Interviste

Il debutto delle Wet Leg raccontato track by track dalle due protagoniste

Rhian Teasdale e Hester Chambers arrivano al loro atteso primo album e sono già diventate una delle band indie rock più seguite in Terra d’Albione e non solo

Autore Tommaso Toma
  • Il9 Aprile 2022
Il debutto delle Wet Leg raccontato track by track dalle due protagoniste

Wet Leg (foto di Hollie Fernando)

L’Isola di Wight è il centro gravitazionale delle vite delle 28enni Wet Leg. Basta vedere i loro video: da un’inquadratura di Angelica spunta un bel faro bianco; un elegante ritiro estivo è la prima immagine in Chaise Longue; le balle di fieno dai campi di grano dell’isola fanno da sfondo alle immagini nella super catchy Wet Dream.

Tutti questi singoli del 2021 (l’unico edito in formato fisico è il 7″ di Chaise Longue) sono stati un’intelligente e fulminea road map dell’etichetta Domino che le ha portate all’omonimo album di debutto, registrato nei nuovi studi londinesi del sempre richiestissimo producer Dan Carey. Costui ha dato vita nel sud di Londra a un luogo che è quasi più uno spazio per happening performativi. Ha un nome tanto bizzarro (Speedy Wunderground) quanto lo strano decalogo che Carey ha instaurato per chi voglia incidere qui un 7″: le registrazioni al buio, accompagnati da fumo e laser, tutto deve essere fatto in giornata entro la mezzanotte, non ci sono pause pranzo…

Tutto questo è assolutamente in linea con la filosofia della fotogenica Rhian e di Hester che è all’insegna dell’ironia totale. Basta leggere i loro testi e vedere i loro concerti (a proposito, le aspettiamo in Italia il 25 ottobre ai Magazzini Generali di Milano ma scommettiamo sin d’ora che verrà spostato in una venue molto più grande). In quest’occasione vi proponiamo in esclusiva il track by track raccontato dalle due leader della band. Nel numero di maggio pubblicheremo una bella intervista rilasciata a Billboard USA.

Il track by track delle Wet Leg

Being in Love

Rhian: La canzone traccia un parallelismo fra l’essere depressi e l’essere innamorati. In entrambi i casi si tratta di qualcosa che ti consuma.

Chaise Longue

Rhian: Un pezzo molto politico (ride, ndr). Io, Hester e Joshua l’abbiamo scritto una sera tardi, di getto. Una canzone bizzarra, più di così non saprei che dire.

Angelica

Rhian: Angelica è il nome della mia migliore amica che conosco da quando avevo 14 anni. Adesso è mia coinquilina a Londra. È divertente quando suoniamo il pezzo dal vivo e lei è presente nel pubblico. Nella canzone ci sono un sacco di battute che capiamo solo noi. Non è che il brano parli di lei specificamente, è solo un personaggio della canzone, che comunque si ispira a eventi reali.

I Don’t Wanna Go Out

Rhian: Durante i lockdown abbiamo tutti imparato qualcosa su noi stessi. Abbiamo imparato a goderci il tempo che passiamo a casa. La canzone esplora anche il tema del diventare adulti, direi, con l’abbandono della voglia di far festa sempre. Quando hai vent’anni ti prendi sbronze colossali senza preoccuparti del domani. Ma verso i 30 ti dici: “Ok, magari un giorno mi piacerebbe avere una mia casa, provvedere al mio sostentamento e avere una direzione nella vita”.

Wet Dream

Rhian: La canzone è stata scritta con un tono simile a quello di Chaise Longue. Anche questa è il risultato di una jam notturna. Il testo parla di polluzioni notturne… (ride, ndr) Un mio ex era quel tipo di ragazzo che possiede il DVD di Buffalo 66 (film di Vincent Gallo del 1998, ndr). Dopo che ci lasciammo, ritenne che fosse una buona idea mandarmi messaggi dicendo che aveva sognato noi da sposati.

Convincing

Hester: Parla di depressione, ma anche di quella “positività tossica” che a volte ci autoinfliggiamo. Di certo non è un pezzo nato da sentimenti di grande allegria.

Loving You

Rhian: Una breakup song. Segue un po’ il tipo di energia di Wet Dream.

Ur Mum

Rhian: Anche questa è una breakup song, nient’altro da aggiungere.

Oh No

Hester: Una delle prime canzoni che abbiamo scritto. Eravamo ai nostri primi concerti, e siccome non avevamo tanti pezzi ci siamo dette: “Forza, scriviamo!”.

Rhian: Le parole sono sempre state quelle, ma quando l’abbiamo registrata abbiamo pensato che fosse meglio scriverne di più in modo che fosse come un flusso di coscienza, visto che parla di quanto ti ritrovi a scrollare sui social alle 3 di mattina dicendoti che è tutto a posto (quando non è così). Poi c’è quel riferimento al “pizza rat”. Avete presente? Quell’artista di nome Zardulu che ha insegnato a un topo a portare fette di pizza in giro per la metropolitana di New York. Fu un fenomeno virale.

Piece of Shit

Rhian: Un’altra breakup song. Non so, ero molto arrabbiata, per cui nel pezzo dico cose un po’ cattive ma anche divertenti.

Supermarket

Rhian: L’ultima canzone che abbiamo scritto prima di registrare l’album. All’epoca le restrizioni anti-Covid si stavano finalmente attenuando, dopo mesi in cui l’attività più eccitante delle nostre vite era appunto andare al supermercato. Penso che gli spacciatori se la siano vista brutta, vista la quantità di persone che ha ricominciato a fare serata: avranno fatto delle offerte speciali, tipo 2×1?

Too Late Now

Rhian: Un’altra canzone che abbiamo scritto molto tempo fa, ai tempi dei nostri primi festival. Parla del disincanto per il mondo in cui viviamo. Come se ti risvegliassi improvvisamente adulto, pur mantenendo quei piccoli preziosi impulsi da ventenne.

Wet Leg - foto di Hollie Fernando - 2
Le Wet Leg: Hester Chambers e Rhian Teasdale (foto di Hollie Fernando)

Ascolta l’album Wet Leg

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