Interviste

Lost Frequencies a tutto tondo su AI, estinzione dei club e progetti futuri

Il talentuoso producer belga sta per far uscire il suo nuovo album. L’abbiamo intercettato poco prima della sua data dal vivo nella sua “seconda casa”, il FIVE Palm Jumeirah a Dubai

Autore Tommaso Toma
  • Il7 Ottobre 2023
Lost Frequencies a tutto tondo su AI, estinzione dei club e progetti futuri

Lost Frequencies (foto di Lonneke Van Der Palen)

Lost Frequencies è stato ed è ancora in parte (ma giusto perché il nostro si è giustamente addentrato in nuovi territori) una figura di spicco del fenomeno EDM.

La sua innata sensibilità pop e le sue capacità tecniche come producer e DJ di musica elettronica e dance lo hanno facilitato tantissimo per diventare uno dei più amati di questa scena. Anche dal pubblico italiano, che quest’estate al Nameless ha ballato il set di Lost Frequencies.

Siamo alla vigilia dell’uscita del nuovo album di Lost Frequencies: in questa intervista ci siamo fatti dire qualcosa in più sui suoi progetti e non solo, poco prima del suo live nella sua “seconda casa”, il FIVE Palm Jumeirah a Dubai.

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Lost Frequencies (foto di Lonneke Van Der Palen)

L’intervista a Lost Frequencies

Ormai è assodato che tu – come gran parte dei DJ superstar – ti esibisca sempre più spesso in location dalle dimensioni gigantesche, che siano festival o raduni solo di elettronica. Intanto qui in Italia, ma non solo, tantissime discoteche e club stanno chiudendo. Quali sono le tue riflessioni?

Non penso che nel complesso tutto questo abbia un effetto totalmente negativo. Senza alcun dubbio è un peccato notare che le discoteche e i club più piccoli stanno chiudendo. Sta accadendo anche nel Regno Unito, dove i locali di base non hanno tanti finanziamenti. Sia gli artisti che i clubber devono mostrare un po’ di amore e di rispetto per queste realtà.

Sono davvero convinto che ci sia spazio per eventi di tutte le dimensioni. Ricordiamoci che i club possono dare una certa identità a una città. La pista da ballo è un luogo inclusivo ed è in queste realtà che noi tutti ci facciamo le ossa e impariamo il nostro mestiere.

A proposito di club, dobbiamo ringraziare il FIVE Palm Jumeirah a Dubai che ci ha aiutato a contattarti. Infatti hai appena suonato in quella suggestiva cornice per la riapertura del loro evento sulla spiaggia Bohemia e del loro club The Penthouse.

Il FIVE occupa decisamente un posto speciale nel mio cuore. Sono stato il primo a suonare nel loro hotel durante una festa di Capodanno. È stato l’inizio di un fantastico rapporto! Vado spesso a Dubai e passo sempre dalla mia “seconda casa” che è proprio il FIVE.

I tuoi fan stanno attendendo il tuo prossimo album. Abbiamo letto che potrebbe esserci una canzone con influenze drum’n’bass.

Posso dire che sarà una sorta di istantanea di dove mi trovo adesso come artista e dei suoni che non solo amo, ma che mi stanno influenzando. Oltre alla house più rilassata del mio recente singolo The Feeling, ci saranno tracce leggermente più progressive e allegre come Where Are You Now. Ci saranno anche una serie di collaboratori con cui approfondiremo insieme altri generi. Non volevo limitarmi a una sola palette di suoni o un genere.

Ho letto in alcune tue interviste che sei un musicista autodidatta. Mia curiosità: da bambino seguivi il Metodo Suzuki?

Non avevo mai sentito parlare del Metodo Suzuki prima, interessante! La mia famiglia aveva creato per me un ambiente in cui ero libero di esprimermi. Il fatto che ci fossero a disposizione degli strumenti e tanta musica da ascoltare ha contribuito ad alimentare la mia passione. Ho iniziato a produrre guardando molti tutorial e continuo a farlo per alcuni nuovi speciali trick.

Quanto ti ha aiutato essere anche musicista quando sei sul palco come DJ?

Tanto. Mi aiuta non solo a vedere le cose dal punto di vista della produzione computerizzata ma anche a pensare a come posso aggiungere ulteriore strumentazione su una traccia o un remix. Soprattutto con i miei spettacoli dal vivo, io e il mio team, dove ci sono straordinari strumentisti e cantanti, siamo stati in grado di sperimentare ed espandere davvero il nostro suono in un ambiente dal vivo. È qualcosa che ho sempre desiderato fare.

Chi è il producer che più ti ha colpito quest’anno?

Sono davvero stupito da Fred Again..! La sua musica è straordinaria e sta lavorando benissimo con i sampler con l’aggiunta di tocchi personali a una vasta gamma di generi. I suoi dischi sono costantemente brillanti.

Mi piacerebbe sapere quale pensi sia il futuro della scena elettronica/dance.

Penso che in termini di genere stiamo vedendo molto più hyperpop e techno più dura al giorno d’oggi, brani ancora più vivaci e in stile NRG che ho sentito molti dei miei colleghi includere nei loro set, quindi è una sorta di omaggio ai classici stili e generi europei.

Quale sarà l’effetto dell’intelligenza artificiale? Ci saranno produzioni generate dall’AI a dominare le classifiche e gli spettacoli 3D aumenteranno nella domanda?

Senza alcun dubbio gli spettacoli in 3D aumenteranno, ma quanto successo o quanta creatività avranno? Dobbiamo vedere nel tempo. Intanto HOLO di Eric Prydz e gli show dei Tale Of Us sono tra i migliori in circolazione.

Riguardo all’intelligenza artificiale, ci sarà un momento difficile per i producer. Ha i suoi vantaggi ma anche degli svantaggi e solleva alcune domande sul copyright e sulla proprietà intellettuale. Sono interessato a vedere anche in questo caso come e dove andrà a finire.

In questo scenario iper-tecnologico, che ruolo avrà il DJ/producer?

Spero che il producer rimanga attivamente creativo, come sempre è stato, con l’intelligenza artificiale che funga solo da strumento per migliorarci, piuttosto che soppiantarci!

Per chiudere l’intervista, in una frase descrivi questo 2023 di Lost Frequencies.

Un anno straordinario, memorabile ed emozionante, e non è ancora finito!

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