Sei dischi imperdibili per il Record Store Day 2024
Oggi inizia il RSD, arrivato alla sua 17ma edizione. Come sempre, una valanga di vinili da trovare andando direttamente nei negozi di dischi, quelli sopravvissuti. C’è sempre l’imbarazzo della scelta tra chicche pop, rock, jazz, elettronica e anche hip hop (sempre più titoli). Noi ve ne consigliamo sei
Arriva il Record Store Day, appuntamento sempre interessante per gli amanti del vinile, anche se – detto da un quasi collezionista compulsivo – negli anni la selezione dei prodotti scelti da stampare per l’occasione non è che sia di primissima scelta. Spesso le copertine sono terrificanti, in più, c’è sempre meno accuratezza nei dettagli e si punta sempre di più sul vinile colorato che è in trend da qualche anno. Comunque è sempre un piacere, almeno per un sabato all’anno, vedere persone ammassarsi tra gli scaffali in un negozio di dischi. Una cosa che trent’anni fa era prassi per chi amava la musica: fare un salto il sabato pomeriggio a comprarsi un paio di dischetti.
La madrina del 2024 è Kate Bush
Se la qualità delle selezioni per le ultime edizioni del Record Store Day non sono sorprendenti, notiamo però che sì è alzata notevolmente l’asticella sulla scelta degli ambasciatori ufficiali. Lo scorso anno era stata addirittura la regina del pop americano contemporaneo Taylor Swift. Quest’anno è toccato a un’icona della musica pop tout court, l’inglese Kate Bush. Queste le sue parole: «Il valore aggiunto del vinile è che incoraggia le persone ad ascoltare gli album. Una forma d’arte che ho sempre pensato possa essere apprezzata in modo unico. Un album in vinile è una cosa bellissima, confermata dalla sua identità forte, grazie alla sua copertina di grandi dimensioni. C’è un legame molto più personale con l’artista e il suo lavoro».
L’artista inglese ha reso disponibile per l’occasione un’edizione speciale in 10″ di Eat the Music, titolo, che è un omaggio giocoso alla Dodicesima Notte di Shakespeare: «Se la musica è il cibo dell’amore, suonatela». Originariamente previsto come primo singolo dal suo album del 1993 The Red Shoes, gli è stato preferito in seguito Rubberband Girl. Oltre a Eat the Music, il singolo in uscita il 20 aprile per il Record Store Day include anche Big Stripey Life.
Veniamo a una stretta selezione di release che escono oggi in esclusiva e in versioni limitate tra il centinaio e oltre.
Le nostre scelte per il Record Store Day
Blur – Parklife
Si celebra tra pochissimo (il 25 aprile) il trentennale del loro terzo disco in studio. Dopo l’uscita, di scarso successo, dei loro primi due ottimi album – Blur e Modern Life Is Rubbish – la band inglese sembrava trovarsi a un punto morto. Schiacciati dal crescente successo della musica grunge americana, molti dei gruppi che si rifacevano al movimento “indie” rischiarono d’implodere. Il loro manager Dave Balfe, infatti, era in procinto di lasciarli andare. Ma accadde il miracolo e, da allora, complice anche l’esplosione del fenomeno brit-pop, i Blur diventarono “huge”.
Oltre a una riedizione del vinile nero, per il Record Store Day è stato proposto un picture disc molto divertente in versione zoetrope. Lo zootropio è una tecnica di animazione pre-film che produce l’illusione del movimento ritraendo una sequenza di disegni che mostrano le fasi progressive di quello stesso movimento. Per la cronaca, anche gli album di George Harrison, Electronic Sound e Wonderwall Music, sono stati ristampati per il RSD in questa versione.
The Doors – Live at Konserthuset, Stockholm 20/09/1968
I concerti dei Doors del 1968 a Stoccolma vengono riproposti in un nuovo set da triplo LP. Le registrazioni sono state mixate e masterizzate dai nastri originali a quattro tracce da Bruce Botnick, tecnico e mixer di lunga data della band. La prima edizione in vinile (splatter) che conteneva l’integrale registrazione dai nastri originali venne pubblicata sempre in triplo vinile nel 1985. Ne esistono pochissime copie ancora disponibili e a un prezzo non inferiore ai 300 euro.
