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Courtney Love compie 60 anni: dieci canzoni d’amore e odio scritte su di lei

Controversa, amata, odiata: la cantante spegne oggi 60 candeline e vogliamo celebrarla così

Autore Billboard IT
  • Il9 Luglio 2024
Courtney Love compie 60 anni: dieci canzoni d’amore e odio scritte su di lei

Courtney Love live a Firenze per il Rockin'1000 with LOVE

Courtney Love è sempre stata una senza peli sulla lingua. Quest’anno è tornata a far parlare di sé soprattutto per alcune dichiarazioni rilasciate nel suo programma radiofonico “Coutney Love’s Women”, dove in sintesi ha detto che: Taylor Swift non è un’artista interessante”. Lana Del Rey “dovrebbe prendersi una pausa di sette anni”. E Madonna non le piace (cosa tra l’altro risaputa, nonché ricambiata dalla signora Ciccone).  

Anche nel 2024, e con un disco solista in uscita, Courtney Love sembra, dunque, intenzionata a farsi odiare come ai bei vecchi tempi e, anzi, a rivendicarlo con orgoglio. “Ho sempre voluto essere considerata una stronza. Non mi è mai interessato piacere alla gente”.

In effetti la figura di Courtney Love è sempre stata molto controversa all’interno del panorama dell’alternative rock americano. Nonostante abbia sfornato, insieme alle Hole, tre album di assoluto livello, il suo talento non è mai stato pienamente riconosciuto. Al contrario è stato spesso messo in discussione e avvolto in una sorta di nube tossica di sospetto e diffidenza. Svariate volte, nel corso degli anni, sono stati sollevati dubbi su chi fosse nascosto dietro allo spessore melodico e lirico dei suoi brani migliori. All’inizio si diceva che fosse tutto merito di Kurt Cobain, poi tutto merito di Billy Corgan, ma quasi mai merito suo.

Nessuno nega che si tratti di una personalità “difficile”, nemmeno lei. E di sicuro è una che c’ha messo del suo per rendersi invisa agli occhi della gente, con dichiarazioni poco felici o atteggiamenti fuori luogo. Ma il trattamento riservatole dai media e da una buona fetta di pubblico è stato spesso sproporzionato rispetto alle “colpe”.

Di volta in volta l’opinione pubblica l’ha etichettata come una povera pazza drogata. Un’arrampicatrice sociale priva di talento o una mangiatrice di uomini, oltreché una madre degenere. Senza contare le teorie complottiste che ancora oggi, a 30 anni di distanza dal suicidio di Kurt Cobain, la vedono come possibile mandante dell’uccisione di suo marito. Insomma, Courtney Love è stata una sorta di Yoko Ono del Grunge. Una di quelle figure che “o si odia o si ama”, ma nella stragrande maggioranza dei casi si odia.

La peculiarità di Courtney Love è stata quella di essere riuscita a farsi odiare anche da molti colleghi e colleghe del suo stesso ambiente. A testimonianza di ciò esiste un intero micro-genere di canzoni dedicate – o presumibilmente “ispirate” – alla figura di Courtney Love, che ne parlano in termini non propriamente lusinghieri. Salvo alcune rarissime eccezioni. Per festeggiare il suo 60° compleanno ne abbiamo raccolte una decina in modo da comporre un’ipotetica compilation dal titolo Songs Of Love and Hate, in omaggio all’omonimo canzoniere d’amore e odio di Leonard Cohen.

Songs Of Love and Hate: 10 canzoni dedicate a Courtney

BRUISE VIOLET – BABES IN TOYLAND

La prima canzone d’odio nei confronti di Courtney Love l’ha scritta la cantante delle Babes in Toyland, Kat Bjelland. Nell’89 lei e Courtney erano state amiche e compagne nelle Pagan Babies. Poi, stando alle dichiarazioni di Mrs. Love, hanno continuato a suonare insieme nel nucleo iniziale della nuova band di Bjelland, finché Courtney non è stata cacciata malamente. Il gruppo, però, ha sempre negato questa versione dei fatti.

