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Il Medimex ha alzato il tiro

L’edizione 2025 si è conclusa con il grande sold out dei Massive Attack, punto d’arrivo di un festival migliorato di anno in anno

  • Il23 Giugno 2025
Il Medimex ha alzato il tiro

Si è appena conclusa l’edizione 2025 di Medimex, in programma dal 17 al 21 giugno a Taranto. A farla da padrone, come sempre, i grandi live alla Rotonda del Lungomare: St. Vincent, Primal Scream, Massive Attack. Ma non solo: sono svariati infatti gli ingredienti che hanno contribuito ad alzare ulteriormente l’asticella di una manifestazione unica nel suo genere nel sud Italia. Già annunciata l’edizione 2026, che si terrà dal 16 al 20 giugno dell’anno prossimo.

Medimex 2025 - LA NIÑA
LA NIÑA live per la rassegna “Le strade del Mediterraneo”

I passi in avanti di Medimex 2025

La stessa lineup degli headliner era particolarmente coesa dal punto di vista musicale. Oltretutto, a differenza delle passate edizioni, perlopiù dominate da artisti maschi, mostrava un buon gender balance, grazie a una grande protagonista come St. Vincent.

Ottima – per livello artistico e gusto di ricerca – la rassegna “Le strade del Mediterraneo” curata da Diodato, con i live di La Niña, Bab L’Bluz, Magalí Datzira. Oltre al filo conduttore dei suoni mediterranei (rispettivamente da Napoli, dall’Algeria, da Barcellona) e dal focus su artiste donne (ecco di nuovo il gender balance), è apprezzabile l’idea di creare al Medimex una “fascia di mezzo” fra gli showcase degli artisti emergenti e i grandi live alla Rotonda del Lungomare.

I DJ set allo Spazioporto firmati Don Letts e Dave Rowntree (batterista dei Blur) hanno aggiunto un tocco in più di internazionalità alla proposta artistica di Medimex 2025. L’anno scorso ci fu il solo Leeroy Thornhill dei Prodigy, peraltro con un set a sorpresa.

Infine, sul versante educational, l’edizione 2025 ha visto la prima edizione di Medimex Music Business Management, percorso rivolto a neolaureati e laureandi under 30, realizzato in collaborazione con 24ORE Business School.

Medimex 2025 - Bab L'Bluz
Yousra Mansour, leader del gruppo franco-algerino dei Bab L’Bluz

La mostra fotografica e il video mapping

Fra gli oltre settanta appuntamenti in programma, come sempre ha avuto grande rilevanza la mostra fotografica al MArTA (Museo Archeologico di Taranto). Quest’anno era protagonista la compianta Amy Winehouse, ritratta da Charles Moriarty nel periodo immediatamente precedente al grande successo mondiale. Intitolata proprio Amy Winehouse before Frank by Charles Moriarty (il riferimento è al suo album d’esordio del 2003), la mostra racconta in circa cinquanta scatti inediti l’umanità e la spontaneità di una delle artiste più amate degli ultimi decenni. È visitabile fino al 6 luglio.

Impossibile poi non notare il video mapping che nelle ore serali accendeva di immagini e colori la facciata del Castello Aragonese. On the road compilation. Projection Mapping Show è il titolo dell’opera originale di Roberto Santoro e Blending Pixels realizzata per il Medimex, che quest’anno ha ripercorso la storia della manifestazione attraverso i suoi grandi protagonisti, da Iggy Pop a Nick Cave.

Amy Winehouse before Frank ©Charles Moriarty 2025
Amy Winehouse ritratta da Charles Moriarty

Due chiacchiere con Don Letts…

Venerdì 20 giugno si è tenuto al Teatro Fusco l’incontro “The Clash: (canzoni di) Gioia e Rivoluzione”, con Carlo Massarini in conversazione con il disc jockey e filmmaker Don Letts. Il leggendario agitatore culturale di origini giamaicane infatti ebbe una lunga e prolifica collaborazione con la band di Joe Strummer e soci, di cui diresse tutti i videoclip, ripercorrendone poi la storia nel documentario Westway to the World, vincitore del Grammy Award come “Best Long Form Music Video”.

