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I Måneskin si sono presi anche il Primavera Sound: le foto del live a Barcellona

Ieri sera, sabato 3 giugno, gran finale del festival con la super-headliner Rosalía (che qui gioca in casa). Ma anche la band di Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan si è fatta valere con uno show impeccabile: pochi fronzoli, tanta energia

Autore Federico Durante
  • Il4 Giugno 2023
I Måneskin si sono presi anche il Primavera Sound: le foto del live a Barcellona

Victoria dei Måneskin dal vivo al Primavera Sound il 3 giugno 2023 (foto di Clara Orozco)

Quella di sabato 3 giugno è stata l’ultima serata di Primavera Sound 2023 di Barcellona (qui vi raccontiamo le “puntate” precedenti: giovedì e venerdì). Significativamente, la grande headliner dell’ultimo giorno di festival era lei, la popstar che con le sue contaminazioni e sperimentazioni ha ampliato le possibilità della musica cosiddetta Latin: Rosalía, che oltretutto qui a Barcellona è di casa. Ma è stata anche la serata in cui finalmente i Måneskin hanno conquistato il Parc del Fòrum.

La super-headliner Rosalía

Gli orari da Woodstock del Primavera Sound (headliner spesso a notte fonda…) ci impediscono di vedere fino in fondo il concerto della grande catalana, ma già dalle prime canzoni in scaletta si capisce come la “Motomami” sia un’artista di quelle che resteranno.

Sotto la patina pop delle sue canzoni sta uno spirito di ricerca con pochi paragoni nel panorama mainstream globale. Dimenticatevi il “dembow”, la tipica ritmica del 99% dei pezzi Latin. O meglio, c’è anche quello, ma solo quando funzionale all’economia del brano. Il resto sono soluzioni ritmiche e melodiche che ci portano lontano, dai Caraibi al Medio Oriente. Con produzioni e arrangiamenti micidiali, nella loro apparente essenzialità. Brava Rosalía, ci rivediamo presto agli I-Days di Milano.

St. Vincent, poi The War On Drugs e Kelela

Diciamolo senza girarci troppo intorno: quella di St. Vincent è la performance migliore di questi tre giorni di Primavera Sound.

Ed è anche una di quelle più autenticamente rock. Accompagnata da una band affilatissima, la poliedrica musicista americana nello spettacolo dal vivo sembra prediligere il lato elettrico della sua musica rispetto a quello elettronico. Lo fa senza lesinare, con frequenti assoli di chitarra (e pure di batteria) e cose quasi d’altri tempi come le jam improvvisate (il concerto si apre infatti con una trascinante improvvisazione funky: tanto groove e tanto wah wah).

Ma la grande bravura di St. Vincent sta nella modulazione di dinamiche e di mood. Ora aggressiva, ora suadentemente dolce; ora sexy, ora vulnerabile. Una gamma di “colori” musicali che va idealmente da Lady Gaga ai Black Sabbath, senza mai perdere un briciolo di credibilità e sempre tenendo in pugno il pubblico con un garbo e una disinvoltura rari.

Facciamo poi un salto all’Amazon Music Stage dai sempre graditi The War On Drugs. Adam Granduciel sembra non essere in forma smagliante, ma nel complesso la band è potente con il suo consueto “wall of sound” e i brani di lunga durata.

Se pensate che quello dei War On Drugs sia una sorta di “dad rock” nostalgico degli anni ’80 di Bruce Springsteen e Dire Straits, vi sbagliate di grosso. Il pubblico è davvero trasversale, con persone di ogni fascia d’età fra cui non pochi teenager che ondeggiano spensierati sugli uptempo della band come la splendida Under the Pressure.

Il live dell’incantevole Kelela è purtroppo funestato da un problema tecnico all’impianto audio che per un quarto d’ora buono fa temere sulla possibilità di ripresa. Risolta l’impasse, con non poco imbarazzo dei tecnici, il ritorno dell’artista sul palco è reso ancora più speciale dal calore del pubblico che nonostante tutto è rimasto lì ad aspettarla. Se ancora non conoscete la sua musica, concedete un ascolto a questo indefinibile pop sofisticato in cui produzioni minimali incontrano la sua vocalità immacolata.

I Måneskin al Primavera Sound di Barcellona

Finalmente un po’ di tricolore. Dopo aver conquistato il pubblico d’oltreoceano al Coachella 2022, i Måneskin si sono presi anche il Primavera Sound di Barcellona.

L’attesa era notevole. Il parterre dell’Amazon Music Stage ha cominciato a riempirsi gradualmente già molto prima della performance, cosa non scontata per artisti non headliner. Pubblico molto vario, difficile distinguere i fan sfegatati da chi semplicemente è curioso di vedere la band italiana di cui tutti parlano.

Dite quello che volete sui loro pezzi, che possono piacere o non piacere (ci mancherebbe). Ma una cosa è indiscutibile: i Måneskin sono una live band fenomenale (“Guys, I need to tell you something: they’re the best band alive” è il commento del collega brasiliano nel gruppo WhatsApp).

Lo scambio di energia col pubblico è magnifico. Il loro è lo show più “fisico” di quelli che abbiamo visto qui al Parc del Fòrum. Damiano, Victoria, Thomas letteralmente si offrono al pubblico, con tanto di crowdsurfing e trovate improvvisate di Damiano, che a un certo punto – non si sa come – scippa una luce dell’impianto per illuminare Victoria che si addentra nella folla.

Damiano è molto a suo agio sul palco e passa con disinvoltura dall’inglese allo spagnolo. E a proposito di lingue, quanto è bello sentire stranieri che cantano in italiano canzoni che non siano la solita Nel Blu Dipinto di Blu.

Pochi orpelli, tantissima energia. Sono le coordinate fondamentali del live dei Måneskin che, sempre in tema di osmosi col pubblico, per il gran finale di Kool Kids lasciano salire sul palco i veri “cool kids” del Primavera Sound. L’Amazon Music Stage diventa una vera festa collettiva in cui la barriera fra band e pubblico è caduta. Grazie ragazzi, ci avete resi orgogliosi ancora una volta.

Le foto dei Måneskin dal vivo al Primavera Sound

Tutte le foto seguenti sono di Clara Orozco

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