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Subsonica: «Ritrovarsi per capire che siamo ancora un grande gruppo»

E siamo assolutamente d’accordo con tutti e cinque i componenti della band torinese che arriva al decimo album in studio “Realtà Aumentata” con le idee chiare, sviluppate felicemente

Autore Tommaso Toma
  • Il12 Gennaio 2024
Subsonica: «Ritrovarsi per capire che siamo ancora un grande gruppo»

Foto di Francesco Dornetto

Ritrovarsi a Milano con Samuel, Boosta, Max, Ninja e Vicio per la presentazione di Realtà aumentata è sempre bello. I Subsonica li abbiamo visti rilassati e scherzosi con la stampa, presente ieri alla Santeria per raccontare la genesi del loro decimo album che è davvero un gran bel disco, nato dopo una lunga attesa. Se ci pensate, 8 è del 2018 e Microchip Temporale, uscito nel 2020, era stato un rework del loro storico e fortunatissimo Micorchip Emozionale. Ad accompagnare visivamente la band, sono stati allestiti nel teatro della Santeria da Sintetica Collective – collettivo interdisciplinare torinese – diversi televisori a tubo catodico che riproducevano video distorti e rielaborati. Un chiaro rimando all’allestimento realizzato da Sintetica per il videoclip di Pugno Di Sabbia.

Che stesse prendendo forma un lavoro felice lo si era capito già ascoltando Pugno di Sabbia, con quell’urlo iniziale e campionato di Boosta. Sembra di sentire una hit anni ’80 degli Adam & The Ants, ma è puro rock à la Subsonica. Poi è arrivata Mattino di Luce, mentre Adagio l’avevamo già ascoltata nell’omonimo film di Stefano Sollima, uscito nelle sale lo scorso dicembre e presentato  all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (dove il gruppo si è preso il Premio speciale Soundtrack Stars Awards).

Un album ricco di richiami rock, un’elettronica adulta, ritmi afro e un tocco di minimalismo

Ascoltando l’intera tracklist di Realtà aumentata scopriamo diverse perle come Universo. Un pezzo dance molto Subsonica che risente delle lezioni del minimalismo e non ammicca agli ultimissimi trend produttivi (sto pensando alla “scuola Fred Again..”), ma piuttosto si appoggia alle più sofisticate intuizioni dei Bicep.

Grandine, invece, parte con un omaggio a Giorgio Moroder, ma poi tutto cambia e acquisisce, senza ombra di dubbio, l’inconfondibile timbrica sonora del quintetto torinese. In Nessuna colpa viene rielaborata la voce di Samuel che diventa quasi irriconoscibile e il “trucco” mi ha fatto ricordare quello che ha utilizzato Abel Tesfaye, The Weeknd, per Gasoline in Dawn FM. Che dire poi dell’intensissima ballata Missili e Droni. Un titolo studiato ad hoc che ci richiama alla stretta attualità. Infine, la tellurica Africa su Marte che ricorda i Talking Heads degli anni ’80, con quell’intermezzo dove entra un sound jazzato e sospeso.

Tutti questi rimandi e stimoli sono solo la punta di un iceberg che è alla base di un lavoro curato fin nei minimi dettagli. Anche con la complicità, nei testi, dello storico collaboratore Luca Ragagnin, della Budapest Scoring Orchestra per il brano Adagio o, nella fase di missaggio, di Marta Salogni oltre che dello stesso Max Casacci. Nel brano Scoppia la Bolla ci sono invece i feat di Willie Peyote e Ensi.

Samuel: «Era necessario raccontare il mondo con i nostri occhi e la nostra sensibilità»

Tante influenze e diversi ritmi, ma l’insieme del nuovo album dei Subsonica è perfettamente coeso. Nessuno sfilacciamento e una solidità che nasce da una nuova consapevolezza come ammette Samuel: «Lavorare nei Subsonica non è una cosa semplice perché noi siamo un’entità che appare e prende forma solo nel momento in cui tutti e cinque stiamo insieme in un luogo. Col tempo – lo ammetto – era diventato sempre più difficile. Sappiamo di aver attraversato praticamente delle “ere geologiche” assieme e perdipiù abbiamo, ognuno di noi, percorso strade artistiche da solisti. Però alla fine ci siamo ritrovati per provare a costruire il nostro decimo album e ci siamo accorti che per tutti noi era necessario raccontare il mondo con i nostri occhi e la nostra sensibilità».