«Ho avuto la fortuna di realizzare il loro primo videoclip, quello di London Calling, dopodiché ho fatto tutti i loro video», racconta quando lo incontriamo poco prima del talk per uno scambio di battute. «Un grande onore per me: ha contribuito a fare di me il filmmaker che sono oggi. Devo molto ai Clash: avrebbero potuto scegliere di lavorare con chiunque altro, ma sono rimasti con me fino alla fine».

E cosa determinò quella luna di miele fra punk rock e reggae di cui i Clash furono i massimi esponenti? «Erano sound diversi ma spiriti affini», dice. «L’attitudine era molto simile. In altre parole, erano entrambi anti-establishment. Entrambi parlavano di cose importanti per la gente, a livello quotidiano, ed entrambi avevano capito il potere della musica nel favorire il cambiamento».

Se gli si chiede quali generi o artisti di oggi abbiano ereditato lo spirito del reggae, risponde: «Ci sono molti musicisti che credono ancora nella musica come strumento di cambiamento sociale e personale. Ma non sono quelli che senti in radio o che vanno in classifica! Che si tratti di rock, rap, grime, la comprensione del potere della musica non è prerogativa di un solo genere. Devi solo assicurarti che il tuo “bullshit detector” sia ben sintonizzato».

Medimex 2025 - Don Letts
Don Letts al Teatro Fusco di Taranto

…e con Dave Rowntree dei Blur

La sera successiva, sempre al Teatro Fusco, è ospite invece Dave Rowntree, batterista dei Blur, che insieme a Cecile B di Radiofreccia introduce la proiezione del bel documentario Blur: To the End sugli ultimi anni di carriera della band, culminati nei due grandi concerti a Wembley dell’8 e 9 luglio 2023.

«Mi avevano detto che il suono del pubblico a Wembley era diverso da quello di qualsiasi altra venue, e non ci credevo», ci racconta nel backstage del teatro. «Ma ho dovuto ricredermi. Lo stadio è più piccolo di quanto sembri, non è molto più grande del campo stesso. Le tribune hanno una forte pendenza e riesci a vedere bene le persone dall’altra parte dello stadio: le puoi vedere sorridere, ridere, ballare… In altri contesti, per esempio Glastonbury, non riesci nemmeno a vedere la prima fila del pubblico. Paradossalmente un concerto a Wembley è molto “intimo”, anche se si svolge davanti a 90mila persone».

E ancora: «La prima sera eravamo molto nervosi, si era scritto molto dei concerti e volevamo fare un buon live. Tutta la stampa era lì. La seconda sera invece l’ansia era svanita e ci siamo solamente divertiti. Eravamo spensierati, facevamo battute, ci prendevamo per il culo a vicenda, proprio come succedeva ai vecchi tempi. Ci ha fatto riscoprire cosa vuol dire divertirsi sul palco». Lo dice con un filo di vera commozione.

Tornando indietro, invece, quale fu il punto di svolta nella carriera dei Blur? «La pubblicazione dell’album Parklife, che vinse quattro Brit Awards e si portò dietro quella presunta rivalità con gli Oasis. Ciò catturò l’immaginazione del pubblico in modo tale che ciascuno potesse vedere le cose dall’angolazione che voleva: nord contro sud dell’Inghilterra, working class contro middle class, Beatles contro Rolling Stones e così via. Nessuna di queste opposizioni era vera, naturalmente».

I concerti di Medimex 2025

St. Vincent

C’era grande attesa per il live di un’icona del rock alternativo come St. Vincent, al secolo Anne Erin Clark, vincitrice di sei Grammy Awards (di cui tre nel 2025 per l’ultimo album All Born Screaming). Un live potente e visionario, che ha permesso ai 4mila spettatori di apprezzare l’energia e il talento della poliedrica cantautrice di Tulsa.

