Interviste

Ricominciare dalla Terra: Hurray For The Riff Raff racconta il nuovo album

La cantautrice, in passato molto vicina al genere Americana, con Life on Earth vira verso un sound più vicino ad atmosfere new wave e post-punk. L’abbiamo intervistata

Autore Piergiorgio Pardo
  • Il20 Febbraio 2022
Ricominciare dalla Terra: Hurray For The Riff Raff racconta il nuovo album

Foto di Akasha Rabut

Per gli amanti del genere Americana, del folk più risoluto e combattivo, quello di Hurray For The Riff Raff, aka Alynda Segarra, è un nome di assoluto riferimento. Il nuovo disco Life on Earth, l’ottavo dal 2007, è stato anticipato dai singoli Rhododendron e Pierced Arrows e segna una svolta nella carriera di Alynda. Da un lato la firma per la Nonesuch, etichetta di ambito Warner, lancia il progetto in un circuito più mainstream. Dall’altro i pezzi svoltano verso un sound più vicino ad atmosfere new wave e post-punk.

Più che la adottiva New Orleans, sembra emergere qui la provenienza dal Bronx. Il suono è molto urbano, incisivo e la poesia folk nasce dalle strade della città. L’album disegna nel complesso un viaggio dal buio alla luce, dal catrame all’energia del sole. Alynda lo racconta col rigore appassionato di sempre, collocandosi nel punto esatto in cui società e dimensione interiore diventano una il riflesso dell’altra.

Ecco un estratto dell’intervista che leggerete integralmente sul numero di marzo di Billboard Italia.

Life On Earth è un disco molto più elettronico e ritmico rispetto al passato. Com’è nata questa scelta?

Dal desiderio di tornare bambina. Per me, che non avevo idea di come si suonasse un sintetizzatore, è stato tutto una scoperta. Quello che ho fatto nel mio home studio è stato un viaggio alla scoperta di suoni nuovi.

Che tipo di tastiere hai usato?

Qualche vecchia tastiera analogica anni ’80 e poi un campionatore, l’SP-404 della Roland, che mi ha aiutato a catturare i suoni che percepivo nel mondo intorno a me: frammenti di discorsi, rumori, suoni naturali. Mi piace fare questi collage.

Sono passati cinque anni dal tuo ultimo disco. Cosa ti ha tenuta lontana dalla musica?

Certamente la pandemia ha prolungato i tempi. Ma la realtà è che anche durante gli anni precedenti non ero veramente pronta. Ci ho messo un po’ a incrociare Brad Cook, che poi è stato il produttore del disco.

Hai fatto un grande lavoro anche sulle parti vocali, giusto?

È stato l’aspetto sul quale ho insistito di più. Inoltre penso di aver cantato con molta più motivazione che in passato.

Adesso come adesso pensi al tuo progetto: come a una carriera solista o come a una band?

Bella domanda. Quello che canto e scrivo rappresenta me e quello che sto attraversando, ma nello stesso tempo non sono una che fa musica da sola. Ogni disco nasce da collaborazioni e rappresenta un’anima in qualche modo collettiva.

In tour sarai accompagnata da una band?

Sì. Il suono del nuovo album ha una sua identità, quindi è necessario produrre al meglio lo spettacolo perché tutto suoni coerente. Mi piace l’idea che lo show disegni come una sorta di parabola.

Anche il disco nuovo a volte dà l’impressione di leggere una storia.

Dipende dalla natura delle canzoni. Si tratta di materiale personale e vulnerabile.

Ci sono diversi momenti evocativi.

Sì. Ho sempre avuto una sensibilità cinematica e in particolare scrivendo il nuovo materiale avevo la mente piena di immagini, atmosfere, paesaggi.

Hai abbandonato l’aspetto sociale?

No. Saga ricostruisce il processo sulle accuse di molestia sessuale mosse da Christine Blasey Ford a Brett Kavanaugh, quando stava per essere nominato da Donald Trump membro della Corte suprema degli Stati Uniti d’America. Pointed at the Sun parla di una rinascita collettiva, attraverso la metafora del corpo esposto al sole. Precious Cargo riguarda le condizioni dei detenuti nelle carceri. Jupiter’s Dance parla dei bambini portoricani immigrati, Life on Earth è tutta incentrata sul mio amore per il pianeta, Wolves parla delle paure collettive, e così via.

Non sono diventata intimista, semplicemente ho scelto di raccontare il mondo a partire da un vissuto personale e di mettermi in gioco per potermi identificare negli altri e viceversa.

Ascolta Life on Earth di Hurray For The Riff Raff

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