Lady Gaga a Milano: un live unico tra opera kolossal e show intimo
Scenografie mastodontiche, coreografie impeccabili tra zombie, teschi giganti, una tomba di sabbia e un dispiego di tecnologia davvero raro: ecco com’è stata la prima data milanese della popstar

Lady Gaga in concerto a Londra, foto di Samir Hussein/Getty Images per Live Nation
Lady Gaga ha portato ieri sera all’Unipol Forum di Milano un’intensa opera gotica monumentale con la tappa del suo Mayhem Ball Tour. In parte un riferimento a Tim Burton per le immancabili atmosfere dark (il regista ha anche firmato l’ultimo video The Dead Dance), in parte a The Rocky Horror Picture Show e al Fantasma dell’Opera. Ma anche opera neoclassica, tragedia dell’antica Grecia e show intimo solo piano e voce. Gaga non poteva (e non l’ha fatto) deludere i suoi Little Monsters, anche se più che preparati a vedere ogni particolare dello spettacolo dai video delle 36 precedenti date mondiali.
Lady Gaga a Milano: il quid in più del concerto italiano
Allo show, enorme ed esagerato, Gaga aggiunge una buona dose di affetto per le proprie origini italiane in diversi momenti. “I’m Stefani Joanne Germanotta, this is your fucking house and this is mine”, urla alla fine del primo di quattro atti, e a Milano le parole acquistano subito il sapore del riferimento alla propria terra. Soprattutto quando si commuove mentre al pianoforte ricorda le sue nonne, e in particolare la nonna siciliana. E inizia lo show con due semplici parole nella nostra lingua: “Balla o muori”.
Un unico flusso musicale
Scenografie mastodontiche, coreografie impeccabili tra zombie, teschi giganti, una tomba di sabbia e un dispiego di tecnologia davvero raro (nonostante sembri che gli standard si siano alzati parecchio negli ultimi anni), per visual in tempo reale perfetti. E ancora, più di una dozzina di cambi d’abito dove prevalgono quelli bianchi e rossi, a testimoniare il dissidio tra le due personalità interiori messo in scena sul palco.
Ma ciò che colpisce soprattutto è il fatto di trovarsi di fronte a quello che sembra un unico musical dove le hit pop di sempre, che non possono mancare, da Paparazzi a Poker Face, da Judas a Born This Way, trovano la loro precisa collocazione. La tensione non scende mai, anche nei momenti in cui è davvero inevitabile lo stacco, compaiono piuttosto gli inserti musicali di Gesaffelstein, il producer e DJ tedesco che ha contribuito ai suoni dell’ultimo album della popstar, Mayhem.
Il pubblico di Lady Gaga a Milano
I fan sono emozionati, quasi tesi. L’Unipol Forum è più che sold-out per entrambe le date di ieri e oggi da mesi, con biglietti molto cari introvabili. Molti sono vestiti in stile gotico e bizzarro per rendere omaggio alla loro Mother Monsters ma la maggior parte non è particolarmente eccentrica. Certo, fuori dal Forum si vedono un po’ di tende di fan che si sono accampati da giorni e alcuni non sono nemmeno riusciti a entrare al concerto. La devozione è soprattutto palpabile ed è ricambiata: l’attenzione di Gaga verso i suoi fan è davvero intensa e centrale. E il suo ruolo nel cercare di difendere le libertà e le diversità di ognuno, anche.
L’inizio
Nei minuti che precedono l’arrivo di Gaga sul palco, sopra la scenografia si vede un suo video dove è intenta e concentrata a scrivere con una penna d’oca. E l’inizio dello show (dopo una quarantina di minuti dalle 20, l’orario previsto) mette subito in chiaro il fatto che si è davanti a un kolossal gigantesco. Gaga sovrasta un’enorme struttura che le fa da gonna ricoperta di crinolina rossa e e nasconde una gabbia da dove spuntano i ballerini.
La lotta tra le due personalità
Parte subito un trittico che toglie il respiro: Bloody Mary, Abracadabra e Judas per il primo dei quattro Atti, Of Velvet and Vice. Tutti dai titoli evocativi. Immediatamente si contrappongono le due anime di Lady Gaga e questo è veramente centrale per tutto lo show. Quella dark, gotica da Mistress of Mayhem e quella bionda, bianca e angelica. Una lotta che non si risolverà, nemmeno quando il concerto si trasforma, in alcuni momenti, in uno show più intimo. Quando la passerella si trasforma nella Laguna di Venezia, per esempio, e Gaga la attraversa in gondola, mentre intona Shallow, il suo enorme successo dal film A Star is Born. Un momento toccante, che rimarrà impresso.
E il contrasto tra le due anime di Gaga riflette in fondo lo spirito stesso del concerto: perfetto e impeccabile ma con una protagonista centrale che riflette orgogliosamente le proprie fragilità. Non è mai eccessivamente sovrastante. È agguerrita e provocante senza scadere mai nella volgarità ma rimane comunque (e stranamente) decisamente terrena.
Il quarto e ultimo atto si intitola Every Chessboard Has Two Queens, Ogni scacchiera ha due regine. E in fondo è anche un monito per tutti a non accantonare i contrasti e le dualità che esistono in ognuno di noi.
Stasera si replica sempre all’Unipol Forum.