In ogni caso, nel corso degli anni il principale motivo di litigio tra le due ha riguardato la questione del look “kinder whore”, reso celebre da Courtney Love. Ma rivendicato da Bjelland come una sua idea, rubata dall’amica. Per questo nel video di Bruise Violet vediamo Kat Bjelland sfoggiare quel tipico look da “Marilyn Monroe sfasciata”, mentre viene (in)seguita come un’ombra da una sorta di sosia, agghindata alla stessa maniera.

Nel video non c’è dubbio su chi sia l’originale e chi la copia che a sua volta ha generato altre copie. Anche il testo, per quanto astratto, contiene alcuni lampi inequivocabili. C’è “questa cosa che mi segue dappertutto che viene ripetuto più volte da Bjelland, riferendosi a questa sorta di suo “clone” rappresentato da Courtney. E ci sono poi svariati riferimenti accusatori al suo essere una falsa arrivista. Da quelli più raffinati – “Vedi le stelle attraverso occhi illuminati dalle bugie / Hai le tue storie tutte attorcigliate alle mie” – a quelli più diretti – “Liar, Liar, Liar (bugiarda, bugiarda, bugiarda)”. Fino al vero e proprio lancio di insulti e maledizioni: “Tu, brutta stronza, beh, spero che le tue interiora marciscano!”.

I’LL STICK AROUND – FOO FIGHTERS

Un altro che non la prese proprio benissimo fu Dave Grohl (leader dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana). Dopo la morte di Cobain, per anni lui e Courtney si sono odiati a distanza, insultandosi a vicenda e scontrandosi in tribunale per i diritti sui brani inediti dei Nirvana. Anche se la questione non era ancora venuta fuori nel ‘95, il brano I’ll Stick Around dei Foo Fighters parlava piuttosto chiaro. I don’t owe you anything / Non ti devo niente, urla a ripetizione Grohl nel ritornello. Quasi imitando lo stile vocale dell’amico scomparso, al punto che ci fu anche chi fraintese, ipotizzando che quella frase fosse diretta a Cobain.

Ma Grohl si affrettò subito a precisare quanto quell’interpretazione fosse errata e anzi lo ferisse nel profondo – senza però aggiungere ulteriori dettagli. Per anni si è speculato sul fatto che il brano parlasse di Courtney Love. Anche perché nel frattempo Grohl non aveva certo nascosto l’avversione nei suoi confronti, definendola “una brutta stronza del cazzo”. E arrivando a presentare una mozione in tribunale per costringerla a sottoporsi a una perizia psichiatrica. Ma il mistero continuava ad aleggiare sul brano.

Interpellato in proposito dal regista del video Gerald Casale (Devo), Grohl rispose con un laconico: “le mie labbra sono sigillate”. Soltanto nel 2009 in occasione dell’uscita della sua biografia – This Is a Call: The Life and Times of Dave Grohl – Grohl ha finalmente ceduto e “confessato” al biografo Paul Brannigan: “Non credo sia un segreto che I’ll Stick Around parli di Courtney. L’ho negato per 15 anni, ma finalmente lo dico. Basta leggere le fottute parole!”.

A queste bisogna aggiungere pure quelle di Gerald Casale, il quale ha dichiarato che la “palla minacciosa” che aleggia intorno alla band nel video di I’ll Stick Around in realtà rappresentava Courtney Love. Nell’idea originale avrebbe dovuto esserci una grossa ragazza gonfiabile carbonizzata raffigurante Courtney, ma l’ipotesi fu bocciata dal management di Grohl. Alla fine si optò per quella palla gigante che attacca la band e che altro non è che la rappresentazione di C.L. sotto forma di Virus gigante dell’HIV.

