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Jeremiah Fraites e il pianoforte: «Nasco batterista ma da sempre amo Beethoven»

Parallelamente all’attività con i Lumineers, il musicista porta avanti con passione un progetto strumentale di piano. In vista delle date live di luglio, lui stesso ci racconta questa piccola avventura

Autore Tommaso Toma
  • Il1 Luglio 2023
Jeremiah Fraites e il pianoforte: «Nasco batterista ma da sempre amo Beethoven»

Jeremiah Fraites (foto di Cory Richards)

La nascita del progetto Piano Piano

Piano Piano è un progetto inaspettato nato durante la pandemia. Ero a Denver in quarantena. Mia moglie Francesca mi suggerì di registrare tutte le idee raccolte in dieci anni di memo vocali e di dar vita a quello che sarebbe poi diventato il mio primo album da solista.

Il lavoro è stato co-prodotto da David Baron. Nell’album sono presenti significative collaborazioni, tra cui Lauren Jacobson, Rubin Kodheli, Alex Waterman, fino all’orchestra macedone di 40 elementi FAME’S.

Parte di Piano Piano è diventata la colonna sonora di Here.is.Better, un documentario vincitore di diversi riconoscimenti e incentrato sulla salute mentale dei veterani di guerra. Il film è stato diretto da Jack Youngelson (vincitore di Emmy Award) e prodotto da Sian e David Beal. Il video di Maggie, primo singolo, viene realizzato in collaborazione con il biologo marino – nonché uno dei massimi esponenti di National Geographic – Paul Nicklen. Il prodotto finale è volto a sensibilizzare alla conoscenza e quindi alla conservazione dell’ecosistema in Alaska.

Maggie è inoltre la colonna sonora del podcast di mia moglie In giro con Fra che racconta parte della nostra vita on the road. Il video del secondo singolo An Air That Kills, anch’esso un inno alla natura e alla sua bellezza da proteggere, viene diretto da Louie Schwartzberg, regista del celebre film Fantastic Fungi.

Il pianoforte “Firewood”

Una parte dell’album è stata registrata con un pianoforte a coda e una seconda parte con il mio vecchio, economico e affezionato pianoforte, soprannominato ironicamente“Firewood” dal mio accordatore, proprio perché secondo lui “va bene giusto come legna per il camino”. Con l’aiuto del feltro, però, Firewood ha dato vita a brani come Tokyo, Arrival, Possessed e Departure.

La scelta del titolo Piano Piano deriva dal fatto che è un album strumentale, con il pianoforte che fa da protagonista. Inoltre mi piaceva il gioco di parole che in inglese si traduce con “little by little”, un motto che descrive perfettamente il mood di questo progetto. Anni di lungo lavoro in cui ho selezionato tutti i pezzi che a mio avviso non erano funzionali per la mia band, The Lumineers, ma che avevano una vena più classica e cinematografica che rispecchiava la colonna sonora dei miei anni in giro per il mondo.

L’amore per Beethoven

Quando registro un pezzo immagino sempre che chi ascolta sia seduto di fianco a me. Mi piace l’idea di poter condividere e che la mia musica possa diventare un mezzo di inclusione per tutti coloro che abbiano voglia di ascoltarla.

Mi definiscono un polistrumentista, di fatto sono solo un appassionato che ama la musica e mi incuriosisce cimentarmi sempre in nuove sfide musicali. Nasco infatti come batterista ma fin da piccolo coltivo la passione per Beethoven grazie ad una cassetta che mi regalò mia madre e che ascoltavo tutte le sere. Imparo a suonare il pianoforte perché faccio di necessità virtù: nella band mancava un pianista e decido quindi di imparare da autodidatta. Nel 2003 inizio a comporre molti pezzi che vedranno poi la luce negli album dei Lumineers, tra cui Ophelia scritta nel 2009.

Il tour di Jeremiah Fraites e il legame con l’Italia

A fine pandemia sono ripartito per un tour mondiale con la band americana e non pensavo di poter realizzare il sogno di suonare Piano Piano live. Nel 2023 invece un po’ per esperimento ho eseguito l’11 marzo due show alle OGR di Torino, città in cui vivo, che vanno sold out in meno di un minuto. Poi è seguito il bell’evento per Piano City a Milano, un’occasione speciale dove ho avuto l’onore di poter suonare e ascoltare altri artisti.

Il mio legame con l’Italia è molto forte e grazie alla risposta calorosa del pubblico che mi sostiene proseguirò in questo fantastico viaggio. A luglio infatti, alla fine della tournée europea con i Lumineers, suonerò in sei meravigliose città in giro per l’Italia con una band tutta torinese composta da Clarissa Marino (violoncello), Fortunato D’Ascola (contrabbasso), Giulia Pecora (violino) e Filippo Cornaglia (batteria e sintetizzatore). Vi aspetto!

Jeremiah Fraites - Piano Piano - concerti pianoforte - foto di Graziano Moro
Jeremiah Fraites (foto di Graziano Moro)

Jeremiah Fraites dal vivo in Italia

  • 19 luglio – Milano, Unaltrofestival
  • 20 luglio – Ancona, Mole Vanvitelliana
  • 21 luglio – Codroipo (UD), Villa Manin Estate 2023
  • 22 luglio – Sestri Levante (GE), Mojotic Festival
  • 23 luglio – Sogliano al Rubicone (FC), Sogliano Sonica
  • 27 luglio – Laghetti di San Leonardo Vermiglio (TN), Water Music Festival
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