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Icy Subzero: tutto quello che non sai sul rapper romano. L’intervista

L’artista di Mujer e di Vida Loca (appena uscito con Medy) ha le idee molto chiare. Se avete dei preconcetti nei suoi confronti leggetevi quel che ha da dire

Autore Silvia Danielli
  • Il14 Luglio 2023
Icy Subzero: tutto quello che non sai sul rapper romano. L’intervista

Icy Subzero, foto: ufficio stampa

Dici Icy Subzero e sai subito che qualcuno potrebbe avere qualcosa da ridire. Vuoi per il successo repentino grazie a TikTok. O vuoi per le influenze latin. Ma lui, classe 1999, all’anagrafe Matteo D’Alessio da Roma, quartiere Flaminio, non sente di dover dimostrare per forza qualcosa. Per lui parlano gli streaming (138 milioni contando tutti i DSP) e i live affollati in tutta la Penisola. Nonché il fatto di essere stato scelto tra gli artisti su cui puntare per la campagna Radar di Spotify e il milione e 600mila ascoltatori mensili di questo mese che conta sempre sul servizio di streaming (ne aveva raggiunti anche 2 milioni e mezzo).

Il video di Vida Loca di Icy Subzero con Medy

Settimana scorsa è uscito il suo nuovo pezzo Vida Loca insieme a Medy con un sample di Toca Toca, il brano dei Fly Project pubblicato nel 2013 (questa settimana accompagnato da un video).

Per questo ci piace ripercorrere con lui la sua storia dall’inizio. Ben prima che Mujer fosse nelle prime posizioni di TikTok per molti mesi nel 2022 (oggi conta 51 milioni di stream e oltre 21 milioni di views su YouTube per il videoclip ufficiale). E prima che uscisse il suo feat. con Tony Effe HOE + HARD (quasi 13 milioni di stream). Una storia che parte dal negozio di dischi sotto casa sua, Goody Music, dove Matteo da piccolissimo vedeva passare alcuni dei protagonisti del rap della Capitale, senza poter sapere chi fossero.

Icy Subzero e il negozio di dischi Goody Music

«A undici/dodici anni non avevo in testa l’idea di fare musica per forza nella vita. Non studiavo uno strumento, per dire. La mia unica vena artistica era il disegno. Poi alle medie invece sono rimasto folgorato dal genere, come moltissimi del resto».

E poi c’era questo negozio, ora diventato un bar, che attirava in modo inconsapevole l’attenzione di Matteo. «Ci passavano i Flaminio Maphia e i Colle Der Fomento, era la scena urban del periodo. Non sapevo chi fossero ma mi affascinavano moltissimo. La passione è iniziata un po’ più tardi, appunto, guardando MTV Spit a casa di mia nonna. Lì mi aveva colpito moltissimo Fred De Palma».

Icy Subzero e le influenze latin e rap

A proposito di Fred: sembra che tu ne sia l’erede grazie ai ritmi latin (e ne avevamo parlato a lungo con lui).
Guarda proprio qualche settimana fa l’ho incontrato in studio e gli ho raccontato di quanto i suoi freestyle mi fossero stati d’ispirazione da piccolo! Lui è stato il primo a utilizzare un certo tipo di suono latin e all’epoca era stato un tabù. Anche ora lo è, quindi figuriamoci quello che ha dovuto affrontare lui. Poi Fred in particolare ha scelto il reggaeton, mentre io prediligo le influenze latin.

In questo momento assistiamo un po’ a un calo del reggaeton in classifica, sei d’accordo?
Forse un calo del reggaeton, ma non della musica latin, che sta ancora influenzando ancora parecchio! Per esempio, ora sta spaccando in tutto il mondo l’artista messicano Peso Pluma. Le influenze latin sono destinate a espandersi sempre di più. Sono le uniche che danno la possibilità di variare sul mood e sul tempo. Per esempio: la drill ha sempre lo stesso bpm e ti limita. Invece per il reggaeton puoi utilizzare 90, 110 o 128 bpm. È più libero, secondo me.

