Interviste

RVFV, cercando un ponte fra Spagna e Italia: «Da voi la scena è molto più interessante»

L’artista iberico, particolarmente seguito nel nostro paese, ha trascorso una settimana a Milano per conoscere gli artisti urban nostrani e fare tante session in studio. Ne abbiamo approfittato per incontrarlo

Autore Federico Durante
  • Il20 Maggio 2022
RVFV, cercando un ponte fra Spagna e Italia: «Da voi la scena è molto più interessante»

RVFV (fonte: ufficio stampa)

Avevamo già avuto modo di conoscere da vicino questo giovane talento urban originario di Almería, Spagna. Nel frattempo a fine gennaio è uscito il suo album d’esordio, Nastu. E RVFV continua ad essere fra gli artisti iberici più ascoltati nel nostro paese, tanto che proprio l’Italia rappresenta il suo secondo mercato più importante dopo la Spagna. Da una settimana, inoltre, è in rotazione radiofonica il singolo Yo No Sé (il cui videoclip, tanto per dare un numero, conta ad oggi 34 milioni di visualizzazioni su YouTube).

RVFV è reduce da una settimana “intensiva” trascorsa a Milano per stringere nuove sinergie artistiche e cimentarsi in session con gli artisti urban nostrani, dalle quali probabilmente usciranno nuove release nei prossimi mesi. Un modo per cementare un rapporto musicale (dalle potenzialità tutte da scoprire) fra due nazioni “sorelle” come Italia e Spagna? L’abbiamo incontrato per parlarne direttamente con lui.

Cosa ci puoi dire sulle collaborazioni che hai fatto in questa settimana qui in Italia?

Posso dire che mi è piaciuto molto. Mi ha sorpreso molto il genere qui in Italia. Sono davvero felice di aver conosciuto persone come per esempio AVA e Blssd (produttore, ndr). Stiamo lavorando davvero bene qui in Italia.

Venerdì 20 maggio è uscita Tigini (Remix), reinterpretazione del singolo dell’artista ivoriano Kikimoteleba. Dicci di più su questa collaborazione e su come vedi l’attuale scena urban africana.

È una bomba, una hit. L’afrobeat è molto figo, merita una maggiore presenza nella scena. Anche se ho la pelle chiara, la verità è che adoro l’afrobeat! È un sound che mi piace e che mi rappresenta molto.

L’album Nastu è uscito a fine gennaio: un bilancio finora?

È andato bene, sono molto contento. Anche il feedback che ho ricevuto dal pubblico è stato molto positivo. Ma già siamo al lavoro su cose nuove.

Le tue produzioni sono molto variegate e incorporano una moltitudine di elementi, compresi gli strumenti analogici, e anche molte suggestioni dal mondo. Come lavori su questo aspetto? Hai dei produttori di fiducia, per esempio?

Io lavoro molto col mio produttore Pablomas. Lavoriamo molto a distanza perché io sono spesso all’estero. Ma ogni volta che ne abbiamo l’occasione, ci troviamo di persona e andiamo in studio.

L’Italia è il tuo secondo mercato più importante dopo la Spagna. Com’è la scena italiana vista dalla Spagna?

La verità è che sono due scene molto diverse fra loro. La scena italiana è molto più interessante, nel senso che ci sono un paese e una lingua più uniti, un genere più interessante, più “giusto”. In Spagna stiamo attraversando un processo di crescita, vedremo come andrà.

Vista anche la somiglianza linguistica, quali sono le possibilità di sinergia fra la scena spagnola e quella italiana?

Credo che ce ne siano molte. Io non sono ancora molto conosciuto qui in Italia ma stiamo costruendo un percorso di opportunità. Credo che proprio da questo paese ne nasceranno molte.

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RVFV (fonte: ufficio stampa)
Probabilmente chi non conosce bene la scena spagnola ti etichetterebbe come “reggaeton”, cosa che chiaramente non sei. Dal tuo punto di vista, quali sono le principali differenze fra la scena urban spagnola e quella latino-americana?

Io non mi incasello in nessun genere. Mi piacciono tante hit diverse, musica di tutti i tipi. Sono un artista urban a cui piace fare un 10% di reggaeton, un altro 10% di trap e così via… Dipende da quello che mi passa per la testa sul momento. Io mi definirei semplicemente come artista urban, non sono né un reggaetonero né un trapper.

Riguardo alla scena latino-americana, ci sono delle differenze. Ogni paese ha un proprio movimento, le proprie cose. La scena latino-americana è molto avanzata e va bene per questo. Ci sono molti grandi artisti, prendi per esempio Porto Rico: Ozuna, Daddy Yankee, Anuel AA hanno creato il movimento urban.

Motomami di Rosalía è fra gli album più apprezzati dell’anno a livello internazionale. Ti è piaciuto il disco? È un’opportunità per la musica “made in Spain”?

La ascolto sempre quando passa in radio. Rosalía è un’artista ammirevole. Non ho sentito tutte le canzoni dell’album ma quelle che ho ascoltato le ho messe a ripetizione. Se le cose vanno bene per lei, allora è un vantaggio per noi tutti.

Si è appena concluso l’Eurovision: è un evento che segui? Ti piacerebbe rappresentare la Spagna in futuro?

Ad esser sincero, non lo seguo molto. Ma se si tratta di rappresentare il mio paese, si può fare! Claro que sí.

Cos’hai in programma per l’estate?

Molto lavoro! Fare molta musica, molti concerti. Un’estate folle: la migliore della mia vita!

Ascolta Nastu di RVFV

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