Il tour dei The Doors di quell’anno per la promozione di Waiting For The Sun, (purtroppo solo sei le date in Europa), fu assolutamente straordinario. La band era ispirata e carica di tensione. Qui moltissimi brani, diventati poi epocali, sono suonati in modo eccezionale con una resa spesso superiore alle versioni in studio. Un documento imperdibile.
The Cure – The Top
Rimasterizzato nel 2016 da Robert Smith e realizzato in vinile 180 grammi, oggi vede per la prima volta la sua versione in picture disc. Un trattamento ufficiale che sta ricevendo tutta la discografia della band .Che dire di The Top? Il quinto album del gruppo inglese uscì nell’aprile del 1984 (a due anni esatti dal precedente disco Pornography) su Fiction in Gran Bretagna e raggiunse il decimo posto della classifica inglese. Negli Stati Uniti, invece, venne pubblicato dalla A&M.
Si tratta di un’opera che divide i fan da sempre: c’è chi lo adora (io faccio parte di quella schiera) e chi invece lo sente troppo distante dalla meravigliosa trilogia “dark”. Ma The top è il disco che contiene molto di quello che verrà, come accade con lo splendido singolo ammaliatore che anticipò l’usicta dell’album, The Caterpillar. Per i nostalgici della prima ora ci pensano la title track, soffusa ed essenziale, a richiamare 17 Seconds, mentre Shake Dog Shake sembra un’outtake di Pornography. Disco bellissimo, lo ripeto, ed è da vero fan innamorato prendersi la versione picture.
De La Soul – Live At Tramps, NYC, 1996
I De La Soul nel 1996 non erano certo nel loro momento apicale di creatività. Avevano dato alle stampe Stakes Is High che non era certamente al livello dei predecessori 3 Feet High and Rising del 1989 e De La Soul Is Dead del 1991. Questo album dal vivo che arriva dopo quasi 10 anni di onorata attività è però una gemma assoluta. Il terzetto è all’opera nel famoso nightclub Tramps di New York, con le apparizioni dell’allora sconosciuto rapper fka ovvero Mos Def, dei Common e dei Jungle Brothers.
Ovviamente vi godrete i mille ingredienti – il funk, il rap, il soul, il jazz, il reggae e persino la psichedelia – che i De La Soul sono stati capaci di amalgamare con un innegabile talento pop. Tutto ciò permise al gruppo di ottenere le massime attenzioni da parte della critica, non solo “black”, e di irrompere nelle classifiche americane con un’autorevolezza strabiliante. Disco imperdibile e disponibile in doppio vinile giallo neon.
Kristin Hersh – Hips and Makers
Quando pensi alle donne della musica degli anni ’90, lei non è il primo nome che viene in mente. Pensi subito a Björk, Tori Amos, Alanis Morrissette e se sei una persona con l’anima rock, ci sono Courtney Love e PJ Harvey. Ma andrebbe considerata anche Kristin Hersh, che si era fatta metà anni ’80 con la straordinaria band dei Throwing Muses con la sorellastra Tanya Donnelly, e arrivò al suo primo disco da solista solo nel 1994.
Hips and Makers è un piccolo gioiello indie rock folk che ogni cantante che abbia le velleità di prendere quella strada, dovrebbe ascoltare con attenzione. Contiene anche un capolavoro, Your Ghost, che come ci ha raccontato fece in duetto con un Michael Stipe quasi a sua insaputa. Finalmente ristampato per questa edizione del Record Store Day, merita un pensiero.
Nightmares on Wax – Carboot Soul
George Herbert Evelyn è il deus ex machina di questo bellissimo progetto musicale che affonda le sue radici nel 1988. Carboot Soul è il terzo album in studio e anche il capolavoro dei NoW. Era il 1995 stava per esplodere il trip hop, Tricky faceva parlare di sé per l’oscuro e magnifico Maxinquaye e i Massive Attack finalmente pubblicavano il loro attesissimo secondo album, Protection. È il disco solare che ci stava benissimo in quel periodo e in quel contesto dalle venature in generale più notturne e urbane.
Il disco divenne rapidamente un must ibizenco, Josè Padilla lo suonava ogni weekend e Les Nuits divenne un classico del Café de Mar. Evelyn creò un neo soul che s’immergeva nei ritmi trip hop perfettamente. E riascoltarlo in vinile è “la morte sua”.