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Il mercato discografico italiano continua a crescere: +11,1% nel 2022 e 371 milioni di fatturato

Lo rivela FIMI, che ha diffuso oggi (martedì 21 marzo) i dati relativi all’anno passato, in concomitanza con il lancio del “Global Music Report 2023” di IFPI, che fotografa la situazione a livello mondiale

Autore Billboard IT
  • Il21 Marzo 2023
Il mercato discografico italiano continua a crescere: +11,1% nel 2022 e 371 milioni di fatturato

Foto di Ryan Quintal / Unsplash

Per il mercato discografico italiano il 2022 si è chiuso con un fatturato complessivo di 371 milioni di euro, con una crescita dell’11,1% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dai dati annuali di FIMI, diffusi oggi (martedì 21 marzo) in concomitanza con la pubblicazione del Global Music Report 2023 di IFPI, che fotografa la situazione a livello mondiale.

I dati di mercato diffusi da FIMI

Come di consueto la crescita è trainata dallo streaming, che aumenta complessivamente del 17,7% e rappresenta il 66,7% dei ricavi totali del settore discografico in Italia.

Il segmento premium cresce del 13,7% e vede persino un numero di stream maggiore rispetto al free. Quest’ultimo comunque cresce del 36,2%, dato che – fa notare FIMI – include anche i ricavi da social media come Facebook, Instagram e TikTok. La puntualizzazione non è casuale e si riferisce al caso SIAE-Meta: di recente il CEO Enzo Mazza ha dichiarato che – per il solo settore discografico, escludendo quindi il lato publishing – le piattaforme di Meta hanno generato oltre 20 milioni di ricavi in Italia.

Il comparto fisico cala del 2,2% ma continua la crescita del vinile (+11,7%). Sono ormai dieci anni tondi da quando cominciò il suo revival anche in Italia. Il nostro mercato fisico resta comunque uno dei più forti a livello internazionale, posizionandosi all’ottavo posto.

Positivo anche il bilancio delle sincronizzazioni (ovvero l’utilizzo di musica in pubblicità, film, serie TV): +26,5% sul 2021, con oltre 13 milioni di fatturato.

Anche il music export (ovvero le revenue derivanti da consumo di musica italiana all’estero) vede il segno più. La crescita è del 15% per un totale di 22 milioni di euro. L’incremento è guidato in particolare dai ricavi digitali, in crescita del 12% rispetto all’anno scorso. Il dato è dato meno spettacolare rispetto al salto da 11 a 19,1 milioni che si era registrato nel 2021. Ma del resto quello era l’anno del boom globale dei Måneskin.

I dati globali di IFPI

Parallelamente alla diffusione dei dati FIMI, IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) ha reso pubblico il “Global Music Report 2023”. Dal report si evince che il mercato a livello globale è cresciuto del 9% nel 2022, per un totale di 26,2 miliardi di dollari di fatturato. È l’ottavo anno consecutivo di crescita.

Lo streaming rappresenta il 67% delle revenue globali, in linea con il dato italiano. Il segmento premium è cresciuto del 10,3% e oggi conta 589 milioni di utenti nel mondo.

I dieci mercati più grandi sono i seguenti, nell’ordine: Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Cina, Francia, Corea del Sud, Canada, Brasile Australia.

Colpisce subito l’uscita dell’Italia, che vi era rientrata nel 2021. Enzo Mazza lo spiega così: «Quest’anno l’area euro è stata fortemente penalizzata dal cambio rispetto al dollaro. Questo si riflette inevitabilmente nell’impatto sulla Top 10 dei mercati, che ha visto l’Italia uscire dai primi».

La grande novità semmai è rappresentata dalla Cina, che sale alla quinta posizione, scalzando la Francia. Una circostanza che ha dell’eccezionale visto che – come specifica in conferenza stampa Frances Moore, CEO di IFPI – la Top 5 era rimasta pressoché invariata per anni.

A livello di macro-regioni, quelle che crescono più rapidamente sono l’Africa subsahariana (+34,7%), il Sud America (+25,9%) e il Medio Oriente (+23,8%).

Quest’ultimo era il primo di questa graduatoria l’anno scorso, ma il suo potenziale rimane notevole, come osserva in conferenza stampa Simon Robson, a capo dell’International Recorded Music di Warner. L’impatto della musica degli artisti mediorientali non si esaurisce in quel mercato ma ha un’impronta globale, non solo per via della diaspora araba ma anche perché – come è successo alla musica Latin – sta cominciando ad avere una diffusione presso altri pubblici.

Il Global Music Report 2023 è disponibile qui.

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