Non solo Franco126: 5 copertine di album ispirate a opere d’arte
Il 28 marzo uscirà il nuovo album del cantautore romano. Nell’attesa, abbiamo analizzato uno dei suoi ultimi dischi, “Multisala”, che per la copertina ha tratto ispirazione dall’opera di Hopper. Vediamo quali altri artisti si sono ispirati ai capolavori della storia dell’arte

Copertina dell'album "Multisala" di Franco126
Annunciato ieri, attraverso un video postato su Instagram, il 28 marzo uscirà il nuovo album di Franco126. Nell’attesa, abbiamo analizzato uno dei suoi ultimi album, Multisala, uscito ad aprile 2021, la cui copertina si ricollega in modo evidente alla storia dell’arte.
Copertine di album italiani che si ispirano all’arte
Come già approfondito in un precedente articolo, la copertina di un disco è una sorta di vetrina: è il primo impatto visivo che permette all’ascoltatore di farsi un’idea dell’universo musicale racchiuso nell’album. Vediamo di seguito altri cinque esempi di copertine di album italiani ispirati al mondo dell’arte.
Franco126 – Edward Hopper
L’atmosfera estetica del disco di Franco126 Multisala richiama il dipinto “New York Movie” di Edward Hopper, non solo per le gradazioni di colore e la particolare prospettiva, ma anche per le sensazioni che trasmette. L’opera di Hopper si sposa perfettamente con il titolo scelto per l’album e con il tema predominante del disco. La sensazione di malinconia si avverte in quasi tutte le tracce dell’album ed è una costante nelle opere di Hopper, non solo in “New York Movie”. I suoi personaggi malinconici e i luoghi sospesi fuori dal tempo si inseriscono nell’immaginario evocato dall’album. Valerio Bulla ha lavorato sulla sovrapposizione dei frammenti visivi, al punto che per un lungo periodo l’immagine ispirata a Hopper è stata considerata la copertina definitiva del disco.
Salmo – Alexandre Cabanel
Un altro artista che ha tratto ispirazione dall’arte per la realizzazione della copertina di un album è stato Salmo con Flop. L’album pubblicato il 2021 presenta una copertina ispirata a “L’Ange Déchu (L’Angelo Caduto)” di Alexandre Cabanel (1868) e realizzata da Stole Stojmenov (Moab) e Francesco Vullo. Il dipinto ritrae Lucifero nel momento della sua caduta, con un focus sugli occhi e sulla lacrima che solca il suo viso. La caduta di Lucifero richiama la metaforica caduta evocata da Salmo nel titolo del disco. “L’Angelo Caduto” è, non a caso, anche il titolo della quattordicesima traccia dell’album.
Nayt – Francisco Goya
Nello stesso anno (2021) anche Nayt per la cover del suo album Doom si è ispirato a un dipinto. La copertina realizzata dai fratelli Davide e Claudio Foco, già collaboratori per il suo album precedente, Mood, si sono ispirati a “La sepoltura della sardina” di Francisco Goya. L’immagine ritrae il rapper romano sulla destra, riconoscibile dalla sua maglia rossa, immerso in una folla caotica. L’opera, che raffigura una festa carnevalesca con figure grottesche e inquietanti, evoca un senso di follia collettiva prima del ritorno alla normalità, un tema che si riflette nei testi del disco.
Tedua – Gustave Doré
Nel 2020 Tedua ha pubblicato Vita Vera Mixtape: Aspettando La Divina Commedia. La copertina del mixtape riprende quella della prima parte, ispirata alle illustrazioni della “Divina Commedia” di Gustave Doré e realizzata da Domenico Formichetti. La principale differenza tra le due versioni è la presenza, in questa seconda, del titolo del successivo album di Tedua, “La Divina Commedia”, che nella prima appariva cancellato.
Mina – Fernando Botero
Infine, una copertina iconica che si ispira all’arte è quella di Caterpillar (1991) di Mina. Realizzata da Gianni Ronco, la copertina raffigura una Mina dalle forme esagerate, chiaramente ispirata alle opere di Fernando Botero. Negli anni in cui l’album fu pubblicato, si dibatteva molto sul peso della cantante. Ronco volle sdrammatizzare e provocare, trasformando la critica in un’ironica celebrazione visiva. Anche questa copertina, come le altre citate, si è ispirata all’immaginario artistico.