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Elton John e “The Lockdown Sessions”: «Emozionato come agli esordi. “Colpa” di Charlie Puth»

In collegamento da Londra, abbiamo assistito alla presentazione mondiale del nuovo album del “Rocketman” ricchissimo di collaborazioni: “Non avrei mai pensato di dedicarmi alla musica durante la chiusura”

Autore Silvia Danielli
  • Il18 Ottobre 2021
Elton John e “The Lockdown Sessions”: «Emozionato come agli esordi. “Colpa” di Charlie Puth»

Elton John, foto di Gregg Kemp

Che cosa puoi volere di più se hai già venduto più di 300milioni di album nel mondo? Se sei l’artista britannico più conosciuto al mondo e anzi – notizia di settimana scorsa: sei l’unico del tuo Paese che è riuscito a entrare nella classifica TOP 10 UK per sei decadi di seguito? Sì, perché il singolo Cold Heart di Elton John con Dua Lipa, remixato dal trio australiano Pnau, quest’estate è andato fortissimo e continua imperterrito a macinare stream, views, passaggi. Si diceva: che cosa puoi inventarti? Una soluzione sicuramente può essere quella di scegliere di collaborare con gli artisti più innovativi della scena per ritrovare la sensazione di essere di nuovo un turnista, proprio come negli anni ‘60.

Anche senza sceglierlo consapevolmente poi, come ci ha raccontato lo stesso Elton John nel corso di un suo collegamento dal Metropolis Studios di Londra con giornalisti da tutto il mondo. Molto concentrato, pragmatico, Elton è entrato subito senza troppi convenevoli in medias res per presentare The Lockdown Sessions che uscirà venerdì 22 ottobre. Nella tracklist compaiono nomi famosissimi e più “nuovi” come Young Thug, Nicki Minaj, Charlie Puth, Rina Sawayama, 6Lack, Lil Nas X e altri rodatissimi come Miley Cyrus, Eddie Vedder, Stevie Wonder, Gorillaz (per il singolo già uscito The Pink Phantom), il compianto Glen Campbell. Ma andiamo con ordine.


Alle origini di The Lockdown Sessions di Elton John

Elton ha raccontato subito l’origine di tutto ciò. «Tutto è iniziato nel marzo 2020 quando ho incontrato Charlie Puth in un ristorante di Los Angeles. Non c’eravamo mai incontrati anche se abitiamo vicinissimi. Mi ha invitato ad andare in studio da lui e l’ho fatto! Così è nata After All ed è stato bellissimo».

Poi prosegue: «E il giorno dopo sono andato a casa del mio editore, e ho lavorato al brano dei Surfaces via Zoom, la prima cosa che avessi mai fatto via Zoom! Erano in Texas e ho suonato il piano su una parte di un loro brano. E così i primi due pezzi sono stati proprio quelli».


E poi sono arrivate le richieste dagli artisti che il Rocketman ha accettato con entusiasmo. «Quando sono tornato in UK, Damon Albarn mi ha chiesto di cantare Pink Phantom dei suoi Gorillaz. Rina Sawayama mi ha chiesto di duettare con lei e suonare il piano su Chosen Family. Poi mi sono buttato su Nothing Else Matters dei Metallica con Miley Cyrus e con Andrew Watt. Ho rifatto It’s a Sin dei Pet Shop Boys con Olly Alexander, il brano di Glen Campbell e quello di Lil Nas X: insomma a quel punto avevo ben più di un seme per un album! È stata tutta colpa di Charlie Puth comunque».

Nessuno che abbia cantato Rocketman: «Io non volevo farla, preferivo se ne occupasse qualcun altro ma nessuno se l’è sentita».

Per il Rocketman, si chiude un cerchio

Un album di amicizie, fondamentalmente, vecchie e nuove e di relazioni. «Io e Rina siamo amici e così con Brandi. Con Charlie Puth, Olly e Lil Nas X lo siamo diventati: è stato stupendo». Dove anche la sua trasmissione radio ha giocato un ruolo fondamentale: «Da sei anni ho il mio appuntamento su Apple Music grazie al quale ho conosciuto moltissimi giovani artisti. Mi sono davvero emozionato quando ho sentito per la prima volta Lorde, Berwin o Billie Eilish. Ho deciso di chiamarla e invitarla in trasmissione perché mi piace sostenere in prima persona i talenti».

Un giorno non esclude di collaborare con Billie Eilish ma non ora: «Forse è ancora troppo presto».


Grazie a questo album, poi, l’artista ha riprovato quelle sensazioni di inizio carriera di quando suonava per gli altri artisti: «Quando suoni nei dischi di altre persone devi adattarti a quello che vogliono e che ti dicono di fare, e per me va bene. Agli esordi ero un turnista, prima di diventare Elton».

Racconta poi che le tracce con Lil Nas X e Glen Campbell le ha registrate nello Studio Two di Abbey Road, lo stesso dove «54 anni prima ero a suonare in He Ain’t Heavy, He’s My Brother degli Hollies. Tutto torna anche perché sono sempre stato fan di Glen Campbell, motivo per cui ho chiesto il permesso di reincidere I’m Not Gonna Miss You, a 4 anni di distanza dalla sua morte. Ho chiuso il cerchio».

Nel 2022 l’“Elton John Farewell Yellow Brick Road – The Final Tour”, che farà tappa anche a Milano, il 4 giugno 2022. 

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