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Polifonic, elettronica di alta qualità tra ulivi, cave illuminate e parature pugliesi

Si è appena conclusa la sesta edizione del festival in Valle d’Itria che unisce nomi di livello, come Dixon e Dj Koze, a uno spirito libero che vuole rispettare la natura e la tradizione regionale. Come essere a Berlino, a un passo dal mare

Autore Silvia Danielli
  • Il29 Luglio 2024
Polifonic, elettronica di alta qualità tra ulivi, cave illuminate e parature pugliesi

Polifonic 2024, foto di Malaka Studio

Tra ulivi secolari, vigneti, cave rocciose illuminate e parature diffuse (le tipiche luminarie pugliesi), Polifonic festival si è appena concluso ieri sera in Valle d’Itria. Un’ultima tappa extra, quasi uno spin off chiamato Polifonic Satellite si terrà alla Masseria Capece sabato 3 agosto, con Lele Sacchi e Kokoroko, tra gli altri. Polifonic, alla sua sesta edizione, ha snocciolato nei suoi quattro giorni, da giovedì 25 a domenica 28 luglio, una line up di grande rispetto, tra nomi poco scontati e dall’alto profilo internazionale, da DJ Koze a Dixon. E da Ralf e dai più grandi simboli della dancehall salentina, i Sud Sound System, a una sorpresa come Tullio de Piscopo.

Tullio de Piscopo al Polifonic, foto di Malava Studio

Ma soprattutto ha mostrato nelle tre location dove si è svolto (apertura alla spiaggia di Cala Maka a Torre Canne, la settecentesca Masseria Capece a Cisternino, lo spazio principale, e infine e Le Palme Beach Club a Monopoli), uno spirito artistico di libertà che contribuisce a rendere questa provincia di Bari, tra Cisternino e Fasano (la Valle d’Itria, appunto) una meta in grado di attrarre turisti dall’estero, interessati a una scena di musica elettronica ben precisa. La stessa di grande qualità che potrebbero trovare a Berlino. Solo che qui possono abbinarla anche alla natura e al mare pugliese, con le bellezze di Ostuni e Bari a pochi chilometri.

È giovedì mattina, infatti, quando una giornalista olandese che non sento da mesi mi scrive se mi stia dirigendo a Polifonic. Lei si è organizzata autonomamente con un gruppo di amici. È questa combinazione di line-up ricercata ed elementi naturali che l’hanno convinta a venire in Italia a fine luglio.

Gli organizzatori del Polifonic: «Siamo entrati nella mappa dei festival europei più importanti»

Del resto, gli organizzatori Marco Sala e Michele Girone hanno il polso della situazione da anni, avendo vissuto all’estero per tanto tempo. «La prima edizione di Polifonic è stata nel 2017. Siamo partiti con un boutique festival che negli anni è diventato internazionale, con una line up che ospita act di artisti che provengono da tutto il mondo», raccontano loro, con orgoglio. «Da parte delle istituzioni e degli addetti ai lavori è cresciuta l’attenzione. Sicuramente siamo entrati nella mappa dei festival italiani ma anche europei più importanti, sia per le scelte artistiche che per il territorio, con cui si è instaurata e sviluppata una sinergia molto importante. La Valle D’Itria è stata sicuramente un bel punto di partenza».

La zona infatti, con realtà come questa, il Viva e il Locus festival, si conferma come una delle più interessanti d’Italia. In una regione come la Puglia che da ormai 20 anni è leader del divertimento notturno e della proposta musicale estiva. Anche grazie agli investimenti regionali, voluti dai lontani tempi di Nichi Vendola. E che oggi si possono notare anche in festival istituzionali come il Medimex di Bari.

Il tema della sostenibilità

Quello che andrebbe evitato sono gli eccessi del turismo di massa e della mancanza di rispetto verso l’ambiente che a volte non si possono non vedere, soprattutto più a sud, in Salento. «La sostenibilità è un tema assolutamente centrale: ci muoviamo con mobilità al 50% elettrica, tutta la plastica è in PET riciclato al 100%. Sin dalla prima edizione ci siamo impegnati per ridurre l’impatto sull’ambiente, missione che quest’anno è stata certificata dalla partnership con Lifegate», proseguono gli organizzatori. «Collaboriamo con l’associazione Save The Olives (Puglia), un’organizzazione no-profit di volontari che affronta l’epidemia di Xylella Fastidiosa in Puglia. Un impegno per dare speranza al patrimonio culturale, ambientale ed economico che gli ulivi significano per la cultura mediterranea».

Per questo (anche) il tema principale della sesta edizione era AnteFuture. Per il desiderio di guardare verso il futuro rimanendo ancorati anche alle tradizioni del passato. E le parature, che dalle piazze di paese si trovavano decontestualizzate in un luogo così inusuale per loro, erano lì a ricordarlo. Sempre per questo è stata chiamata una figura così iconica per la musica italiana – ma decisamente (e apparentemente) lontana dalla scena house e techno – come quella di Tullio de Piscopo. E il pubblico di ventenni che segue quella scena ha risposto in maniera entusiastica.

Tullio de Piscopo al Polifonic

«Quello di De Piscopo è uno dei nomi di cui siamo stati più orgogliosi, questo è sicuro», proseguono Marco Sala e Michele Girone. «Ma siamo fieri anche di aver portato gli Another Taste (che sono una delle realtà più fresche in circolazione al momento). E siamo anche contenti della presenza di artisti come D.Tiffany, Palms Trax e di Dixon, un ritorno importante, dopo la presenza nel 2019, per Polifonic. Eravamo curiosi anche del set di BSS che ha chiuso il palco Stone nella cava così come di quello Bambounou. Ma siamo anche molto felici di avere dato spazio a talenti “nostri”, come Dirty Channels, Mazzetti, Z.I.P.P.O., a cui abbiamo dato grande rilevanza nella nostra programmazione».

Non resta che organizzarsi, appena usciranno le date, per l’edizione 2025. Con l’anteprima milanese che dal 2022 si tiene nel Parco di Novegro. Non sarà come camminare per le stradine con gli ulivi di fianco, per andare da un palco all’altro (erano ben 4) alla masseria Capece, o come vedere un live con le cave rocciose sullo sfondo, ma vi assicuriamo che vale la pena anche quella.

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