St. Vincent ha una presenza scenica, un carisma e una sensualità che tengono gli sguardi incollati su di lei, sulle sue espressioni, sui suoi ammiccamenti, sulla sapiente alternanza di grinta e fragilità. La sua fedele chitarra viene usata come fioretto o sciabola, anche all’interno dello stesso brano. Come nell’irresistibile Broken Man, che inizia come una ballad sognante per poi trasformarsi in un noise rock distorto e allucinato. Un altro brano di grande impatto dal vivo è Marrow, un funk rock teso e ballabile, con un giro di basso in stile disco che invita ad allentare i freni inibitori.

La cantautrice dell’Oklahoma si diverte a interagire con la sua band, formata dalla bassista Charlotte Kemp Muhl, dal chitarrista Jason Falkner, dalla tastierista Rachel Eckroth e dallo straordinario batterista Mark Guiliana (scelto da David Bowie per il suo ultimo capolavoro, Blackstar), che regala un saggio delle sue qualità nell’assolo di Cheerleader. Molto apprezzate dal pubblico anche la malinconica New York e l’elettrizzante Sugarboy, tratte da Masseduction del 2017.

«Vent’anni fa ero proprio qui a Taranto con un gruppo jazz», sottolinea St. Vincent. «Da un lato vedevo la città, dall’altro il mare. Sono davvero felice di essere di nuovo qui con questa incredibile band. Grazie mille per la vostra accoglienza, spero di tornare presto in questa bellissima città». Il finale è festoso e tutto da ballare con la title track All Born Screaming, scandita da una ritmica rock-reggae in stile Police.

Medimex 2025 - St. Vincent
St. Vincent dal vivo a Medimex 2025

Primal Scream

Il tempo di un breve cambio palco ed è la volta degli scozzesi Primal Scream, guidati da oltre quarant’anni dal carismatico Bobby Gillespie. L’ultimo album Come Ahead del 2024 è un ritorno in grande stile della band, che ha segnato l’inizio degli anni Novanta con un disco leggendario come Screamadelica, unendo mondi apparentemente antitetici come rock ed elettronica.

Fin dal brano iniziale Don’t Fight, con i suoi cori soul e le chitarre wah-wah, appare evidente che lo show dei Primal Scream a Medimex 2025 sarà una festa in cui le gambe si muovono all’unisono con il cervello, data la forte connotazione politica del gruppo.

Emblematico il nuovo brano Love Insurrection, una canzone con echi disco e fiati scintillanti, che ha un testo tutt’altro che spensierato e che si conclude con un discorso politico-sociale in italiano (presente anche nell’album Come Ahead) dell’artista tarantina Anna Caragnano.

Due altri brani riuscitissimi dell’ultimo disco sono le adrenaliniche Ready to Go Home e Innocent Money, che fanno ballare e pensare al tempo stesso, con un Gillespie che diverte e si diverte come raramente abbiamo visto.

Uno dei momenti più coinvolgenti del concerto è sicuramente Come Together, contenuta in Screamadelica, il cui ritornello “Come together as one” viene ripetuto dal pubblico come un mantra di pace e unità, mentre a poca distanza da noi, sia in Europa che in Medio Oriente, il mondo brucia. Non a caso Gillespie, dopo il brano, ha lanciato un messaggio di incoraggiamento per Gaza con uno stentoreo “Viva Palestina!”, ripetuto più volte nell’entusiasmo della piazza.

Gran finale con i brani più conosciuti e amati della band scozzese, che ha servito un poker da maestro con Loaded, Movin’ On Up, Country Girl e il bis Rocks, trasformando la Rotonda del Lungomare di Taranto in una gigantesca discoteca all’aperto.

Medimex 2025 - Primal Scream
Bobby Gillespie, frontman dei Primal Scream, dal vivo a Medimex 2025

Massive Attack

Più che un concerto, il live dei Massive Attack a Taranto è stato un requiem per la società turbocapitalista, violenta, iperconnessa, ammalata di infodemia e indifferenza. Uno show distopico, in cui regna una coerenza assoluta tra visual e canzoni, sebbene l’ultimo album in studio della band inglese, capitanata da Robert Del Naja e Daddy G, risalga al 2010 (Heligoland).

