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“Post Buio” è il debutto caleidoscopico di Kaze: il track by track

La giovane artista, protagonista anche della seconda stagione di “Call My Agent ITA” su Sky, pubblica oggi il suo album d’esordio prodotto da PLASTICA e Wolfgang

Autore Billboard IT
  • Il12 Aprile 2024
“Post Buio” è il debutto caleidoscopico di Kaze: il track by track

Foto di Sara Scanderebech

La variegata natura stilistica di Post Buio si evince in modo chiaro fin dalla copertina. L’album d’esordio di Kaze, anticipato dai due singoli Panorama e Mon Coeur, è un disco dove urban, indie pop e R&B trovano un punto d’incontro in una scrittura personale ed estrosa. Un debutto arrivato dopo diverse esperienze artistiche, su tutte quella da attrice. La carriera musicale di Paola Gioia Kaze Formisano è iniziata nel 2021 ed è decollata definitivamente con le esibizioni dal vivo al MI AMI e a Spaghetti Unplugged dell’anno successivo.

La produzione di PLASTICA e Wolfgang rende l’album d’esordio di Kaze un lavoro ricco di colori e sfumature. Nella “casa” dell’artista nata a Nairobi e cresciuta in Italia l’ascoltatore è accompagnato in un’esperienza tra diversi generi ed emozioni. Si passa da brani più ritmati e svagatamente pop (Millimetri) a ballad più malinconiche (Caramelle, Sopra sta terrazza), senza mai lasciare in secondo piano l’incisività delle parole. Post Buio è infatti un disco dove lo storytelling ha un ruolo fondamentale, soprattutto nel conferire all’opera intera un aspetto quasi cinematografico.

Perché non farsi raccontare l’album dalla stessa Kaze, allora? Ecco il racconto traccia per traccia di Post Buio.

“Post Buio”: il track by track del nuovo album di Kaze

Amplesso
Sul dizionario “amplesso” non indica solo un atto sessuale, ma anche un abbraccio, una stretta. Mi piaceva molto l’idea di introdurre il disco con una parola che comunemente è nota in un certo modo, ma che poi nasconde un’altra accezione. È l’idea che avevo un po’ di tutti i brani del disco. Superficialmente hanno un significato diretto e intuitivo, ma nascondono tra le pieghe qualcos’altro. Il brano racchiude varie sfaccettature di me, a cui non volevo rinunciare ma che non volevo neanche spettacolarizzare. Mi piace che in un minuto e venti secondi ci siano una versione di me più sensuale e una più riflessiva. Il sesso per me è stato per tanto tempo un tabù e spesso mi sono sentita oppressa dal significato che gli altri gli davano. Ne volevo uno tutto mio e ho cercato di metterlo dentro il pezzo.

Panorama
All’interno del disco, è il pezzo più recente e più “maturo” a livello temporale. È l’ultimo che ho scritto per Post Buio e credo possa essere una piccola anticipazione di quello che verrà dopo.

Caramelle
Credo che Caramelle finora sia stato allo stesso tempo il pezzo più facile e più difficile da scrivere della mia vita. Avevo questo ritornello in mente da un po’, non sapevo cosa volesse dire ma sapevo solo che iniziava con “caramelle”. Tutto il resto è venuto come un flusso in un pomeriggio: durante delle prove Wolf stava suonando la chitarra e mi sono illuminata. Ho iniziato a cantarci sopra e così è nata la prima idea del pezzo.

L’unica persona a cui riuscivo a pensare quando canticchiavo la melodia era mia sorella. Come se quelle “caramelle” fossero per lei. Volevo donarle una canzone che fosse più grande di me, di noi, di tutte le cose che abbiamo vissuto insieme, una canzone che ci cullasse per le volte in cui non lo siamo state. Sono molto grata a Wolf di essermi stato vicino nella scrittura di questo pezzo. Mi ha dato un punto di vista oggettivo su una cosa che invece sento in maniera viscerale. A volte, quando senti troppo, è difficile chiudere tutto in una strofa o in un ritornello.

MDMA
Una notte ho fatto molto tardi con una persona che ho amato davvero tanto. Era passato un bel po’ di tempo e non provavo più gli stessi sentimenti nei suoi confronti. Quello che c’era tra di noi non è mai stato tangibile, sereno o sano. Sono tornata a casa che era quasi l’alba, su un quaderno avevo scritto qualche frase di quella che sarebbe poi diventata l’attuale MDMA. Quella notte ho avuto modo di capire quanto quella relazione non fosse figlia di un sentimento, bensì di un bisogno: quello di amare, di sentirsi amati, di donare, di trasformarmi pur di essere accettata. Tengo molto a questo pezzo, dopo averlo scritto mi sono amata un po’ di più.

Non mi va
C’è stato un periodo della mia vita dove non avevo forze, voglia di alzarmi, di mettere a posto o di sistemarmi. È arrivato senza preavviso. Pensavo di aver superato cose molto pesanti, pensavo che il peggio fosse passato. Invece, in qualche modo avevo sotterrato tutto ciò che non volevo sentire ed è venuto fuori tutto insieme. Non mi va è il risultato dello sfogo di quel momento di buio totale. È il primo pezzo su cui ho lavorato con PLASTICA. Gliel’ho portato e lei lo ha capito senza doverne parlare più di tanto. Mi ha dato un universo in cui racchiudere quella rabbia e quell’impotenza. Quel giorno è stato magico, nessun producer mi aveva mai ascoltata così.

Millimetri
Millimetri è un pezzo divertente, nato in chitarra e voce con Wolfgang. Stavamo lavorando a Mon coeur e in un momento di pausa l’abbiamo buttato giù. È uno dei brani in cui penso ci sia molto di più di quello che senti a primo impatto, ci siamo fatti un bel viaggio tra spazio, tempo e un po’ di matematica.

Senza sonno
È un pezzo nato molto tempo fa. Era nella cartella dei primi brani che feci sentire ad Island Records. Molte delle canzoni d’amore che mi piacciono sono in 6/8 e volevo avere una versione mia che rivisitasse un po’ questo tipo di ballad. La cosa che mi piace di più di questo pezzo è l’aggiunta dell’elettronica.

Mon coeur
Questa è la prima canzone a cui abbiamo lavorato insieme io, Wolf e PLASTICA. É un pezzo nato su un type beat r&b che poi ha preso tutt’altra forma, aprendo le porte sul mondo che abbiamo creato per il disco.

Chi si ama davvero
Questa canzone mi devasta sempre, a un certo punto ho pensato di toglierla dal disco. È l’unica canzone d’amore che io abbia scritto stando in una relazione, di solito le scrivo sempre dopo la fine. Questa è nata come un regalo per una persona e lo è ancora, anche se quella persona non è più al mio fianco.

Sopra sta terrazza (mamma)
Questo è uno dei primi brani che ho scritto. È uno sfogo nato dopo un periodo di cambiamento. Avevo lasciato il lavoro da infermiera e mi ero affacciata a un mondo completamente diverso che mi spaventava molto. Ho tenuto questo pezzo solo per me per tanto tempo, come un gioiello. Quando è venuto il momento di scegliere le canzoni per il disco, sapevo che questo doveva essere l’ultimo brano. Chiudere l’album con questo pezzo mi ha dato un senso di completezza, come se mi fossi persa e ritrovata chiudendo un cerchio. Non ho voluto cambiare nulla di quello che avevo scritto, ho solo voluto abbellirlo e dargli valore con la produzione e chiuderlo con un finale inaspettato, particolare e diverso.

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