STARFUCKERS INC. – NINE INCH NAILS

Anche un altro leader di un’altra band fondamentale degli anni ’90 ha avuto per anni il dente avvelenato con Courtney Love. Si tratta di Trent Reznor dei Nine Inch Nails, con il quale C.L. aveva avuto una fugace avventura. A questo proposito l’ex vedova Cobain aveva dichiarato: Non chiamare la tua band “chiodi da nove pollici” se poi ne hai uno da tre. Schernendo le scarse dimensioni dei suoi genitali. La canzone che Reznor le ha dedicato in risposta – o almeno così si presume – ci va giù altrettanto pesante: il titolo Starfuckers inc. allude in maniera fin troppo esplicita al fatto che Courtney Love fosse una mangiatrice di uomini. O anzi, letteralmente, una “scopa-celebrità”, vista la sua lunga lista di flirt con persone dello star-system.

Il brano, inoltre, contiene una citazione distorta di un’altra canzone – You’re So Vain di Carly Simon – che era a sua volta un’accusa nei confronti di un amante fedifrago, troppo preso da sé per curarsi degli altri:

You’re so vain (you’re so vain)
I’ll bet you think this song is about you
Don’t you? Don’t you?

Ma la prova più evidente del fatto che la canzone sia indirizzata a Courtney Love è data ancora una volta dal video del brano, in cui a un certo punto appare una chiara e grossolana caricatura volgare di Courtney Love, in versione kinderwhore, che viene presa a letteralmente a pallinate da Renzor e fatta precipitare in un grosso contenitore di rifiuti liquidi.

PROFESSIONAL WIDOW – TORI AMOS

A supporto del brano dei NIN non si può non citare quello di Tori Amos che vi ha dato origine. La sua Professional Widow, di tre anni prima, infatti, è la canzone da cui Reznor ha “preso in prestito” il titolo, estraendolo dall’incipit del ritornello (“Starfucker just like my daddy”). In sostanza, la canzone di Amos esprimeva lo stesso concetto, ribadito poi dal brano dei Nine Inch Nails, ma lo faceva in maniera forse persino più tagliente, perché al suo interno Courtney Love passa da una semplice “scopa-celebrità” narcisista a una “vedova di professione”. Aggiungendo al puro piacere di andare a letto con le star, il dolo di farlo col solo obiettivo di restare vedova e intascarsi il denaro del futuro defunto marito.

Il collegamento con la triste vicenda di Kurt & Courtney sarebbe presente soprattutto in un passaggio del testo che simula un loro incontro amoroso in modo morboso e macabro- “Tesoro, avvicinati alle mie labbra, sì – Non farti saltare le cervella ancora”. Ma anche nel finale del brano, in cui si fa esplicito riferimento ai piaceri dell’eroina e alle sue varietà (“China White” e “Brown”). Sia chiaro: Amos non ha mai detto esplicitamente che questa canzone è ispirata a C.L., ma ci sono buone ragioni per pensarlo. Il motivo principale – o forse dovremmo dire il movente – è che Tori Amos aveva un “legame particolare” con Reznor. Andato distrutto proprio per via dell’interferenza di Courtney Love.

HOLLABACK GIRL – GWEN STEFANI

Un’altra artista femminile che ha sentito il bisogno di rispondere alle offese ricevute da Courtney Love con una canzone è l’ex cantante dei No Doubt, Gwen Stefani. Nello specifico ci fu un’intervista rilasciata a Seventeen Magazine nel 2004 in cui Courtney Love diceva: «Essere famosi è come stare al liceo, ma a me non interessa essere la cheerleader. Non voglio essere Gwen Stefani. Lei è la cheerleader e io sono quella che se ne sta nascosta a fumare».

Nel 2005 Gwen Stefani rispose a Courtney con una dichiarazione (di guerra) rilasciata all’NME. “Sai, qualcuno una volta mi ha definito una cheerleader, in senso negativo. E io non sono mai stata una cheerleader. Allora mi son detta “ok, fottiti! vuoi che sia una cheerleader? Va bene, lo diventerò allora, e dominerò il mondo. Stai a guardare”.