La grande musica non invecchia, ma acquista ancora più valore e significato, com’è accaduto alle canzoni dei Massive Attack. Atmosfere sospese e inquietanti, voci cavernose o angeliche, improvvise aperture melodiche, basi hip hop rallentate, echi di jazz, dub e colonne sonore anni Sessanta sono gli ingredienti sonori che hanno incantato per un’ora e mezzo, in un mix tra incubo e sogno, gli 8mila spettatori che hanno gremito la Rotonda del Lungomare.

Grande protagonista delle scaletta è il capolavoro Mezzanine del 1998, uno degli album più rappresentativi del decennio. Tra gli ospiti del concerto abbiamo ritrovato il “vecchio saggio” Horace Andy. Ha cantato, con il suo timbro profondo e dolente, le splendide Girl I Love You e Angel.

La voce angelica e onirica di Elizabeth Fraser ha interpretato magnificamente Black Milk, Teardrop (la canzone-firma dei Massive Attack) e Group Four, ottenendo ogni volta un’ovazione dal pubblico di Taranto. Mentre sul maxischermo scorrono codici binari in stile Kraftwerk, freddi numeri di bombe e morti a Gaza e teorie cospirazioniste, il singolone Unfinished Sympathy, cantato dalla voce soul di Deborah Miller, porta un raggio di luce. «Siamo tutti bambini della Palestina!», urla a gran voce Robert Del Naja, ottenendo un boato dal pubblico del Medimex 2025.

Un concerto necessario, che ha lasciato sui volti degli spettatori una sensazione di straniamento, ma anche la gioia di aver visto dal vivo uno dei gruppi più lucidi e impegnati della scena elettronica.

Medimex 2025 - Massive Attack
Daddy G dei Massive Attack

Le dichiarazioni

«Quest’anno abbiamo applicato la regola “no women, no panel”. Se non ci fosse stata almeno una donna fra gli speaker, non avremmo fatto il talk», sottolinea il coordinatore artistico Cesare Veronico a proposito del gender balance di Medimex 2025. «La struttura di Puglia Sounds poi ha molte donne ai vertici, dalla comunicazione alla produzione. E questo Medimex è stato molto femminile, fra St. Vincent ed Elizabeth Fraser con i Massive Attack. Ma anche Yousra Mansour con i suoi Bab L’Bluz, La Niña, Magalí Datzira…».

Particolare motivo di orgoglio per Veronico è il sold out dei Massive Attack. «Quella di Taranto è la data italiana in cui hanno venduto più biglietti, più che a Napoli, Milano e Ferrara», precisa.

Per Michele Emiliano è probabilmente l’ultimo Medimex da presidente della Regione Puglia, viste le elezioni regionali imminenti. Recentemente la Regione ha deciso di interrompere le relazioni ordinarie con il governo israeliano. Per questo Emiliano sente una particolare affinità con il live proposto dai Massive Attack: «Non abbiamo mai voluto confondere la cultura con altro. Ma quando è la musica stessa che “invade” il campo dei grandi valori umani, se la politica la fermasse sarebbe una censura. Ai Massive Attack va la mia gratitudine per il fatto di esporsi sulla questione del genocidio in corso nella Striscia di Gaza. Peraltro erano stati confermati in lineup prima che la Regione Puglia prendesse quella decisione. Questo conferma la giustezza della nostra scelta».

Medimex è un progetto Puglia Culture realizzato nell’ambito delle azioni di Puglia Sounds, il progetto per lo sviluppo del sistema musicale regionale promosso in collaborazione con Regione Puglia, finanziato a valere sul POC PUGLIA 2014/2020 I Asse VI Azione 6.8 nell’ambito dell’accordo tra Puglia Culture e Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione.

Articolo di Federico Durante e Gabriele Antonucci

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