Il paragone con l’ultimo disco di inediti è un confronto inevitabile, persino per la band stessa. «Con il precedente 8 avevamo avuto la sensazione che fosse tutto il frutto di differenti skills individuali messe assieme come un puzzle. Questo ha logorato molto il senso di appartenenza al gruppo» spiega Samuel. «Guardando in prospettiva, alla fine 8 è stato l’album che ha permesso ai Subsonica di rigenerarsi, di pensare e di ripartire lavorando come facevano agli inizi. Certo, sono passati 5 anni, ma adesso le nostre “scintille personali” sono in funzione dell’unico organismo vivente, i Subsonica. Per esempio, abbiamo trasformato un urlo di Boosta, quasi un gesto di disturbo, in una firma stilistica per Pugno di Sabbia».

Subsonica, un album per «rinsaldare il patto narrativo con il pubblico»

Ad avvalorare la tesi della nuova volontà di unione e fratellanza della band ci pensano anche Max Casacci e Vicio. «Essere lontani per un bel po’ di tempo, metteteci dentro anche il periodo pandemico, ci ha fatto comprendere quanto fosse necessario ritrovarsi» sottolinea Max. «Abbiamo recuperato quel modo di essere una band capace di orientarsi in qualsiasi contesto sonoro. Un gruppo che non si pone dei confini, nel nostro territorio sonoro non ci sono generi dominanti, anzi».

Secondo Max Casacci la nuova consapevolezza è iniziata da Adagio. «Probabilmente l’indizio che fossimo in grado di ritrovare la nostra linfa vitale è arrivato con la realizzazione del brano per il film di Sollima. Il mondo intorno a noi musicalmente è cambiato. Forse con il fatto che volevamo strenuamente e con convinzione fare un nuovo album abbiamo mantenuto delle connotazioni per così dire, “novecentesche”. E poi ci siamo accorti, finito Realtà Aumentata, che si rinnovava e si rinsaldasse quello storico patto narrativo con il nostro pubblico».

La cover di Realtà aumentata realizzata da Marino Capitanio

Realtà aumentata, ma “fisica”

«Noi, come Subsonica, siamo un organismo che ha ancora necessità di ritrovarsi in un luogo fisico» racconta Vicio. «Mi sono preso la responsabilità di trovarlo e, ispirandomi a quello che avevano fatto i nostri amici Marlene Kuntz, abbiamo dato vita al nuovo disco a Piozzo, dove in una bella piazza c’è la storica birreria. Ci siamo accorti che in una sala c’era un gran suono e alla fine siamo rimasti lì una settimana al mese. Per tutto quel tempo non ho dovuto cucinare mentre negli altri dischi ho sempre dovuto spignattare io. Non è stato male farsi coccolare! (ride, ndr)».

La chiosa geniale a questo ampio ragionamento sulla ritrovata energia del quintetto l’ha data Boosta: «Cari colleghi giornalisti – visto che ho il tesserino da pubblicista – vi offro il titolo perfetto per il vostro articolo: “I Subsonica ci servono”». Se gli album son belli come questo Realtà Aumentata, siamo assolutamente d’accordo.

Il tour Subsonica 2024

La tournée dei Subsonica, prodotta da Live Nation, partirà il 3 aprile dal PalaUnical di Mantova e porterà il nuovo album Realtà aumentata nei principali palazzetti italiani. Il 4 dello stesso mese il tour approderà al Mediolanum Forum di Assago a Milano, il 6 alla Zoppas Arena di Conegliano (TV), l’8 al Palazzo dello Sport di Roma, il 10 all’Unipol Arena di Bologna, l’11 al Mandela Forum di Firenze.

La chiusura del tour non poteva che essere in casa: il 13 aprile all’Inalpi Arena di Torino. I biglietti sono già disponibili su ticketmaster.it, ticketone.it e vivaticket.com.