Marracash ha alzato l’asticella dei concerti rap italiani per sempre
Ieri sera in concerto allo Stadio Olimpico di Torino il rapper ha portato un film di science fiction e uno spettacolo teatrale. Ma tutto è sembrato naturale ed emozionante

Foto di Andrea Bianchera
E alla fine, Marracash lo ha fatto davvero: con il suo Marra Stadi25, organizzato da Friends & Partners, ha alzato per sempre l’asticella di un concerto rap e – probabilmente – non solo rap. Ieri sera ha conquistato lo Stadio Olimpico di Torino, seconda data del tour, con uno show complesso e allo stesso tempo naturale e potente, come tutti i lavori che richiedono più tempo e dedizione. Con tutte le arti coinvolte. Perché è un film, di science-fiction, con la ricreazione di laboratori sui visuals e sul palco, robots e ballerini vestiti da scienziati. È musica, perché – con una band di tutto rispetto – le canzoni sembrano scritte apposta per costruire la trama della scaletta e invece sono sapientemente tratte dalla trilogia, gli ultimi dischi: Persona, Noi, loro, gli altri e é finita la pace, con l’eccezione di pochissimi brani del passato. Ed è soprattutto teatro, con la funziona primaria che svolgeva nell’antica Grecia: quella catartica di coinvolgere lo spettatore per farlo rinascere.
Marracash nel concerto a Torino la lotta tra il personaggio e la persona
Perché nella lotta ormai nota che l’artista porta sul palco tra la sua figura pubblica e quella privata non è certo solo. Il tema dell’Ego (che è il primo dei 6 atti in cui si compone lo show) non riguarda certo soltanto l’artista Fabio Rizzo, né il suo genere, il rap, che da sempre si è fondato sull’egotrip ma coinvolge tutta la nostra società malata. Per non parlare del confronto con l’AI, che sul palco è un occhio gigante che dialoga con lui tramite la voce di Matilda De Angelis in molti momenti dello spettacolo.
Ma attenzione: tutto questo non si traduce in noia e complessità. Si può guardare tutto e ballare dall’inizio alla fine perché il ritmo non cala mai. E si possono anche non ascoltare le parole di Marra sul finire dello show. Poche ma determinanti: “Con quello che sta accadendo nel mondo è arrivato il momento di non farsi troppo distrarre dalle cazzate”.
La scaletta del Marra STADI25 dal pomeriggio
Ma andiamo con ordine, partendo dal pomeriggio. A Torino, alle 16, di sabato 14 giugno fa caldo. Parecchio. È l’affermazione più banale che si possa fare in estate ma l’afa rende i movimenti più lenti, appiccicosi, difficili. Perfetto se sei in spiaggia al mare, meno semplice se devi affrontare uno Stadio sold-out con 37mila persone davanti. Marracash passa a salutare la stampa, invitata a questa seconda data del tour dopo quella di Napoli e quella zero di Bibione. Sulle temperature ci scherza su ma in fondo appare un po’ preoccupato che tutto possa non andare come da copione. È anche sicuro del fatto – e lo dice ridendo – di portare un concerto che funziona senza bisogno di troppi ospiti (solo Madame) e senza bisogno di ingraziarsi il pubblico con la maglia della squadra che ha vinto lo scudetto (ogni riferimento a concerti che si sono svolti a Napoli in settimana non è puramente casuale).
Marracash il concerto e un film di science fiction
Alle 21.15 lo show inizia, magistralmente prodotto dallo Studio Ombra di Lorenzo De Pascalis. Nelle prime immagini del concerto sui maxi schermi compare Marracash in camerino sdraiato sul divano, stanco e provato. Si intuisce subito che quello che gli spettatori vivranno è un sogno dentro la sua mente in crisi, vivisezionata dal fantomatico laboratorio chiamato Mind Industries, dove lavorano i ballerini-scienziati in camice bianco che prima avevano anticipato l’ingresso del rapper. Il primo capitolo è – come anticipato – Ego. E quindi subito parte con lo schiaffo in faccia che aveva aperto anche il suo ultimo disco, La pace è finita: Power Slap. L’ingresso sul palco è trionfale ed esaltante.
Marra infila una sequenza di brani dove maggiormente ha giocato con gli stilemi egotrip del suo genere: Gli sbandati hanno perso, Vittima, Sport, Cliffhanger, G.O.A.T. Body Parts. Su G.O.A.T. Mati (che è Matilde de Angelis ma significa anche occhio in greco) rileva un’anomalia e la fa notare: “Hai qualcosa che non funziona nella tua anima. Per capirne l’origine sono necessari ulteriori dati, dobbiamo tornare nel passato”.
Memorie: il tuffo nel passato
Parte la seconda parte, Memorie. Per comprendere cosa è successo alla sua anima in crisi occorre anche fare un tuffo nel passato e quale è il brano più rappresentativo e conosciuto che racconta l’infanzia di Marra meglio di qualunque altro? Bastavano le briciole, tratto dal primo omonimo album Marracash pubblicato proprio il 13 giugno di 17 anni fa. Le immagini dei visual sono sfumate e seppiate. Parte Noi, rivolta agli affetti famigliari più vicini al rapper. Il dub oscuro e ipnotico di Factotum e Laurea ad honorem, dedicata – come ricorda Marra – “a tutti i ragazzi disastrati che non vedono un futuro”.
