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Wham!, in arrivo il documentario: com’era spensierata la gioventù anni ’80

Il docufilm arriverà su Netflix il 5 luglio e conterrà tante immagini inedite della celeberrima coppia del pop che riuscì in brevissimo tempo a conquistare la cima delle classifiche di mezzo mondo

Autore Tommaso Toma
  • Il28 Giugno 2023
Wham!, in arrivo il documentario: com’era spensierata la gioventù anni ’80

Courtesy of Netflix © 2023

Il documentario Wham!, disponibile su Netflix dal 5 luglio, è un bel prodotto. Poche “teste parlanti” ma tante immagini inedite scandiscono il racconto di quei quattro anni, dal 1982 all’86, che resero George Michael e Andrew Ridgeley una delle realtà più belle e fresche di sempre del pop made in UK.

La loro fu un’avventura discografica incredibile e brevissima. Iniziò nel marzo 1982 e finì nel giugno 1986 con l’ultimo concerto a Wembley. Ma dietro a questa impresa c’era una inossidabile amicizia tra due ragazzi, Andrew e Yog (così il primo chiamava George).

Questo documentario ben costruito dal regista da Chris Smith (sì proprio quello di “Tiger King”) la racconta grazie a un accesso senza precedenti agli archivi personali di George e Andrew, tra interviste amatoriali e filmati inediti.

L’avventura degli Wham! nata tra i banchi di scuola

La storia degli Wham! inizia sin dai tempi delle medie. Qui il regista tira fuori il primo gustoso ricordo poco conosciuto. Infatti in un racconto di George e Andrew viene fuori che fu davvero il destino a far nascere una bella amicizia già nel primo giorno di scuola assieme. Alla domanda dell’insegnante: “Chi vuole stare vicino al nuovo arrivato, George?”, Andrew ricorda che alzò la mano per primo.

Da allora fu un crescendo di feeling e condivisioni musicali fino alla creazione dei The Executive, la loro prima band. Erano in quattro e facevano… ska! Ma l’esperienza durò pochissimo. Andrew e “Yog” però capirono sin da subito che avevano un enorme talento nello scrivere canzoni.

Cogliendo lo spirito del tempo – eravamo alla soglia degli anni ’80 – mescolarono assieme disco, rap e pop e nacque la loro prima canzone, Wham Rap!, in apparenza una canzoncina leggera, ma sottilmente intrisa di tematiche sociali come la disoccupazione e la disperazione della nuova gioventù britannica.

Pensate che una canzone come Careless Whisper era già quasi pronta in quel periodo! George Michael, il giorno in cui ascoltò la demo finita, fece una promessa: “Questa canzone diventerà una numero uno”. Ecco compiersi la magia del pop. Come un piccolo alchimista, con quelle provette casalinghe George Michael aveva preparato la pozione magica in grado poi di donare gioia a milioni di persone.

Ovvio che il processo di avvicinamento alla popolarità non fu immediato. Anche qui entrò in gioco il caso. Un vicino di casa di Ridgeley era Mark Dean della Innervision Records, che aveva da poco scoperto i Soft Cell e gli ABC. Nel marzo del 1982 firmarono il loro primo contratto discografico, e da lì ebbe tutto inizio.

Il vero punto di svolta, dopo i deludenti risultati in classifica di Wham Rap! e Young Guns, fu una telefonata nel novembre di quell’anno. Era la BBC e chiedeva ai semisconosciuti Wham! di soppiantare all’ultimo istante una band in una puntata di Top Of The Pops. E bam! Gli Wham! finiscono al top delle classifiche.

“Wham!”, una linea narrativa intelligente e funzionale

Nel film il regista sceglie un “trick” narrativo divertente, quello di seguire gli album di ritagli dagli articoli dedicati al duo, religiosamente conservati negli anni dalla mamma di Andrew. Non esistono praticamente più gli album fotografici, se non per i matrimoni e per l’arrivo di un figlio. Una volta documentavano anche il successo planetario di una pop band.

Il 1983 fu l’anno del grande successo, l’anno della fuga dai testi di canzoni con riferimenti al disagio sociale, in corsa adesso verso l’edonismo e il piacere. Era l’anno di Club Tropicana, con l’iconico video girato a Ibiza. Ma il regista ci fa capire che, in quel momento di euforia, iniziarono anche i primi grandi attriti di personalità fra i due. George Michael voleva assolutamente proteggere la sua scrittura e non “contaminarla” con le idee di Andrew. Erano sì un duo, ma a scrivere le canzoni doveva essere solo George (giustamente, aggiungiamo noi).

Nel documentario, tramite le voci dei parenti di George e Andrew (ricordiamo che uno era di origini cipriote, l’altro di origini egiziane) si capisce che erano due ragazzi legatissimi ma molto diversi tra loro. Andrew voleva essere un leader spaccone, George un timido sognatore.

Una delle prove lampanti della cura che aveva George Michael per le proprie creature musicali la si vede quando Chris Smith sceglie di indugiare per un attimo sul viaggio del giovane cipriota nei favolosi studi dell’Alabama, i Muscle Shoals, per registrare con il produttore Jerry Wexler (ovvero l’uomo dei grandi successi della Atlantic Records) la canzone a cui teneva di più Yog, Careless Whisper. Quella versione non vide mai la luce perché il risultato finale fu terribile. Era una versione fiacca, che non avrebbe mai fatto centro.

George Michael, un grande autore incompreso

Verso la fine del documentario c’è poi una scena emblematica che racconta quanto già fosse rispettato George Michael dai colleghi, a differenza dei tabloid che prendevano di mira gli Wham! E della stampa specializzata che li sbeffeggiava.

La scena ripresa è quella dell’evento mondano degli Ivor Novello Awards del 1985. A parlare era un Elton John agghindato con una tripla collana di perle: “Ho l’esperienza per affermare che George Michael è un grande autore. Probabilmente gli Wham! finiranno, ma lui ha quella dote, quella voce che io, John Lennon o David Bowie avremmo voluto avere alla sua età, 22 anni”. Parole forti? Forse, ma furono comunque profetiche su un artista che avrebbe potuto ancora oggi regalarci tantissime emozioni.

Ora è venuto il momento di rivivere in parte quella trascinante euforia degli Wham! con il documentario di Chris Smith.

Ricordiamo anche che il documentario si avvale anche della autobiografia di Andrew Ridgeley WHAM! George & Io, pubblicata in Italia da EPC Editore nel 2021, disponibile anche in una bella edizione con gadget.

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