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Intervista a Martin Solveig: «Mi sento parte della famiglia Tomorrowland»

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Martin Solveig, headliner di UNITE with Tomorrowland, che non vede l’ora di condividere con il pubblico italiano la sua energia e i nuovi sound a cui sta lavorando

Autore Billboard IT
  • Il23 Maggio 2018
Intervista a Martin Solveig: «Mi sento parte della famiglia Tomorrowland»

Mancano due mesi a UNITE With Tomorrowland Italia! La magica festa che si terrà il 28 luglio al Parco di Monza, per la prima volta nel nostro Paese grazie a 5 Guys Company in collaborazione con F&P Group Srl e Jaguar Florence Club, sarà in contemporanea con l’evento madre a Boom (Belgio) e altre sei nazioni del mondo: Abu Dhabi, Libano, Malta, Messico, Spagna e Taiwan.

TML Unite
Tomorrowland (foto di Mike Gomez)

La pagina Facebook dell’evento è in costante aggiornamento con i nomi degli artisti che calcheranno il palco di UNITE With Tomorrowland Italia e quelli che saranno trasmessi in diretta streaming mondiale. Tra i nomi confermati Martin Solveig, Claptone, Klingande, Yves V e il producer italiano Mike Dem.


Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Martin Solveig, che non vede l’ora di condividere con il pubblico italiano la sua energia e i nuovi sound a cui sta lavorando.

Cosa si deve aspettare il pubblico dal tuo live a UNITE With Tomorrowland Italia?


Si deve aspettare un alto livello di energia e tantissimi nuovi pezzi. Non ho girato molto in tour ultimamente. Sono stato impegnato al lavoro su nuovi progetti, così ho scoperto molti artisti. Non vedo l’ora di condividere i nuovi suoni e quelle vibrazioni fresche con i miei amici italiani.

Hai un legame particolare con il Tomorrowland?

Senz’altro! Suono al Tomorrowland ormai da tanto tempo: è diventato un appuntamento che non perderei mai. In genere le persone vengono da ogni angolo del globo per partecipare. Ballare insieme è una bellissima benedizione. Mi sento parte della famiglia Tomorrowland.

C’è differenza fra le perfomance ai festival e i tuoi show solisti?


Il live di un festival è come uno spettacolo di fuochi d’artificio. Il ritmo è alto, in certe parti suono come se fosse un concerto hip hop, anche se è in corso un grosso cambiamento dato dal fatto che il pubblico segue molto meglio set in cui cresci in intensità progressivamente. Sto lavorando molto su questo. I festival sono semplicemente divertimento. Gli spettacoli “boutique” o solisti sono più personali.

Martin Solveig staging

Qual è il tuo pezzo infallibile per far ballare le persone?

Non è certo un segreto: Grey di Kölsch è un pezzo che non ho mai smesso di suonare. La reazione del pubblico ogni volta che la lancio è davvero pazzesca. È diventato un mio classico.

Sei già stato in Italia alcune volte. Cosa pensi del nostro paese?


Non voglio suonare troppo scontato ma mi sento davvero legato all’Italia. Ho cominciato a suonarci vent’anni fa, ho stretto molte amicizie, ormai ho le mie abitudini “italiane”, i miei posti dove amo andare, le cose che mi piace fare. Ho trovato la mia Dolce Vita!

Chi è l’artista con cui hai collaborato che preferisci e perché?

Fra i miei preferiti c’è Alma. Lei lavora sodo, è comprensiva e sensibile. Dal punto di vista di un producer è stato un sogno lavorare con lei. È davvero divertente e ha una forte personalità che la rende ancora più piacevole.

Martin Solveig on stage

Hai iniziato a fare il DJ a 13 anni. Qual è stato il tuo approccio iniziale a questa scena?


Allora si trattava solamente di far ballare i miei amici. La prima cosa che ho imparato è stata “leggere” le reazioni del pubblico, adattandomi ma anche osando.

Qual è il tuo obiettivo per la fine dell’anno?

Esprimere me stesso attraverso nuova musica e lavorare a nuovi modi per condividerla con i miei fan.

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