segnali del presente. Andando indietro nel tempo, ricordiamo il caso ridicolo di censura delle immagini più spregiudicate di Luke Bryan con i pantaloni stretti che canta Knockin’ Boots (nello slang datato anni ’80 è una metafora sessuale, ndr).

Nel 2013 una radio country censurò Kacey Musgraves per aver alluso al baciare ragazze in Follow Your Arrow. La canzone non oltrepassò la posizione numero 43 nella classifica Country Airplay di Billboard, nonostante sia stata nominata canzone dell’anno ai Country Music Association Awards2014.

Poi dobbiamoparlare di quello che ha subito un artista apertamente gay come Orville Peck, che si è costruito una carriera nel mainstream ma ignorato dalla comunità che conta nella scena country. Peck parla dell’essere gay attraverso un sound spesso molto country non per stimolare una rivoluzione ma per trovare un ruolo per persone come lui in un genere che storicamente non è stato inclusivo. Parlando con lui si scopre che musicalmente è un tradizionalista: ha nel cuore Dolly Parton e Merle Haggard.

Sarebbe augurabile che dalle parti di Nashville si cominci a subire un party switch, una nuova modalità di intrattenimento. E che anche la CMA inizi a battere il piedino per brani come Old Town Road o A Bar Song (Tipsy), oltre a far volare i cappelli da cowboy per 9 to 5.

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