In quello stesso anno Gwen Stefani fece uscire il singolo spacca-classifiche Hollaback Girl, in cui a un certo punto dice “I heard that you were talking shit / And you didn’t think that I would hear it” (ho sentito che “spalavi merda” (su di me) / e non pensavi che l’avrei sentito). Richiamando esplicitamente la vicenda.

Sia nel testo che nel video del brano Gwen Stefani si mette effettivamente nei panni di una cheerleader. In genere nel mondo del cheerleading c’è un capitano che “lancia un canto” e il resto della squadra che lo urla più forte – “holler” significa “grido”. Quindi, in sostanza, dicendo “I ain’t no Hollaback Girl” Gwen Stefani si sta ergendo a un livello superiore rispetto alla sua “rivale”. Affermando che lei non è “una che grida in risposta”. Lei è quella che canta, cioè quella che comanda e – visto e considerato l’enorme successo ottenuto dal brano – in questo caso anche quella che domina il mondo.

SWALLOWED – BUSH

Nel 2010 Courtney Love ha rivelato di aver avuto una relazione segreta con Gavin Rossdale dei Bush mentre era questi fidanzato con Gwen Stefani. I due si sarebbero frequentati per otto mesi a metà degli anni 90. Da qui nascono tutte le supposizioni (ad oggi rimaste tali) sul fatto che Swallowed, indubbiamente uno dei brani di maggiore successo dei Bush, fosse in realtà dedicato a Courtney Love.

Rossdale non ha mai confermato, ma parlando del suo verso preferito della canzone ha detto: “C’era una ragazza che avevo all’epoca e il verso heavy about everything but my love’ (‘pesante su tutto tranne che sul mio amore’ ) è quella cosa per cui hai una ragazza che parla con tutti gli altri di varie cose. Ma tu pensi soltanto ‘dove sono?’”

Il fatto che il cognome di Courtney – “Love” – si presti a facili interpretazioni metaforiche ha contribuito ad alimentare la leggenda che fosse proprio lei quella ragazza. Leggenda che la stessa Love, in realtà, ha cavalcato dichiarando in un’altra intervista che effettivamente esiste una canzone dei Bush su di lei. Non avendo menzionato quale, però, il dibattito rimane più che aperto.

WHERE THE BOYS FEAR THE TREAD – SMASHING PUMPKINS

La stessa cosa vale per Where Boys Fear To Tread degli Smashing Pumpkins. Courtney Love ha più volte dichiarato che ci sono molte canzoni dei Pumpkins su di lei per via della sua passata relazione con Billy Corgan. Una volta, forse colta da un momento di eccessivo delirio ego-riferito, ha persino detto che la maggior parte di Siamese Dream parla di lei. Corgan ha smentito, ma è cosa nota che tra i due ci sia stata una liason burrascosa. Quindi è difficile stabilire il confine tra il vero e il falso.

Nel corso della medesima intervista, rilasciata a BBC Radio 6 Music, Courtney Love ha raccontato che Where Boys Fear To Tread – tratta da Mellon Collieparla di lei e Trent Reznor. E di come Corgan avesse dato di matto quando scoprì la loro relazione. Il testo sembra trattare effettivamente un amore perduto –  For a love lost, a faded picture – ma rimane comunque piuttosto ambiguo. Potrebbe essere riferito a chiunque, sebbene alcune descrizioni come “King of the horseflies” e “dark prince of death” calzino a pennello per descrivere il cantante dei NIN. Solo Corgan sa, ma non avendo commentato la cosa, anche qui il dibattito è aperto.

COURTNEY – NERF HERDER

Non ci sono dubbi, invece, sul fatto che la Courtney dell’omonima canzone punkettona dei Nerf Herder sia effettivamente lei, poiché nel testo viene citata esplicitamente per nome e cognome: “Courtney Love don’t throw it all away / Courtney Love don’t you go changin’ (Courtney Love non gettare via tutto/ Courtney Love non cambiare)”.

