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Tutto il fascino di BLUEM, tra elettronica e magia sarda

BLUEM ha pubblicato il suo album d’esordio, Notte, con un approccio internazionale e un recupero della femminilità sarda. L’intervista

Autore Piergiorgio Pardo
  • Il3 Giugno 2021
Tutto il fascino di BLUEM, tra elettronica e magia sarda

Bluem, foto di Jasmine Färling

Tra le nuove artiste più interessanti che si stanno affacciando in questi mesi sulla scena musicale italiana è sicuramente da tenere d’occhio Chiara Floris, in arte BLUEM, 25 anni, cantautrice e produttrice di provenienza sarda e londinese d’adozione, vincitrice del Riviera International Film Festival 2020, con la colonna sonora del documentario STRIKE!.

Il suo progetto coniuga un approccio internazionale e la scelta di essenziali suoni elettronici, con una ricerca sulla vocalità e con un recupero, potremmo dire antropologico, della femminilità sarda. All’aspetto musicale si accosta un approfondimento di tipo iconografico, dovuto all’estro della fotografa islandese Jasmine Färling, che arreca all’estetica complessiva una sua grazia primigenia. L’album d’esordio, Notte, appena pubblicato dalla Peer Music Italy, è un diario di bordo emozionale su una settimana di vita, in cui i titoli dei brani prendono ciascuno il nome del giorno in cui sono stati scritti e attingono a piene mani dal linguaggio dei sentimenti, rivestendoli di una lunarità sarda e ancestrale, fra Alicia Erian e Grazia Deledda, Rosalia e Kali Uchis, metropoli e vento di mare.

Parliamo di universo femminile. Il tuo disco è intriso di sensibilità lunare, di velocità londinese, ma anche di una sensibilità specifica verso la Sardegna e le sue tradizioni matriarcali.

Il disco si chiama Notte e la Sardegna è una terra molto legata ad una simbologia di tipo lunare. Nel nostro repertorio di leggende ci sono delle fate, le janas, che usano un telaio di fili d’oro, lavorando sempre di notte. Sono anche loro state fonte di ispirazione.

Leggo tra le informazioni che ti riguardano una storia familiare molto particolare, anche questa matriarcale direi, giusto?

Sicuramente nella cultura sarda la figura femminile è centrale; lo è anche nella vita di tante mie coetanee con le quali mi sono confrontata. La mia nonna paterna, che fa un cameo in un brano, Venerdì, proveniva da un contesto rurale e nelle parole che pronuncia si sente il racconto di una terra in cui l’isolamento diventa purezza, contatto profondo con la terra, l’ambiente e i suoi rituali. La mia nonna materna invece era una ribelle, figlia di un fondatore del partito sardo d’azione. Entrambe mi hanno trasmesso, ciascuna a suo modo, una grande lezione di indipendenza femminile e di tenacia nel perseguire i propri progetti, senza farsi condizionare dai pregiudizi sociali sull’identità di genere.

BLUEM: «Il disco è stato scritto come un diario, con l’idea di fotografare ogni volta uno stato d’animo ben preciso»

Nel tuo progetto si coglie però anche un’ispirazione molto metropolitana e contemporanea…

Ho avuto la fortuna di incontrare Kelly Lee Owens in un pub qui a Londra, che in questo momento sta spopolando in Inghilterra. Mi ha invitata a un suo concerto e per il mio live mi sto molto ispirando alla sua impostazione. Anche Rosalia è stata un riferimento nell’approcciare un patrimonio tradizionale e accostarlo a una produzione moderna.

Tu sei meno mediterranea però…

Certamente è un disco nato qui a Londra e l’influenza principale è quella, ma ci sono comunque degli elementi di folklore sardo, o in genere acustici, per esempio le parti di chitarra sono suonate con una Alhambra.  E poi ci sono le voci: qualunque musicista di provenienza sarda è influenzato dagli impasti corali propri della nostra tradizione. Per il resto ho preferito però che i suoni rimanessero essenziali, perché è un album nato da una riflessione, in una dimensione molto intima.

Dall’artwork del progetto al tour, che si svolgerà tra Italia e Inghilterra

Sei sorpresa dal fatto che si stia formando un certo hype intorno a dei brani così personali?

Non lo avrei mai pensato, in fondo non mi conosceva nessuno e davvero il disco è stato scritto come un diario, ogni giorno un brano diverso, con l’idea di fotografare ogni volta uno stato d’animo preciso.

L’artwork del progetto è molto particolare, come è nato?

Ho disegnato personalmente gli schizzi per progettare le foto e abbiamo trascorso una settimana in Sardegna insieme a Jasmine, la fotografa, proprio per realizzare il set. È stata una esperienza molto intensa e anche di ricerca, dalla scelta dei luoghi a quella degli abiti folkloristici da indossare.

Come sarà lo show? Troverà spazio anche il tuo interesse per le colonne sonore?

Il tour si svolgerà in parte qui in Inghilterra e in parte in Italia, dove faremo tappa, il 3 ottobre, anche al festival di musica al femminile “Line Up!”, per Romaeuropa Festival. Saremo in due e avrò sampler, sintetizzatori, oltre alla strumentazione per ricreare dal vivo gli arrangiamenti vocali e la mia Alhambra. Inoltre la musica verrà inframmezzata da elementi narrativi e visual, con soundtrack originale, a cui sto finendo di lavorare proprio in questi giorni.

Ascolta Notte, l’album d’esordio di BLUEM

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