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I promoter contro le capienze all’80%: «Inadeguate e inutili»

Tutti chiedono una data certa per il ritorno delle capienze al 100% per gli eventi al chiuso. Se non si prendono decisioni concrete e immediate si rischia “la morte del settore”

Autore Billboard IT
  • Il29 Settembre 2021
I promoter contro le capienze all’80%: «Inadeguate e inutili»

Foto Unsplash di israel palacio

Un appello rimasto totalmente inascoltato. È quello di tutti i Produttori di Musica dal Vivo, dalle principali associazioni di categoria e di oltre 300 artisti italiani e stranieri lanciato lo scorso 24 settembre al Premier Mario Draghi e al Governo. Dal Cts è arrivato l’ok per far salire le capienze di cinema, teatri e sale da concerto al 100% all’aperto e all’80% al chiuso. L’ennesima sconfitta per tutto il settore, che ancora una volta vede inascoltata la richiesta di tornare al 100% delle capienze anche al chiuso attraverso l’utilizzo del Green pass.

«Le notizie che circolano in questi giorni di aumento all’80% della capienza per gli spettacoli al chiuso è totalmente inadeguato e inutile. Questo vale per la maggior parte dei concerti già più volte rinviati. Ma anche per quelli futuri che necessitano di capienze al 100% e nessun distanziamento». A scriverlo sono tutti i promoter e sostenitori dell’appello “Presidente Draghi Aiuto! Salviamo la Musica Live“.

Il settore della musica live sta morendo, vanno aumentate subito le capienze

Le posizione assunte dal Cts e il silenzio del Governo hanno fatto emergere quanto «La gravità della situazione, che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori e tutta l’intera filiera della musica dal vivo, sia del tutto sottovalutata, se non addirittura ignorata».

Secondo i promoter e i sostenitori dell’appello per salvare la musica dal vivo è indispensabile fissare “un obiettivo percentuale di popolazione vaccinata. E, di conseguenza, una data certa per la ripartenza “non più rimandabile“. Oggi, come sottolineano, si può contare sullo strumento del Green pass «ritenuto idoneo per qualunque altra forma di ‘assembramento’. Evidentemente non per i concerti che hanno bisogno di molto anticipo per essere adeguamente organizzati». «Eppure all’estero quasi tutti i Paesi hanno riaperto al 100% senza alcun distanziamento. I pochi che ancora non hanno riaperto hanno fissato una data certa per la riapertura» hanno aggiunto i promoter.

Adesso tutti confidano nel Governo e nella politica affinché «facciano la loro parte non limitandosi ad essere puri esecutori di quanto dettato dal Cts. Devono affrontare questa grave situazione che affligge tutto il sistema della musica dal vivo e dello spettacolo nel suo complesso. Lo si faccia subito, in maniera adeguata prendendo adesso decisioni non più rimandabili in una situazione gravissima che, come dichiarato da tutte le parti in causa e stigmatizzato con forza dalla SIAE, è di morte certa per l’intero settore».

 

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