Si tratta probabilmente di una delle pochissime canzoni che non ne parla in maniera negativa. Potremmo considerarla al limite una canzone dai toni ironici. Con molti riferimenti espliciti alla sua vita personale e artistica – lo scontro con le riott grrrl, il film su Larry Flint, il naso rifatto. Ma non è un brano che parla di Courtney Love in termini denigratori. Anzi. Alla fine viene presentata come una “Gold Dust Woman” con cui non bisogna spezzare il legame. Gold dust woman…Never break the chain.

YOU GET WHAT YOU GIVE – NEW RADICALS

L’altra canzone che cita Courtney Love per nome e cognome lo fa, invece, all’interno di un verso meno nobilitante. Servizi di moda con Beck e Hanson / Courtney Love e Marilyn Manson / Siete tutti falsi, correte alle vostre ville / Venite qui, vi prenderemo a calci nel culo.

Il brano è la famosissima One Hit Wonder dei New Radicals You Get What You Give, il cui video spopolò su Mtv a fine anni ’90. I più attenti avranno notato una certa somiglianza tra Courtney Love e la ragazza che vediamo affannarsi a servire patatine fritte dietro il bancone, con una coroncina in testa come una sorta di star caduta in disgrazia.

È chiaro che in questo caso Courtney Love non è certo il cuore del brano. Si tratta più che altro di una citazione (col)laterale. Lo stesso autore, Gregg Alexander, aveva dichiarato, infatti, di non avere un’opinione forte su nessuno degli artisti citati nella canzone. Eppure il titolo del brano – traducibile con il nostro “raccogli ciò che semini” – sembrerebbe sintetizzare al meglio il pensiero di molti degli artisti presi in considerazione in questo articolo.

HEART-SHAPED BOX – NIRVANA

Alla fine, l’unico ad averle dedicato una ”vera” canzone d’amore è stato Kurt Cobain con la sua celebre Heart-Shaped Box. Su cosa simboleggi questa famosa “scatola a forma di cuore” sono state spese molte parole. Innanzitutto è bene precisare che questa scatola esisteva veramente ed era stata una delle prime cose che Courtney Love aveva regalato a Kurt per corteggiarlo. Al suo interno aveva inserito una bambola, dei fiori secchi e una spruzzata del suo profumo. Alcuni dicono che in seguito quella scatola divenne la custodia dell’occorrente per l’eroina. Altri che Love ci avesse nascosto dentro le vecchie lettere d’amore di Billy Corgan.

In un vecchio tweet del 2012, poi rimosso, Courtney Love aveva persino affermato che simboleggiasse la sua vagina, apostrofando Lana del Rey per aver cantato la canzone dedicata alle sue parti intime durante un concerto. Ma nulla di tutto questo è confermato. L’unica cosa che sembra emergere dal testo – e da versi come “sono stato attirato nella tua trappola di catrame magnetico” oppure “Sono rimasto chiuso dentro la tua scatola a forma di cuore per settimane” – è che Cobain stesse in qualche modo paragonando la sua relazione intima con Courtney Love alla sua dipendenza da eroina. Come una sorta di She is like Heroin to Me meno esplicita.

Non è un segreto che il titolo originale del brano fosse Heart-Shaped Coffin, quindi non una scatola, ma una bara a forma di cuore poiché nella visione cobainiana l’amore è al tempo stesso qualcosa che ti protegge e ti imprigiona. Esattamente come l’eroina ti getta prima in paradiso e poi all’inferno.

Il capolavoro lirico del brano è rappresentato da una strofa che gioca sui segni zodiacali della coppia e si apre con She eyes me like a Pisces when I am weak / Lei mi tratta come uno dei Pesci quando sono debole. Ma soprattutto si chiude con I wish I could eat your Cancer when you turn black / Vorrei poter divorare il tuo Cancro quando diventa neroun verso che il biografo Charles R. Cross ha definito come “il percorso più contorto che qualsiasi autore di canzoni abbia mai intrapreso nella storia del pop per dire ‘ti amo’.

Articolo di Andrea Pazienza

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