È stato rimosso l’episodio dei Simpson con Michael Jackson: ecco perché

I creatori dei Simpson hanno deciso di rimuovere l’episodio dove compare la voce di Michael Jackson dalle piattaforme di streaming, dalle reti che riproducono il cartone animato e dalle imminenti copie fisiche. Lo ha confermato il The Hollywood Reporter.

Il produttore esecutivo James L. Brooks, il creatore Matt Groening e lo showrunner Al Jean hanno preso la decisione di rimuovere l’episodio Stark Raving Dad dal ricircolo dopo aver visto Leaving Neverland. Questo documentario della HBO parla dei presunti abusi sessuali su minori commessi da parte del cantante di Bad. Il Wall Street Journal è stato il primo a segnalare la notizia. 20th Century Fox ha rifiutato di commentare.

«Sembra chiaramente l’unica scelta da fare», ha detto Brooks al Wall Street Journal. «I ragazzi con cui lavoro sono d’accordo su questa cosa».

L’episodio, il primo della terza stagione della serie, andato in onda nel 1991, vedeva Jackson interpretare Leon Kompowsky, un uomo che crede di essere Michael Jackson. Homer Simpson incontra Kompowsky in un ospedale psichiatrico in cui viene brevemente ricoverato.

Giovedì sera si poteva ancora vedere l’episodio sulla piattaforma di streaming FXX. Brooks ha osservato sul Journal che «questo è stato un episodio prezioso che contiene molti bei ricordi. Ma certamente non è detto che debbano rimanere».

Leaving Neverland presenta la testimonianza di Wade Robson e James Safechuck. Loro sono due uomini che hanno incontrato Jackson e che hanno trascorso del tempo con lui da ragazzi. I due e le loro famiglie sostengono che Jackson abbia curato i ragazzi per poi abusarne. Pare che abbia mostrato loro del materiale pornografico e che abbia ripetutamente detto loro di non dire a nessun altro dei loro incontri.

Da quando Leaving Neverland ha debuttato sulla HBO pochi giorni fa, le stazioni radio canadesi hanno rimosso le canzoni di Jackson dalle loro playlist. Ma non solo: è stata rimossa una statua di Jackson dal National Football Museum in Gran Bretagna.

Questo articolo è originariamente apparso sul The Hollywood Reporter