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Il festival of the Sun di Rick Rubin è stato irripetibile, ecco perché

Potrà essere così sorprendente anche l’anno prossimo il festival organizzato dall’importante produttore americano? Anche se sarà più preciso e perfetto e anche se ci sarà molta più gente, ci auguriamo di sì

Autore Silvia Danielli
  • Il24 Giugno 2024
Il festival of the Sun di Rick Rubin è stato irripetibile, ecco perché

Irripetibile. Questo è il primo aggettivo che viene da associare al festival of the Sun di Rick Rubin in Toscana, per il solstizio d’estate, il 21 e il 22 giugno. Anche se ovviamente ci auguriamo che possa essere organizzato ancora e con lo stesso spirito.

Quello a cui abbiamo assistito è stato un evento dalle caratteristiche decisamente uniche. Che fin dalle sue intenzioni si basava totalmente sul concetto di sorpresa. Infatti, quando mai potrà ricapitare di essere in attesa di assistere a uno secret show dove non si sa chi ci sarà ma poi si scopre che i nomi sono quelli di James Blake, Arcade Fire, Gossip, Jovanotti e Rhye?

Per carità, il nome dell’ideatore, uno dei produttori americani più famosi al mondo, lo poteva far intuire. Infatti, nelle strette viuzze del paesino medievale di Casole d’Elsa fin dal venerdì si sono radunate centinaia di persone che non sapevano proprio nulla, se non che ci sarebbe stato qualche concerto. Mentre l’anno prossimo sarà abbastanza impossibile contenere la folla.

Festival of the sun di Rubin: primo giorno

Ma andiamo con ordine, cercando di procedere in maniera cronologica, perché nemmeno la stampa invitata sapeva davvero che cosa sarebbe successo. E questo era proprio il bello. Venerdì 21 giugno, davanti alla chiesa di Santa Maria Assunta, la principale di Casole d’Elsa, inizia a radunarsi una certa folla in attesa di entrare. Inizia a circolare il nome di James Blake, che fino a quel momento, la maggior parte degli invitati non aveva mai sentito. E per chi lo apprezza, l’idea di sentirlo in una chiesa accompagnato da piano e loop station, con relativamente poche persone, pare un sogno.

Invece, la prima esibizione è quella di Krishna Das, artista americano che presenta i suoi kirtan, ovvero le preghiere devozionali indù in forma musicale. L’obiettivo è di coinvolgere subito il pubblico, che magari non è troppo abituato, facendogli ripetere i mantra e permettendogli di entrare subito in un’altra dimensione lontana dalla realtà quotidiana (anche se forse lontana anche dall’originale indiana, come viene fatto notare da una persona che è appena tornata da lì, ma non importa). Inusuale anche per il luogo in cui ci trova, perché per quanto ritiro spirituale, si tratta sempre di una chiesa cattolica. Tra i banchi c’è Rick Rubin, ovviamente. Soddisfatto già di questo primo assaggio. Ci sono Jovanotti e sua moglie, Dario de La Rappresentante di Lista, Riccardo Scamarcio con Benedetta Porcaroli, Paola Zukar. Ci sono persino Régine Chassagne e Win Butler degli Arcade Fire. Sono tutti tranquilli, in ascolto. Pronti a farsi trascinare dal flusso.

James Blake in chiesa a sorpresa

C’è uno stacco, sul tabellone/menù del giorno. Accanto ai luoghi del festival c’è scritto solo live, show, film senza specificare niente. Si rientra in chiesa e questa volta James Blake è davvero presente. Davanti a lui il suo piano e la loop station. Dopo poco parte Limit To Your Love e i tasti del piano smuovono più delle corde dello strumento, bensì quelle dell’animo, se non fosse un’espressione fin troppo abusata. Dalle vetrate gotiche dipinte filtra la luce del sole e si sposa con Mulholland e con Retrograde. Blake non riesce a sentire bene sé stesso e il suo strumento. Riparte, poi si riferma. Tutto pare così reale, ma soprattutto profondo, che i live laccati e precisi sembrano un’idea lontana. E così nessuna espressione pare più eccessiva. Anche lui stesso lo ammette: «Non avevo mai suonato in uno luogo del genere al mondo». Nel chiostro intanto c’è anche Paolo Nutini che si aggira, magari anche lui avrebbe voglia di suonare in un contesto così particolare ma non lo farà perché si deve esibire in via ufficiale alla Prima Estate, sempre in Toscana.