Dubbi: la crisi con se stesso
Inizia il terzo atto, nodale: DUBBI. Marracash si presenta più in abiti da Fabio Rizzo, con un outfit dai colori chiari, meno appariscenti. Mati gli fa notare di aver capito dove sia il problema: è “il mentire a se stesso”. E infatti Fabio lo afferma in PENTHOTAL, che parte lenta ma poi in un crescendo arriva l’urlo: “Io non so dire mai la verità Senza mentire”. È in Dubbi però che si sviluppa uno dei momenti centrali del live. Marracash dà le spalle al pubblico e la telecamera si concentra sul suo viso, provato – certo – per il caldo – ma anche un po’ commosso per l’emozione.
L’occhio-Mati propone dunque di dare spazio alla sua vera anima, che viene interpretata (come del resto nell’album Persona) da Madame. È uno dei momenti più belli del concerto. Con Francesca che sale sul palco eterea in abito bianco, senza volersi prendere troppo la scena, e i fuochi che esplodono. È Marracash che le dà spazio, ringraziandola con gesti teneri e affettuosi. E il terzo atto si conclude con un frammento di Brivido in acustico, uno dei pezzi più amati della coppia Guè-Marra. Marra cade a terra e la sua manager Paola Zukar entra in scena per rianimarlo e incoraggiarlo a tornare a esibirsi. Fabio Rizzo ha bisogno in fondo di Marracash, del personaggio e di Qualcosa in cui credere, il quarto atto.
Qualcosa in cui credere: il quarto atto
Il quarto atto è forse il meno chiaro nella narrazione, probabilmente volutamente. Perpetua la lotta tra Marracash e Fabio Rizzo, mostra come in fondo non possano vivere l’uno senza accettare l’altro. Le tracce che segnano questo atto sono quelle che meglio raccontano la nostra società. Con Cosplayer e Quelli che non pensano, l’efficace rivisitazione e omaggio a Frankie hi-nrg e Riccardo Sinigallia che furono tra i primi a raccontare nel rap italiano la società delle apparenze con Quelli che benpensano nel 1997. Prima di È finita la pace Marracash dice le poche, incisive parole fuori dalla narrazione. “Un anno fa stavo scrivendo il mio ultimo album e avevo deciso di intitolarlo così. Ora la situazione mondiale è solo peggiorata, è arrivato il momento di non farsi distrarre”.
Amore e infine la riconnessione
La fine del concerto è AMORE. È Crazy Love, Crudelia, Niente canzoni d’amore. Non è la facile e banale risoluzione a tutti i problemi. Marracash ci scherza: “fanculo l’amore” urla. È la semplice (e nodale) constatazione che è necessario averlo verso se stessi per accettarsi e per riuscire davvero a riconnettersi, come il titolo dell’ultimissimo atto, RECONNECT. Amore verso gli amici e le vie che ci hanno formato (in ∞ Love con Guè, che sarebbe stato la ciliegina sulla torta del concerto). Ma è anche un Happy End, quello che ci aspetta e che accompagna le ultime note del concerto. “La vittoria è personale, solo quando è personalizzata” rappa Marra ed è il messaggio che ci vogliamo portare a casa tutti dopo questo viaggio collettivo di cui abbiamo (e avevamo) un gran bisogno.
La scaletta di Marra Stadi25
- POWER SLAP – È finita la pace (2024)
- GLI SBANDATI HANNO PERSO – È finita la pace (2024)
- VITTIMA – È finita la pace (2024)
- SPORT – Persona (2019) + CLIFFHANGER – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- G.O.A.T – Persona (2019)
- BODY PARTS – Persona (2019)
- BASTAVANO LE BRICIOLE – Marracash (2008) + NOI – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- FACTOTUM – È finita la pace (2024)
- LAUREA AD HONOREM – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- PENTOTHAL – È finita la pace (2024)
- IO – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- DUBBI – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- L’ANIMA ft Madame – Persona (2019)
- NEMESI – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- BRIVIDO
- QUALCOSA IN CUI CREDERE – Persona (2019)
- CRASH – È finita la pace (2024)
- LORO – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- QUELLI CHE NON PENSANO – Persona (2019)
- COSPLAYER – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- POCO DI BUONO – Persona (2019)
- È FINITA LA PACE – È finita la pace (2024)
- PER IL TUO BENE by Madame
- CRAZY LOVE – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- CRUDELIA – Persona (2019)
- NIENTE CANZONI D'AMORE – Status (2016, Vendetta Edition)
- MI SONO INNAMORATO DI UN’AI – È finita la pace (2024)
- LEI – È finita la pace (2024)
- BRAVI A CADERE – Persona (2019)
- NULLA ACCADE – Santeria (2016)
- LOVE – Noi, Loro, Gli Altri (2021)
- HAPPY END – È finita la pace (2024)
Le altre date del tour
- 25 giugno 2025 – Milano – Stadio San Siro SOLD OUT!
- 26 giugno 2025 – Milano – Stadio San Siro
- 30 giugno 2025 – Roma – Stadio Olimpico
- 5 luglio 2025 – Messina – Stadio San Filippo