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Neves17, Enzo Avitabile, Geolier e “Oro e diamanti (mane mane 2.0)”: «Questo brano più che cantato è vissuto insieme»

I tre artisti rappresentano un incontro di mondi straordinario. Nella nostra intervista hanno riflettuto sul senso delle parole, della scena partenopea e del piantare semi

Autore Silvia Danielli
  • Il31 Maggio 2023
Neves17, Enzo Avitabile, Geolier e “Oro e diamanti (mane mane 2.0)”: «Questo brano più che cantato è vissuto insieme»

Geolier, Enzo Avitabile e Neves17

Neves17, Geolier e Enzo Avitabile sono rispettivamente the next big thing del panorama rap napoletano, il top delle classifiche e il pilastro storico fondamentale sempre della scena partenopea. Si sono riuniti per un brano che vuole rileggere il grande pezzo di Avitabile, Mane Mane, così hanno pubblicato oggi Oro e diamanti (mane mane 2.0), con la produzione di Poison Beatz.

Li abbiamo intervistati tutti e tre per farci raccontare le loro barre, il senso del testo e naturalmente il loro rapporto con l’esplosiva scena napoletana, a cui abbiamo dedicato il nostro numero di maggio/giugno. Loro sono anche amici (Geolier e Neves) e vedono Avitabile come un gran punto di riferimento.

Il senso di Oro e diamanti per Neves 17

«Voglio concentrarmi su una frase del mio testo che per me è significativa “Prima o poi Dio ripaga”.
Ognuno di noi si scontra giorno dopo giorno con le difficolta della propria vita, in un mondo dove tutti sono capaci di puntare il dito contro e di non farti sentire all’altezza». Così Neves17, nato a Napoli da padre italiano e madre afroamericana, racconta il senso di questo brano con cui lui e Geolier hanno voluto omaggiare Enzo Avitabile.

E prosegue. «Oro e diamanti è un brano che ti insegna ad avere forza, coraggio e determinazione. Un brano che ti prende per mano e ti accompagna nella scoperta del tuo destino».

Mane mane: ieri e oggi per Enzo Avitabile

Il cantautore e sassofonista partenopeo così racconta la genesi del brano nel 1999. «Nacque in modo inconsueto. Era la notte del 31 dicembre, ero seduto su un divano in un ingresso di una casa, c’erano quattro porte aperte di ogni stanza, da cui provenivano quattro musiche diverse che provenivano da altrettanti televisori. Proprio queste quattro musiche che non avevano connessioni tra loro hanno dato vita a questo brano.
Anche oggi Oro e Diamanti è composto da quattro voci diverse, quattro artisti con anime a sé. Mi fa sorridere pensare che dopo tutti questi anni questa magia sia accaduta di nuovo, perché la diversità di ognuno di noi è la certezza che (simm tutt’ uno) e questo ce lo insegna la musica».

Avitabile conclude così: «Questo brano condiviso più che cantato è vissuto insieme; racconta la speranza di uscire dal desiderio del potere e di entrare nel cammino della magia della vita».

Geolier e i sogni non realizzati

Geolier rappa del tempo che passa mentre guarda il suo Rolex e che forse si sente di aver visto esaudirsi tutti i suoi sogni. Si sente così? «Dipende dai giorni, in alcuni penso di aver ottenuto troppo e in altri invece penso di aver ottenuto solo la metà di quello che mi merito.
La vita è fatta di opportunità e bisogna saperle cogliere, credo di aver lavorato sodo ma alla fine sono umano anche io, e da ragazzo, persona che sono, spesso mi piace ancora sognare.
Proprio quando mi rendo conto di aver ottenuto la metà dei miei desideri mi sento spinto a fare e volere sempre di più».

Napoli e la sua scena musicale per i tre artisti

Che cosa rappresenta Napoli per Neves17. «La mia città nella musica come nella vita è piacere ma anche dolore, è dolce ma anche amaro, è verità ma anche bugie. Nella vita ti insegnano fin da subito che esiste il bene e il male, ma bisogna solo capire cosa si voglia scegliere e per scegliere bene a volte bisogna solo vivere ciò che ti capita. Per questo la musica e soprattutto quella napoletana racconta di una verità, una verità personale che a volte diventa un po’ di tutti».

Geolier e gli emergenti

Geolier racconta come vede i nuovi emergenti nel rap. «Guardo con gioia i successi dei miei colleghi rapper napoletani, soprattutto in un anno come questo dove Napoli brilla più che mai. Finalmente la mia città viene vista da tutto il mondo nella sua espressione massima artistica, creativa e piena di successi.
Io parlo spesso della mia città nella mia musica, lei mi ha insegnato tanto e non posso essere più che felice e onorato di far parte di questo orgoglio partenopeo insieme ad altri miei colleghi. E ora soprattutto insieme a Neves17.

Enzo Avitabile e il seme gettato negli anni ’80

Ma è soprattutto Enzo Avitabile ad aver visto succedersi tante fasi della musica partenopea.

«Io, nei lontani anni ’80 quando portai Afrika Bambaataa, nella campagna di Scampia, volevo lasciare un seme sulle parole e il ritmo. Poi andai nel Bronx e lui mi restituì questo regalo. Oggi dobbiamo essere sinceri: credo che quel seme sia germogliato e ne stiamo raccogliendo i frutti.
Se cominciamo a pensare ai Co’ Sang, ai Fuossera, Speaker Cenzou, e andando cosi avanti ci siamo
ritrovati quesD fiori di oggi come Luchè, Geolier, Poison e diamanti come Neves17.

Condivido l’idea di Carmelo Bene che ”in arte nessuno è padre di nessuno” ma con orgoglio devo anche ricordare a me stesso che in tempi non sospetti e di in un’Italia canterina fatta di un panino e un bicchiere di vino, muoversi con la parola sul ritmo e con il ritmo delle parole è stato per me un percorso molto, sudato.
Oggi guardando la scena napoletana mi viene da dire, prendendo in prestito da James Brown la frase “sono nero e orgoglioso”, sono napoletano e orgoglioso».

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