Spring Attitude è sempre più un grande festival europeo
Il festival romano ha ormai superato la prova del tempo ed è entrato di diritto tra i grandi eventi musicali, non solo italiani

Foto di Valerio Quattrucci
Nella Capitale da oltre dieci anni il festival Spring Attitude, dedicato principalmente alla musica elettronica o più in generale “contemporanea” (se così si può dire), riesce a richiamare grandi nomi del panorama internazionale. Ciò ha permesso alla kermesse di diventare uno degli appuntamenti più rilevanti della scena italiana, oltre che un evento di spessore anche a livello europeo. Spring Attitude 2025, che si è svolto il 12 e 13 settembre, non solo ha riconfermato questa tendenza ma ha ulteriormente alzato l’asticella.
La location di Spring Attitude 2025
L’ha fatto soprattutto grazie a una nuova location indoor. La Nuvola, nel quartiere EUR, ha reso l’evento ancora più simile a realtà iconiche e molto identitarie come il C2C di Torino. «Diversi fattori ci hanno portato quest’anno a scegliere La Nuvola. Innanzitutto perché si tratta di una location bellissima, un capolavoro architettonico molto affascinante», spiegano gli organizzatori.
La Nuvola, progettata da Massimiliano Fuksas, è stata inaugurata nel 2016. Si tratta di una delle architetture contemporanee più riconoscibili di Roma, grazie a una maestosa struttura in vetro che caratterizza l’ingresso. Nasce come centro congressi e culturale, ma con le sue dimensioni è capace di ospitare manifestazioni di grande portata. «Spring Attitude da tempo si sviluppa in contesti istituzionali, come il MAXXI o il Macro di Testaccio (due musei di arte contemporanea di Roma, ndr)», spiegano gli organizzatori.
«Parallelamente, edizione dopo edizione, cerchiamo di trovare venue inedite per questo genere di manifestazioni. Ad esempio La Nuvola non aveva mai ospitato un festival musicale di due giorni». Ma c’è anche un motivo «più banale e meno poetico» legato alla scelta, per quest’anno, di una struttura indoor. Ha a che fare con le condizioni meteo: «Spring Attitude, di fatto, si tiene in concomitanza di un cambio di stagione. In alcuni casi abbiamo fatto il festival sotto la pioggia. L’idea di avere un tetto sopra la testa, insomma, ci tranquillizzava parecchio». L’edizione 2024, infatti, si era tenuta all’aperto, negli Studi di Cinecittà. Aveva in parte accusato le temperature più basse della media, anche se il festival era comunque riuscito.
Il primo giorno di festival, con Apparat e Bicep
L’edizione di quest’anno ha ribadito la capacità della kermesse di unire generi e pubblici diversi. «Alternare grandi nomi ad artisti emergenti ma promettenti è una regola che, come direttore artistico, mi sono dato da sempre», spiega Andrea Esu, co-fondatore di Spring Attitude. «I primi favoriscono certamente la partecipazione del pubblico, ma per me l’essenza di un festival è anche quella di offrire occasioni di scoperta. Mi è capitato spesso di appassionarmi a progetti musicali ascoltati per la prima volta dal vivo e di seguirli poi per anni. Credo che questa debba restare la vera vocazione di un evento musicale come Spring Attitude».
A farci caso, durante il primo giorno di Spring Attitude 2025, nella parte iniziale della serata, le scelte in cartellone sono state tutto sommato pop, ma allo stesso tempo raffinate – grazie a progetti come i Post Nebbia o Golden Years, che per l’occasione hanno portato sul palco vari guest molto apprezzati, tra cui Sano, Prima Stanza a Destra e Tutti Fenomeni.
La parte conclusiva dell’evento, invece, ha visto i set di Apparat e del progetto Bicep. Il primo nell’arco di qualche decina di minuti ha saputo coinvolgere il pubblico grazie a passaggi molto dinamici – a cui hanno contribuito i mix dei brani Born Slippy degli Underworld e Idioteque dei Radiohead. L’esibizione dei Bicep, invece, ha dimostrato quanto la scelta della nuova venue di Spring Attitude sia stata azzeccata. Il loro è stato uno show intenso e pieno di giochi di luci e laser, che ha definitivamente traghettato il festival all’interno della dimensione clubbing. Con ogni probabilità, il loro set non sarebbe stato altrettanto d’impatto in una location all’aperto.
Il secondo giorno di Spring Attitude 2025, La Niña a Ellen Allien
La giornata conclusiva di Spring Attitude 2025 si è caratterizzata, come la precedente, da una prima parte più dedicata a live band, e la seconda a producer di spicco. «Il bilanciamento della lineup è una formula ormai rodata per Spring Attitude», precisa Esu. «Un paio di grandi nomi a sera e, accanto a loro, una selezione di artisti emergenti, da quelli già affermati a quelli che stanno muovendo i primi passi».
In questo contesto, hanno spiccato le esibizioni degli Altın Gün, gruppo di rock-psichedelico dalle influenze turche, e de La Niña, che con il suo folk partenopeo è stata una delle rivelazioni del festival. La cantautrice napoletana è sulla scena da anni e sa il fatto suo. In passato ha frequentato spesso la musica elettronica, e a Spring Attitude 2025 ha dimostrato, forse più di tutti, di saper stare sul palco.
A chiudere la serata, un nome di culto della musica techno, Ellen Allien, che con il suo set quasi industrial ha scosso l’intero dancefloor. Pare impossibile che, nella stessa ambientazione, appena due ore prima iniziasse il live raffinato e dalle sonorità dream pop dei L’Impératrice, che è stato la degna conclusione di una prima parte di serata caratterizzata da ottima musica suonata in presa diretta. Durante il live del gruppo francese – a Roma per la seconda volta – si è notato, forse più che la sera precedente, della quantità di pubblico presente per l’occasione: un pubblico piacevolmente eterogeneo, dove c’erano anche alcune famiglie con i figli, a dimostrazione di quanto la manifestazione sia realmente per tutti, anche a livello di lineup.
Un evento in evoluzione ma coerente
«Seppur all’interno di un’estetica e di un immaginario ben definiti, Spring Attitude ha sempre giocato con i generi musicali», spiega Esu. «La coerenza a livello identitario, infatti, è fondamentale per un grande festival, sia all’interno del cartellone della singola edizione, che di anno in anno. È altrettanto importante, però, adattarsi al pubblico che cambia. Le generazioni proseguono e una manifestazione come la nostra, con una storia così lunga, non può ignorarlo. Ciò che conta, comunque, è cercare di mantenere sempre la propria linea. Se si guarda al percorso di Spring Attitude ci si accorge che, nonostante i mutamenti nel settore musicale, l’evento ha saputo evolversi mantenendo un posizionamento preciso».
Una formula, questa, che ha proiettato ancora una volta Spring Attitude su un orizzonte europeo, non solo italiano, senza però fargli dimenticare le proprie radici romane.
Articolo di Luca Gorini