Jovanotti e i Gossip

Così, dopo uno stacco, ecco arrivare Jovanotti sul palco, con tutto il carico della responsabilità di aver fatto innamorare Rubin della sua terra, la Toscana (e di cui abbiamo già abbondantemente raccontato). È felice, un po’ incerto in piedi per l’incidente, e quindi, per la prima volta nella sua vita (o quasi) si esibirà su una sedia con la chitarra accompagnato da Adriano Viterbini.

Dopo Jova, sulla stesso palco da fiera di paese, arrivano i Gossip di Beth Ditto che sembra essere tornata la forza della natura che tutti noi conoscevamo. Continua a chiedere scusa per la tossy (e i bambini le urlano: tosseee) e per la voce poco potente ma tutto sembra tranne che poco convinta e motivata. È lo stesso Rubin che dal backstage invita a non perdere la band di Heavy Cross per nulla al mondo.

Festival of the sun: gli ospiti e il secondo giorno

Nel frattempo, nel backstage sono arrivati anche Levante, Madame, gIANMARIA, Birthh, Veronica de La Rappresentante di Lista. E continuano ad essere tutti decisamente rilassati e felici per gli show che hanno potuto vedere. Il giorno dopo arriveranno anche Ghali, Thomas Raggi e Ethan Torchio dei Måneskin, Frah Quintale. Tutti si mischiano nel chiostro trasformato in backstage, anche con i guru del tech come Jack Dorsey, fondatore di Twitter, che il sabato terrà un panel dal titolo “Tech and freedom” (impossibile unirle? Jack ricorda che non bisogna credere a nulla senza aver prima controllato, nemmeno a quello che lui stesso racconta).

Il sabato altre sorprese, una dietro l’altra. In Piazza della Libertà arriva per la sua ecstatic dance Dj Cosmo Gonik, poi la Collegiata ospita la violoncellista Lucinda Chua, i Rhye e la pianista armena Marie Awadis. Ma è con Win e Regine, i leader degli Arcade Fire, che si raggiunge il culmine. I due canadesi si esibiscono prima nella chiesa di Santa Maria Assunta per un concerto che – per forza di cose – non può essere per tutti. Ma poi saliranno sul palchetto di piazza della Libertà, per un live-DJ set per tutti.

 I luoghi trasmettono un fascino senza tempo. Per non parlare anche della location superlativa dell’anfiteatro per l’anteprima del film su Nick Cave, This Much I Know to Be True, presentato dallo stesso regista Andrew Dominik (insieme a MUBI). Luci viola a contrasto, suono nitido e anche lì gli Arcade e James Blake tra il pubblico. Come si potrà ripetere un’uguale magia l’anno prossimo?

L’organizzazione e la sfida dell’anno prossimo

Rick Rubin quest’anno è stato aiutato nell’organizzazione da Sun San Production di Fiammetta Cicogna, attrice e imprenditrice, sua amica da tempo, e da Wake Up di Paola Balestrazzi, manager e direttrice artistica, e Antonio Filippelli, produttore e direttore artistico di X Factor. La parte tecnica era a cura di Woodworm. Come sponsor c’erano Heavensake, Enel e Ray-Ban, e ovviamente il supporto del sindaco del Comune di Casole, Andrea Pieragnoli.

Ma qualsiasi cosa Rubin riuscirà a organizzare, anche se più precisa (e questo non potrà che dispiacerci) e ovviamente con più pubblico, pur con il paragone della prima edizione delle sorprese, sarà – molto probabilmente – un’altra chicca imperdibile.

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