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The Weeknd accusato di plagio per la canzone “Call Out My Name”

Purtroppo, l’artista canadese non è nuovo alle accuse che più di una volta hanno coinvolto lui e il suo team di produzione per violazione del copyright. Stavolta, tocca alla nota canzone del 2018

Autore Billboard IT
  • Il22 Settembre 2021
The Weeknd accusato di plagio per la canzone “Call Out My Name”

The Weeknd, foto di Matt Baron/Shutterstock

Secondo quanto riportato da Billboard.com, Abel Tesfaye, meglio conosciuto come The Weeknd, è stato accusato di aver plagiato un duo electro house per la sua traccia Call Out My Name, estatta dall’EP del 2018 My Dear Melancholy.

Suniel Fox e Henry Strange, questi i nomi dei componenti del gruppo Epikker, hanno fatto causa a Tesfaye e ai co-autori di Call Out My Name, Frank Dukes e Nicolas Jaar. Non solo, hanno coinvolto nelle accuse di plagio anche i relativi editori e Universal Music Group per violazione del copyright, a causa delle somiglianze della canzone con il loro brano Vibeking. Sebbene la canzone non sia al momento disponibile pubblicamente, la registrazione è stata in passato recensita da Billboard.


Stando a quanto riporta la causa legale – depositata il 17 settembre – le due tracce avrebbero lo stesso ritmo e le stesse indicazioni temporali. Il duo di Vibeking ha affermato anche che nonostante le canzoni abbiano diverse tonalità, hanno però melodie identiche. Il tutto si ritrova nel momento del ritornello, in cui The Weeknd canta “So call out my name” e altre variazioni sullo stesso. Anche il ritmo di questi ritornelli è identico, secondo quanto riportato ancora nei documenti della causa.

La storia del brano Vibeking

Vibeking era stata creata per la prima volta nell’aprile 2015 ed è stata pubblicata “intorno all’aprile o maggio 2017”, secondo la denuncia. Il duo sostiene che intorno all’aprile 2015 aveva inviato Vibeking a PNDA, uno degli ingegneri del suono di Tesfaye, per farla arrivare alle orecchie dell’artista. Fox e Strange, comunque, avevano già inviato altre tracce e composizioni originali in passato a The Weeknd, per sottoporle a una valutazione.


Il 29 aprile 2015, poi, PNDA ha dichiarato a uno degli autori di Vibeking che Tesfaye aveva risposto con un commento compiaciuto alle e-mail contenenti la traccia. Ancora una volta, il 15 maggio 2015, PNDA ha riferito a uno degli scrittori che The Weeknd aveva ascoltato Vibeking. Il commento dell’artista fu nuovamente entusiasta, riconfermando il pensiero di poche settimane prima.

Successivamente, PNDA aveva detto a Strange: «Dirò a The Weeknd che è stato il nostro team di produzione a scrivere la traccia. OK? O hai un’altra idea? Non voglio dirgli che l’hai scritta tu, se non ti conosce». Strange, a questa affermazione, aveva ribattuto: «The Weeknd mi conosce, conosce entrambi. Di’ che ci siamo incontrati durante il tour di Drake anche con Ponytail, che è un altro del nostro team di produzione».

L’accusa di plagio

Dopo questa corrispondenza, gli autori di Vibeking non hanno mai ricevuto alcuna licenza o accordo dal team di The Weeknd per autorizzare l’uso della canzone. Il 30 marzo 2018, l’EP di My Dear Melancholy, con dentro Call Out My Name come primo singolo estratto, è stato pubblicato elencando solo Tesfaye, Frank Dukes e Nicolaas Jaar come suoi autori.

La canzone ha accumulato almeno 1,06 milioni di dollari in royalties di pubblicazione solo negli Stati Uniti da streaming, vendite e airplay, secondo le stime di Billboard basate sui dati di MRC Data. Questa stima esclude eventuali royalties di pubblicazione derivanti dalla sincronizzazione e dalle licenze generali.


The Weeknd, se errare è umano, perserverare è diabolico

Secondo Chris Ghazarian, avvocato che rappresenta il duo di scrittori di Vibeking insieme a Stephen Doniger e Benjamin Tookey, «The Weeknd non è estraneo alle accuse di plagio, e questo è probabilmente il caso più eclatante fino ad oggi», ha affermato.

Non è la prima volta, infatti, che Tesfaye è accusato di violazione del copyright. Nel 2015, la superstar è stata accusata di plagio per The Hills, mentre nel 2018 è finito al centro della polemica il brano Pray For Me in collaborazione con Kendrick Lamar. La traccia, colonna sonora di Black Panther, è troppo somigliante al brano rock sperimentale del 2007 Sunrise di Yeasayer.

In quest’ultimo caso, però, Yeasayer aveva affermato che non c’era stata alcuna violazione del copyright. Un’altra accusa, invece, è arrivata l’anno dopo, quando Brian Clover e Scott McCulloch hanno intentato una causa per il plagio di una loro canzone del 2005, I Need to Love, presente sull’album Starboy con il nome di A Lonely Night. La causa fu vinta da The Weeknd, anche se Clover e McCulloch hanno fatto appello alla corte.

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