All’estero il reggaeton viene concepito anche per testi malinconici, in Italia meno.
Voglio infatti far uscire dei miei pezzi con quel mood in futuro. Da noi sembra sempre un genere legato solo all’estate ma per me non è così.

Tornando alla tua formazione: chi erano gli artisti che ascoltavi da piccolo?
Il primo rapper che ho ascoltato, che non si definisce neanche più rap, è stato Fedez, mi piaceva un sacco Faccio brutto. Però poi ascoltavo veramente di tutto.

Icy Subzero e l’adolescenza

E che tipo di adolescente eri?
Molto ribelle nei confronti della scuola e della famiglia. Poi davvero la musica mi ha salvato e mi ha fatto capire come far convogliare le mie energie in maniera sana perché mi ha dato degli obiettivi precisi. Sono sempre stato super diligente fin dai miei primi video.

C’è stato un incontro particolare che ti ha aiutato a farla diventare una professione?
Quello con Baudelaire, il mio primo produttore. Poi lui ha preso un’altra strada lontana dalla musica. Ora, da un po’ di mesi, lavoro con Aiden Lau che per me è fondamentale: io credo che l’artista possa essere bravo quanto vuoi ma se il beat non è valido finisce lì. Insieme abbiamo lavorato per Ego, il primo pezzo che è scoppiato su TikTok, il più particolare del mio EP, Sottozero.

Oggi sono molto più abile ad utilizzare Instagram. Se diventasse TikTok il social più importante avrei qualche difficoltà

Icy Subzero, da TikTok al latin

Il tuo pezzo che ha avuto un successo incredibile grazie a TikTok è stato soprattutto Mujer: ma tu ne eri consapevole?
Prima di lavorarci ero assolutamente come un boomer verso TikTok: fino all’anno scorso non era così sdoganato nella mia generazione. È stata la mia ragazza a mostrarmene per prima l’importanza e così mi sono informato. Però ancora oggi sono molto più abile ad utilizzare Instagram. Se diventasse TikTok il social più importante avrei qualche difficoltà. Certo, per Mujer un tiktoker giovane che l’aveva sentita mi aveva detto che secondo lui avrebbe spaccato di sicuro, ma non molto di più.

Tu senti di essere guardato con un po’ di pregiudizi per essere uscito grazie a TikTok con dei pezzi latin?
Ni: sì e no. Perché non penso proprio di essere nato dal nulla, mi sono fatto tanti live a Roma prima. E poi sono convinto che se una cosa parte da TikTok ma se non è figa non converte. E io invece ho convertito di brutto! Poi per il latin, non penso sia una cosa personale nei miei confronti ma verso il genere. Io dal canto mio mi sto aprendo anche a collabo diverse come con Tony Effe e con Medy. Insomma, di persona poi nessuno mi ha mai detto niente. Ovviamente…

Dagli hater a un progetto molto più alto

Di hater ne hai tanti però?
Sì, però dicono che se non hai hater non conti nulla, quindi ben vengano. Comunque mi hai chiesto una cosa giusta: venendo da TikTok e utilizzando suoni latin è facile che io non stia simpatico.

Riesci a fregartene dei commenti acidi?
Più di prima ma mi piacerebbe ancora di più. Però poi vedo la gente ai miei live e mi passa tutto. E ho in mente talmente un’idea più grande di quello che sto facendo che tutto passa in secondo piano.

Che idea hai: cosa vorresti dimostrare, al di là dei numeri?
Questo è solo l’inizio di tante cose. Non voglio dimostrare qualcosa a qualcuno se non a me stesso. Spero di portare a termine il mio percorso. Voglio anche far tacere chi screditava la mia musica. Ma sono in lotta solo con me stesso. E sono bello avvelenato, questo è certo.

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