Interviste

Frenetik&Orang3 con Bootleg porteranno il proprio studio sul palco. E sarà una figata

Il 7 e il 14 aprile i producer romani saliranno sul palco di Largo Venue a Roma e di Santeria Toscana 31 a Milano con due live che saranno una vera e propria festa “spacehop”. Li abbiamo incontrati per averne un’anticipazione

Autore Greta Valicenti
  • Il28 Marzo 2023
Frenetik&Orang3 con Bootleg porteranno il proprio studio sul palco. E sarà una figata

Frenetik&Orang3, foto di Alessandra Mangia

«Bootleg è il nostro modo per far vedere agli altri qual è il nostro mood, vogliamo portare sul palco i nostri voli pindarici», mi raccontano Frenetik&Orang3 quando li incontro su Zoom nel primo venerdì di primavera. Frenetik è a Torino, per l’ultima data del Flop Tour di Salmo, Orang3 a Roma, ma i due si riuniranno tra pochissimo sul palco, stavolta per uno show tutto loro. Si tratta di Bootleg, uno spettacolo che i due producer (definizione fondamentale, come mi hanno spiegato nel corso della nostra chiacchierata) romani porteranno il 7 aprile nella loro città, a Largo Venue, e il 14 aprile a Milano, in Santeria Toscana 31 (i biglietti sono disponibili su TicketOne).

E assistere a Bootleg non sarà solo come partecipare a una festa che amano definire “spacehop” in cui Frenetik&Orang3 suoneranno alcuni dei brani più iconici – di cui sono le menti – degli ultimi anni di storia dell’urban italiano, ma sarà come entrare davvero nel loro studio, tra drum machine, chitarre, synth, voci a cappella e pure un violoncello, suonato da Carmine Iuvone. Per un momento di «puro poliamore». Ci siamo fatti dare una piccola anticipazione e, se amate la musica suonata per davvero, è uno spettacolo che non dovreste perdervi.

Perché per questi due live avete scelto proprio il concetto di bootleg? Anche se la parola stessa rende molto bene l’idea dello spettacolo.

Frenetik: L’idea nasce da quello che facciamo in studio tutti giorni. Spesso quando riascoltiamo le cose che registriamo ci diciamo “oh, ma che figata, pensa se ci mettessimo una voce registrata” oppure sentiamo un brano di altri e ci viene voglia di farne una versione nostra. Quindi vogliamo portare questi voli pindarici sul palco fondamentalmente perché ci divertiamo, e poi è anche un modo per far vedere agli altri qual è il nostro mood.

Orang3: Poi ci sarà una parte iniziale di atmosfera molto più morbida, quello che a noi piace definire space hop, fino ad arrivare ad una parte finale con un ritmo più alto, cassa dritta, con rivisitazioni di brani nostri o che ci piacciono, da qui poi l’idea di bootleg. Ad accompagnarci in questo viaggio ci sarà Carmine Iuvone, che è un violoncellista bravissimo che ha lavorato con Motta, Coez, Salmo. Sarà una bella festa, dai.

Frenetik: Carmine è un po’ il nostro terzo incomodo, è un poliamore il nostro!

A proposito di terzi, ci saranno anche degli ospiti durante le serate?

Frenetik: Chi lo sa! Per ora ti dico che gli ospiti siamo noi!

In un’intervista avevate detto che c’è differenza tra beatmaker e producer. Mi spiegate meglio questa distinzione?

Frenetik: Per risponderti ti cito un video di Pharrell in cui dice che il produttore è colui che ha l’idea di chiamare un flautista, farlo venire in studio e fare in modo che quella parte diventi fondamentale e iconica del brano. È quella persona che con tutti i vari elementi riesce a cucire un vestito.

Orang3: Il produttore è una persona che può essere all’interno della creazione del brano a vari livelli. Può ascoltare e dare direttive, può arrangiare il brano, può suonare delle cose. Ma ciò che identifica la figura del produttore è che l’artista si fidi del gusto di quella persona. Quando tu sei in fase creativa sei guidato da un flusso che essenzialmente è il tuo gusto. Il produttore interviene in maniera molto, molto diversa nella canzone. Il beatmaker è un creativo musicista che ha come strumento il pc e fa basi su basi. Ma probabilmente c’è bisogno di un produttore anche quando c’è un beatmaker perché il produttore dà anche una sorta di direzione artistica.

Frenetik: Il produttore ha una visione del progetto finito prima ancora che lo sia.

E in Italia oggi ci sono più beatmaker o più produttori?

Frenetik: Secondo me più beatmaker, perché la tecnologia aiuta tutti a poter divertirsi. Poi il nostro non è assolutamente un giudizio, stiamo solo facendo una distinzione. Essendoci così tante piattaforme di stamps confezionati, loop e cose varie, reinterpretare quelle cose è più facile. Banalmente ora puoi essere uno dei beatmaker più fighi che ci siano stando nella tua stanza col tuo iPhone, per dirti.

Orang3: Ovviamente la tecnologia ha reso i livelli di creatività più accessibili, così come il numero dei fotografi si è quintuplicato da quando esistono le Reflex.

Il vostro ultimo producer album è stato ZEROSEI nel 2019. Avete in programma un sequel?

Orang3: Adesso stiamo buttando giù un po’ di musica nuova. A noi piace suonare, poi col fatto che entrambi lavoriamo in cose singole quando ci rincontriamo ci portiamo dietro un bagaglio aumentato con esperienze personali e da lì nascono tante cose nuove. Robe nuove ci sono, dobbiamo solo capire bene come veicolarle!

Frenetik: Negli anni abbiamo capito che quando si parte da una musica che convince entrambi, poi le cose vanno lisce.

E artisti che invece vi incuriosiscono e con cui vi piacerebbe lavorare?

Frenetik: Sicuramente Deriansky, Chloe, che è una ragazza ancora poco conosciuta ma con cui abbiamo fatto dei brani ed è molto brava. Altea dei Thru Collected mi piace tantissimo.

Orang3: Io ho sentito una pischella che si chiama Ele A che mi piace un botto e vorrei un sacco lavorarci in studio.

Frenetik, tu fai anche parte de Le Carie. Mi racconti questo nuovo side project con Salmo?

Le Carie fondamentalmente sono uno sviluppo di quello che già facciamo sul palco. Volevamo far uscire tre brani con quell’attitudine lì senza metterci alcun paletto mentale, facendo solo quello che ci andava di fare, un crossover totale che ci piace molto e ci abbiamo fatto uscire di getto. Era anche il nostro modo per far capire che tutta la musica fa parte di noi, non solo il rap. E infatti noi siamo i produttori meno rap dell’hip hop!

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