Il concerto di Emis Killa a Ladispoli è stato annullato
Il rapper avrebbe dovuto esibirsi nella città a capodanno insieme a Guè, ma ieri nel mirino della giunta comunale, che ha chiesto la cancellazione dell’evento, è finita una sua canzone del 2016 che inneggerebbe al femminicidio
È finita con l’annullamento dello show la storia che ha visto coinvolti Emis Killa e la giunta comunale di Ladispoli. Ma andiamo con ordine: nella giornata di ieri sono sorte diverse polemiche sulla partecipazione del rapper di Vimercate e di Guè al concerto di capodanno della città laziale. In particolare, a finire nel mirino dall’opposizione di centrosinistra è stato un testo di Emis Killa risalente al 2016, 3 messaggi in segreteria, contenuto in Terza stagione.
Come riportato da Repubblica, secondo la giunta, il brano di Emis Killa sarebbe un neanche troppo velato inno al femminicidio: «Quella del Comune di Ladispoli è una scelta sbagliata e pericolosa. Affidare lo spettacolo in piazza nella notte di capodanno a rapper che con le proprie canzoni sembrano quasi incoraggiare comportamenti violenti contro donne e ragazze è tra l’altro un inaccettabile tradimento di ciò che ha chiesto alle istituzioni la grande mobilitazione di sabato scorso»ha commentato la consigliera regionale e coordinatrice nazionale del Pd Marta Bonafoni, chiedendo alla Regione di non finanziare l’evento. E definendo la spesa di 345mila euro (di cui 200mila solo di compenso per Emis Killa e Guè) “immorale”.
Le parole del sindaco
A spiegare la decisione di annullare il concerto di Emis Killa è stato il sindaco di Ladispoli: “La mia amministrazione è sempre stata attenta al tema della violenza di genere, sostenendo tutte le iniziative possibili per contrastare questo fenomeno, collaborando con le Forze dell’ordine e supportando le donne vittime di violenza e i minori coinvolti. Comprendo le ragioni di chi ha espresso contrarietà sul contenuto di alcuni testi, ma la nostra intenzione non è mai stata quella di veicolare messaggi sbagliati. […]
Ha poi aggiunto che “Lo stesso Emis Killa ha chiarito la sua posizione, ricordando che la canzone è un mettersi dal punto di vista dell’aggressore per raccontare fatti che, purtroppo, accadano nella vita reale – già sette anni fa. Noi vogliamo solo regalare ai nostri giovani la possibilità di assistere gratuitamente, in un clima di festa, ad un grande evento nella propria città. Nonostante l’artista si sia già esibito nella nostra città nel 2022, abbiamo deciso, di comune accordo con tutti i soggetti coinvolti, al fine di ristabilire un clima di serenità, di annullare la sua esibizione in programma la sera del 31 dicembre“.
La risposta di Emis Killa alla giunta di Ladispoli
Un’accusa, quella mossa a Emis Killa, senza dubbio gravissima, che non corrisponde alla realtà (lo abbiamo già detto: è innegabile che un certo tipo di rap abbia un problema con un linguaggio sessista, ma nessun rapper inneggerebbe mai al femminicidio) che il rapper ha giustamente smentito immediatamente: «Nel rap esiste una cosa chiamata storytelling», ha scritto Emis attraverso le sue Instagram Stories. «Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia. Nel caso del pezzo da voi menzionato io interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo accadono. In quel pezzo non è Emiliano che parla, e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire. In un altro storytelling più recente interpreto Renato Vallanzasca, volete accollarmi qualche anno di galera?».
E ancora: «Potete cancellare tutti i concerti che volete, bannare i rapper dalle radio, indignarvi sui social. Non cambierete così la realtà che gente come me ha il coraggio di raccontare, anche quando questo mi torna indietro nel peggiore dei modi. Cercate i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose», ha chiosato Emis Killa.