Interviste

Fuori “RTJ4”: gioia e rivoluzione secondo i Run The Jewels

Uscito due giorni in anticipo rispetto al previsto, RTJ4 è forse l’album più heavy firmato Run The Jewels – oltre che la perfetta trasposizione in musica della rabbia divampata oltreoceano

Autore Federico Durante
  • Il6 Giugno 2020
Fuori “RTJ4”: gioia e rivoluzione secondo i Run The Jewels

Foto di Tim Saccenti

La nostra conversazione con El-P e Killer Mike è avvenuta pochi giorni prima dell’omicidio di George Floyd a opera di agenti della polizia del Minnesota. Ancora una volta un poliziotto bianco ha ucciso una persona di colore, peraltro inerme e ammanettata. Risuonano subito nelle orecchie i versi di Yankee and the Brave – prima traccia del potente nuovo album dei Run The Jewels, RTJ4 (Jewel Runners / RBC Records / BMG) – con le sue rime violentissime come: “A crooked copper got the dropper / I put lead in his eyes / ‘Cause we heard he murdered a black child so none of us cried”. È lo sfogo visionario, a parti inverse, di una frustrazione realissima che viene qui sublimata in musica. E che si rivela tristemente attuale.

Per forma e contenuto, RTJ4 è forse il disco più “heavy” firmato El-P e Killer Mike, anche se non rinuncia a quel distintivo binomio di politico e privato, cazzeggio e critica sociale, che il duo ha ereditato direttamente dall’epoca d’oro dei gruppi hip hop: Run DMC, Public Enemy, Cypress Hill. Uno spirito magnificamente rappresentato anche a livello estetico: si veda il video di Ooh La La in cui una folla fa festa intorno a un rogo di banconote e carte di credito. Un po’ Beastie Boys e un po’ Rage Against The Machine (peraltro con i primi hanno in comune la conoscenza di Rick Rubin e con i secondi saranno impegnati nel Public Service Announcement Tour), Mike e Jaime ci hanno tracciato una panoramica completa sul loro peculiare mondo in equilibrio fra invenzione e realtà. Ecco un estratto dell’intervista che troverete integralmente sul numero di giugno di Billboard Italia.

L’album è stato registrato in buona parte nello studio di Rick Rubin, lo Shangri-La. Come siete entrati in contatto con lui? E qual è stata la natura del suo contributo a RTJ4?

[Killer Mike] El lo conosce, hanno un gran rispetto reciproco. Per le persone della nostra generazione, Rick è un idolo, un’icona. Per le registrazioni volevo che fossimo sufficientemente isolati da lavorare senza disturbi ma abbastanza vicini da non dover guidare più di un’ora da Los Angeles o New York. Lo Shangri-La era perfetto per questo. Già l’atmosfera di Los Angeles è pazzesca. Come spazio per le registrazioni, poi, lo Shangri-La è fantastico e il contributo di Rick è stato la sua disponibilità a unirsi a noi, ascoltare la musica, darci qualche idea figa. Mi chiamava per incoraggiarmi sulle cose che stavamo facendo bene. Yankee and the Brave era una delle sue prime preferite. Ha sottolineato l’importanza di quel pezzo, che è finito per avere quella lunga introduzione in stile TV. Il fatto che il mio idolo fosse lì per commentare le mie strofe è stata la realizzazione del sogno di una vita.

In Yankee and the Brave parlate di un argomento che vi preoccupa molto, la violenza della polizia. Vedete la prospettiva di un miglioramento delle cose per il futuro?

[El-P] Possiamo solo sperare che le cose migliorino. Sai, io e Mike parliamo di quello che vediamo. Nel nostro paese è un problema cronico. Probabilmente è così in tutto il mondo: questa è la natura del potere incontrollato. Se pensassimo che le cose non possano cambiare forse non ne parleremmo. Dobbiamo avere questa speranza nel cambiamento.

In un certo senso voi portate avanti l’eredità dell’epoca d’oro dei gruppi hip hop degli anni ’80 e primi ’90 con un approccio molto contemporaneo. In che modo quello spirito “old school” può essere applicato al mondo e alla musica di oggi?

[El-P] Come dici tu, non cerchiamo di riproporre vecchia musica, ma noi siamo cresciuti in quel periodo e quelle sono le nostre influenze, lo spirito che ci ha fatto innamorare dell’hip hop. Se riesci a catturarlo e proporlo agli altri, non importa se non hanno lo stesso contesto, le stesse influenze, la stessa età. Sappiamo solo che puoi trasmettere quello spirito, e non è possibile che tu non ti metta a sorridere e muovere la testa quando lo senti. Non ci interessa ri-etichettare alcunché, solo trasmettere nel modo migliore possibile ciò che ci ha fatto innamorare della musica hip hop.

Ascolta RTJ4 dei Run The Jewels in streaming

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