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La magia di James Blake alle OGR di Torino: come unire uno show intimo con un rave 

Il concerto dell’artista britannico non è stato semplicemente un concerto piano e voce, ma anche un live capace di far cantare e ballare il pubblico presente

  • Il3 Luglio 2025
La magia di James Blake alle OGR di Torino: come unire uno show intimo con un rave 

Foto di Perottino

Che quello di ieri di James Blake alle OGR di Torino non sarebbe stato un semplice show piano-voce lo si poteva intuire dalle premesse iniziali. Perché si conosce ormai bene l’artista, capace di essere il cantautore che smuove gli animi nonché il producer, in grado di far ballare le folle, da solo o con gli artisti con cui collabora. E perché il luogo del concerto possiede un’atmosfera davvero incredibile: le Officine Grandi Riparazioni di Torino affascinano con i loro soffitti immensi e le travi in acciaio, simboli di un lavoro industriale che ha costruito quella che oggi è considerata archeologia da preservare. È tutt’altro che spiacevole poi trovarsi in un luogo al chiuso, con l’aria condizionata perfetta e senza una calca eccessiva in questi giorni di concerti in città all’aperto. Sempre belli, ma leggermente oppressi dall’afa.

È in questi spazi appositamente bui e leggermente fumosi (da fog machine, non altro) che tutta l’attenzione si concentra su quel palco dove sono illuminati James, il suo pianoforte e la loop machine. Lo dice anche lui, che quest’anno si è esibito davvero poco in giro per il mondo, dopo i primi tre pezzi: «Questo show intimo per me è davvero importante dopo l’anno che ho vissuto, dove innanzitutto ho anche faticato nel cercare di diventare indipendente». Non si sa molto. Comunque non è quello il centro d’interesse, se gli sia successo qualcosa anche a livello personale. Di sicuro nel 2023 Blake ha deciso però di allontanarsi da Universal dopo aver criticato parecchio il sistema delle major e quello degli streaming. Ha fondato la sua CMYK Group. Per pubblicare la sua musica, certo, ma anche per spingere nuovi talenti.

Lo show di James Blake a Torino

Entrare in connessione con il suo pubblico del resto non è difficile per lui. È sicuramente una platea  attenta e pronta ad ascoltare le tracce solo al piano (del resto il centro dello show), come Like the End, che apre il concerto. Uno dei brani più politici del cantautore inglese dedicato proprio a quell’America dove vive ormai da anni (ma in fondo a tutto il mondo). O un pubblico che naturalmente ama quelle famosissime, che si intuiscono subito dopo tre note come la cover di Feist The Limit To Your Love (ormai diventata un po’ di Blake, onestamente) o Godspeed (di Frank Ocean, ma diventata famosissima anche cantata da lui).

Ma è un pubblico anche desideroso di ascoltare nuovi brani come Séance, pubblicato ad aprile, o Tryin Times, ancora non rilasciato. Il concerto, però, non è solo un racconto intimo e personale. Il pubblico viene anche invitato a cantare il ritornello di Say What You Will, non contemporaneamente all’artista, partecipando così ancora di più al live. E poi il live acquista ancora più forza quando James Blake regala ai fan di Torino un momento techno, quasi un rave, a partire dal loop di batteria elettronica di Mulholland. Senza che questo possa sembrare forzato, ma anzi perfettamente naturale.

I momenti più spirituali e raccolti ritornano. Con la celeberrima Retrograde, che fa emozionare dal primo vocalizzo che riverbera in tutto lo spazio OGR. Oppure con la cover di A Case Of You di Joni Mitchell. Blake riprende la parola: «Ci tenevo a portare i miei strumenti, anche quelli elettronici, per mostrarvi davvero come nasce la mia musica». Il pubblico si sente legittimato allora, sul finale, a chiedere i pezzi più famosi. James scherza: «Non siete mica a un matrimonio!” ma poi ovviamente intona Measurements tra i bis che concludono lo show.

«Mica perché me l’avete chiesta, eh» scherza l’artista britannico. Si avvicina in ogni modo al suo pubblico, lo fa ballare. E come prima cosa, come sempre, riesce nell’impresa di raggiungere le corde dell’anima di chi ha di fronte, regalando un concerto fuori dal comune.

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