Top Story

I Pinguini Tattici Nucleari hanno trovato una nuova casa a San Siro

A due anni dalla prima volta, la band è tornata a esibirsi nello stadio milanese confermando che questa è la loro dimensione. E non ha paura di rischiare con scelte inusuali

  • Il11 Giugno 2025
I Pinguini Tattici Nucleari hanno trovato una nuova casa a San Siro

Foto di Claudia Mazza

I Pinguini Tattici Nucleari ormai giocano il campionato degli stadi da padroni di casa, persino uno stadio pesante come San Siro è diventato il loro salotto. È la loro dimensione, anzi alla luce del successo di pubblico alla RCF Arena di Reggio Emilia a Campovolo (nel 2023 avevano fatto record di spettatori per una band italiana), sembra quasi piccolo. Il rischio in questi casi è di crogiolarsi e lasciarsi andare alla certezza di ciò che funziona. Per evitarlo è necessario prendersi dei rischi e fare qualche “casino”. Per esempio, sparare tutti i coriandoli, 300 chilogrammi, tutti in una volta e tutti durante la prima canzone del concerto. Oppure rivoluzionare un finale consolidato e che, fino al tour precedente, sembrava un’eresia toccare.

«Generalmente i coriandoli e gli effetti speciali sono alla fine, invece noi, come sempre, dobbiamo dire no e li abbiamo messi all’inizio» spiega la band nella pancia dello stadio prima dell’inizio del live. Lo stesso ragionamento viene seguito per tutta la prima parte del concerto, quando si susseguono Giovani Wannabe e Ringo Starr, due tra i loro pezzi più amati e conosciuti.

Il mondo di Hello World

«Ci sono diversi momenti estetici ma sono tutti legati concettualmente. Abbiamo cercato di ispirarci molto ai videogame. Gli effetti visivi che riprendono l’estetica di un videogioco» racconta il gruppo nella pancia dello stadio qualche ora prima del concerto. Riccardo Zanotti, Nicola Buttafuoco, Lorenzo Pasini, Simone Pagani, Matteo Locati e Elio Biffi sono dei giocatori selezionabili a partire da Romantico ma muori e lo rimangono per tutte le due ore di show, immersi in una grafica alla Metal Slug e guidati dalla voce artificiale proveniente da un mandala gigante.

C’è proprio un tentativo voluto e desiderato nel profondo di esplorare il mondo del digitale, soprattutto sul lato visuale. Ci sono dei capitoli specifici, uno di questi Zanotti lo definisce un momento “verduroso” facendo riferimento al processo di morphing con AI applicata in tempo reale ai volti della band e al mondo circostante. Qualcosa di simile a quello che abbiamo visto ai concerti di Jovanotti e che avevano utilizzato anche Salmo e Noyz. L’applicazione viene utilizzata poco prima del finale durante La banalità del mare, Giulia e in Pastello Bianco.

«La tecnologia è uno strumento, bisogna imparare a utilizzarla. L’intelligenza artificiale fa paura, ci saranno incidenti di percorso, ma siamo speranzosi. Per uccidere l’uomo ci vuole ben altro. L’umanità in generale è il predatore perfetto che si finge preda costantemente nei confronti di ciò che ha creato. Dalla ruota alla fotografia» spiega la band. «In realtà porta solo nuovi possibili scenari, citando Cesare (Cremonini n.d.r.). Mi auspico una nuova rivoluzione artistica dell’errore. Un punk 2.0. Bisognerà spostarsi dove le note non saranno più su certe frequenze e la perfezione rimarrà appannaggio dell’intelligenza artificiale».

La cosa più importante? L’inizio e la fine (con Chiara Tramontano)

Non ci sono ospiti – anche se il gruppo rivela di essere in contatto con Max Pezzali per organizzare qualcosa – ma tutto è pensato per come un grande momento di condivisione e di canto a squarciagola. Ci sono però degli attimi di un live che contano più di altri: l’inizio e la fine. Se i coriandoli colpiscono subito, ricordando l’inizio del tour di A Head Full of Dreams dei Coldplay, ma elevato alla seconda, il videomessaggio di Chiara Tramontano inaugura la sezione finale del concerto dei Pinguini Tattici Nucleari a San Siro e quelli che verranno.

«Giulia sapeva leggere il silenzio e no, non è diventata un simbolo, è rimasta una persona. Questa canzone non è un ricordo, ma un passaggio […]. Un varco per un mondo che possiamo ancora immaginare. Un mondo migliore» dice la sorella di Giulia nel video sul maxischermo che anticipa Migliore, brano ispirato alla tragica vicenda. «Quel contributo è figlio di una storia epistolare. Chiara vive in Olanda e ha fin da subito apprezzato la nostra canzone e quindi abbiamo deciso di fare questa cosa per sua sorella» spiega Riccardo Zanotti.

Nel mezzo? Succedono «tante cose fighe». Riccardo che fluttua durante Alieni, una fisarmonica che vola prima di Piccola volpe, uno dei brani dell’ultimo disco che vale di più dal vivo, e l’audio che migliora a partire da Ricordi e La storia infinita. Ma la dimostrazione che, al di là dell’acustica, non servano troppi effetti speciali, la danno la serie di hit e canzoni cantate a memoria che si succedono. Se brani come Bergamo – coronata sul finale strumentale da due giganti bandiere della Palestina, questione sulla quale la band si era espressa anche durante i live nei palazzetti recitando la poesia Gli altri di Mahmoud DarwishScrivile scemo e Lake Washington Boulevard sono dei must, colpisce la resa dei brani di Hello World che non soffrono il confronto a livello di attaccamento del pubblico. Un aspetto questo che ci aveva stupito in passato e continua a farlo tuttora e dimostra la caratura pop del gruppo e il perché di tutti i sold out.

Contro le consuetudini

A livello di scaletta è normale dover trovare delle soluzioni e una di quelle che aveva funzionato nel tour nei palazzetti dello scorso anno era il DJ Set di Nicola Buttafuoco. «Ci sono alcune canzoni degli inizi che non si presterebbero. Però non ci vergogniamo di nulla, siamo cambiati e ci sono brani che ci piacciono di più, altri di meno. Non disconosciamo nulla. C’è lo stratagemma del DJ Set che ci consente di inserirle nello spettacolo». Un’altra cosa che ritorna è il tatuaggio sul palco durante Hold On, ormai un’altra consuetudine. Ma, come anticipato, i Pinguini Tattici Nucleari hanno pensato a questo tour come un concerto con cui sfidare i cliché. Se non volete spoiler sulla scaletta, smettete di leggere adesso perché il più grande salto la band lo fa nella scelta del finale.

Dopo un inizio con alcuni dei loro brani più famosi, l’altra sorpresa è lo spostamento di Pastello bianco in penultima posizione in scaletta. Una novità che fa da preludio a una scelta ancora più strana e radicale. Un finale, non solo senza bis, ma con una canzone non famosissima. «Titoli di coda è un modo per sfidare i cliché. Per quanto Pastello Bianco piaccia tantissimo, bisogna rimescolare le carte. Non vogliamo essere fossilizzati già a trent’anni. E poi era un modo per essere solidali con quelli del parcheggio che escono prima». E non è finita qui, stasera I Pinguini Tattici Nucleari replicano a San Siro, prima di passare per altri sei stadi italiani.

Share: