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Marracash risponde alle accuse di presunta vicinanza al boss della Barona: «Non sono mai stato e mai sarò al servizio di nessuno»

Nelle ultime ore Il Fatto Quotidiano ha riportato una nota della polizia penitenziaria allegata a un’indagine in cui si parla anche di Guè. «Non ho mai inneggiato alla liberazione di criminali»

Autore Billboard IT
  • Il8 Dicembre 2023
Marracash risponde alle accuse di presunta vicinanza al boss della Barona: «Non sono mai stato e mai sarò al servizio di nessuno»

Marracash e Guè al Marrageddon di Milano, 23 settembre 2023, foto di Federico Hurth

Marracash ha risposto alle accuse mosse nelle ultime ore sulla sua presunta vicinanza al boss della Barona Nazzareno Calajò. Lo ha fatto attraverso il proprio profilo ufficiale Instagram, con 8 storie dettagliate in cui ha attaccato. «Spero che le testate vogliano immediatamente modificare i titoli e gli articoli stessi. In ogni caso mi riservo di agire legalmente contro ogni tipo di diffamazione nei miei confronti».

Ma andiamo con ordine e partiamo con quanto accaduto stamattina. Secondo una nota conclusiva della polizia penitenziaria allegata a un’indagine dei pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco, Guè e Marracash si sarebbero messi «al servizio» del boss della Barona Nazzareno Calajò, conosciuto per lo più come Nazza. A riportare l’inchiesta Il Fatto Quotidiano. Che tuttavia specifica doverosamente che né il rapper di Persona né il membro dei Club Dogo sono indagati o coinvolti.

«Non sono mai stato e mai sarò al servizio di nessuno» scrive Marracash nella prima storia. «Non è la prima volta che parlo di questi fatti e di queste persone, anzi lo faccio più o meno da 20 anni nelle canzoni e nelle interviste. Ma è la prima volta che questa cosa viene utilizzata in questo nuovo clima di denuncia del nostro genere musicale».

La risposta punto per punto di Marracash

«Non ho mai inneggiato alla liberazione di criminali, mai detto “free Nazza dal palco”. Ho salutato una persona che conosco come uomo, da quando sono ragazzo» scrive Marra in una delle sue storie. Il riferimento è a quanto riportato dal Fatto. Nella nota della polizia penitenziaria si legge che il 22 settembre 2022 al Forum Marracash avrebbe rivolto un pensiero al boss. «Ci tengo a ringraziare la gente del mio quartiere venuta a queste serate. Mattia (Mattia Di Bella, noto come Rame), Kalash (Alessandro Calaiò), Momo e soprattutto il grande zio Nazza. Un abbraccio!». Nazza allora si trovava ai domiciliari e il figlio Kalash invece in carcere. Il video del concerto era stato poi inviato da Luca Calajò alla zia e alla moglie del boss, con il messaggio: «Fai un video, lo zio che ringrazia Marracash. L’ha salutato davanti a tutti, fai fare un video allo zio».

Secondo la procura poi, la solidarietà degli artisti a Calajò sarebbe dimostrata anche dalle magliette con la scritta “Nazza libero” e “Verità per Nazza”, altra cosa smentita da Marracash. «Non sono mai stato costretto a indossare nessuna maglietta e infatti non l’ho indossata. L’articolo sostiene il contrario ma non pubblica la foto, proprio perché non esiste». Poi Marra difende anche il rapper Rame, accusato di girare soldi al boss. «Il 10% di cui si parla nell’articolo è la percentuale che Young Rame versa al suo management, esattamente come fanno tutti gli artisti. Io stesso non ho mai versato percentuali se non alle persone che lavorano alla mia musica con me».

Il video di Love e l’attacco al rap italiano

Nella nota divulgata dal Fatto Quotidiano, si fa riferimento anche ai videoclip, nello specifico a quello di Love. «È noto che la famiglia Calajò domini il quartiere Barona. E il suo predominio lo ha ottenuto anche grazie al consenso di parte della popolazione residente. Alimentato mediante numerose comparse dei principali esponenti della famiglia criminale nei videoclip di famosi cantanti rapper come Guè Pequeno, Marracash e Young Rame il cui tema principale è l’ostentazione del lusso, del denaro facile e l’esaltazione della violenza. La fama e il successo dei rapper sono un utile tornaconto per i Calajò. E una perfetta cassa di risonanza per la sua professata innocenza», si legge nella nota divulgata.

Marracash ha risposto anche a questa insinuazione. «Il video di Love non è affatto un’ostentazione di ricchezza e violenza, ma l’esatto opposto. Nel video compaiono diversi pregiudicati e lo scopo è promuovere l’unità e la fratellanza tra quartieri. Proprio per cessare le rivalità e descrivere il disagio di chi resta intrappolato in una certa vita» spiega il rapper. «Crescere nel mio quartiere mi ha fatto venire in contatto con realtà criminali, ma non mi ha mai impedito di essere una brava persona, né di non saper distinguere il bene dal male» continua Marracash.

Il rapper milanese ha chiuso difendendo la scena hip hop. «È davvero mortificante realizzare che in questo momento il genere musicale più popolare e più giovane in Italia sembra davvero essere sotto strategico attacco da parte di un certo tipo di istituzioni e di giornalismo. Generici attacchi ai testi dei cosiddetti “trapper”, decontestualizzati e spogliati della musica fino a renderli indifendibili. Poi le feste in piazza che saltano per una rilettura faziosa e ignorante di interpretazioni di realtà drammatiche che purtroppo esistono e che nel rap trovano voce nonché denuncia. Sarebbero occasione per l’apertura di dibattito e confronto con gli autori, invece vengono criminalizzati e scartati come spazzatura. Ulteriori occasioni perse per questo Paese di molte pance e poche teste».

La risposta di Guè

Nella nota si legge anche che il 10 luglio, durante il suo concerto all’Ippodromo di San Siro Guè dal palco avrebbe salutato il boss: «Nazza libero, Free Nazza! Una mano su!». In quel momento, infatti, Calajò si trovava in carcere da due mesi per traffico di droga. Da un’intercettazione di Nazza emerge: «Altro che non servono a un cazzo i cantanti, i cantanti servono! Adesso m’hanno fatto una canzone per me Marra, Guè e lui (Rame). Compongono le canzoni per me! Hai capito?! Guè pure mi ha fatto una canzone Il tipo».

Se Marra ha commentato le insinuazioni con diverse storie Instagram, Guè lo ha fatto su X, utilizzando il suo proverbiale sarcasmo: “Il Babbo Quotidiano”, si legge infatti in un tweet pubblicato da Mr. Fini sul proprio profilo.

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