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Fenomenologia di Ichika Nito

Se siete appassionati di chitarristi, c’è un musicista in cui certamente vi siete imbattuti online: è il silenziosissimo ragazzo capace di farvi venire voglia di appendere la chitarra al chiodo nel tempo di un reel

Autore Federico Durante
  • Il27 Febbraio 2024
Fenomenologia di Ichika Nito

Se seguite questa rubrica è perché siete appassionati di rock e di chitarre. E se siete appassionati di chitarre – a meno che negli ultimi anni non abbiate fatto una vita priva di YouTube e social – c’è un chitarrista in cui vi siete certamente imbattuti online. È l’arci-virtuoso della nuova generazione di musicisti social-media-friendly, il silenziosissimo ragazzo del Sol Levante capace di farvi venire voglia di appendere la chitarra al chiodo nel tempo di un reel. È Ichika Nito. Ed è giunto il momento di parlarne.

Chi è Ichika Nito

Vero nome: Ichika Fukui. Giapponese, 29 anni, di bell’aspetto e poche parole. Oltre alla musica, gli piacciono i manga, gli anime e i videogame: Ichika Nito è un perfetto figlio della “pop culture” nipponica.

La sua immagine pubblica è semplice, essenziale, ma cool: è sempre ben vestito, con indosso belle t-shirt e felpe alla moda che lo fanno quasi sembrare un modello di H&M o American Apparel.

Da un punto di vista prettamente visivo, i suoi video casalinghi sono tutti basati su colori pastello, luci morbide, cozy vibes. Infatti le clip di Ichika Nito hanno un interessante effetto collaterale: sono rilassanti, scacciano l’ansia. Anche in questo è coerente con la propria cultura di appartenenza: i suoi contenuti infondono una sorta di serenità Zen.

Ichika Nito non parla: suona. Su YouTube esistono soltanto due video di Q&A (peraltro entrambi pubblicati da lui stesso) dove sentiamo la sua voce e apprendiamo qualcosa in più sulla sua vita reale. Si intitolano my first q&a! answering questions e Who Is Ichika Nito Anyway?. Per il resto, preferisce che a parlare per lui siano le sue creazioni musicali.

Insomma, la personalità è quasi del tutto assente. Le poche volte che lo si vede in viso, lo sguardo – perennemente seminascosto dalle sue frangette – non è mai rivolto in camera ma verso il manico della chitarra. Discrezione e understatement meravigliosamente giapponesi, un minimalismo di comunicazione che paradossalmente si sposa in modo molto armonico al massimalismo del suo virtuosismo.

Animale social

Come dicevamo, Ichika Nito è anche un perfetto prodotto dell’epoca social. Le release discografiche vere e proprie sono assai limitate (ad oggi su Spotify si trovano solo singoli, al massimo EP, anche se tempo fa ha annunciato l’arrivo di un album), l’attività live è sporadica e spesso non solista (è apparso in alcuni concerti dei Polyphia, musicisti a lui molto affini per tanti aspetti). Il resto è tutto YouTube e Instagram, Instagram e YouTube, con video che di rado superano i 40 secondi di durata. Dall’animale sociale di Aristotele all’animale social.

C’è poco da approfondire su di lui: è tutto superficie, leggerezza. Visti quattro o cinque video, hai visto tutto quello che c’è da sapere su Ichika sul suo stile. Del resto lui stesso, nei Q&A di cui sopra, ha confessato la difficoltà di trovare idee musicali sempre fresche quando per rimanere rilevante online devi pubblicare un contenuto nuovo ogni due giorni.

I titoli dei video sono spesso cute e dal sapore vagamente emo, del tipo: When your homie doesn’t kiss you goodnight, When you don’t have a girlfriend, When you know she’s cheating on you, When my crush says she wants to be friends. E così via.

Il ruolo dei social per la nuova generazione di musicisti

Ad ogni modo, è indubbio che i social abbiano avuto il merito di far emergere tutta una nuova generazione di virtuosi della chitarra (e non solo), che hanno trovato piattaforme dove diffondere la propria arte e ispirarsi a vicenda, creando una vera e propria community di artisti e pubblico.

Dal punto di vista social è preziosa la testimonianza di un chitarrista italiano di tutt’altro genere: Andrea Chiarini, virtuoso della chitarra classica con 279mila follower su TikTok e 312mila su Instagram. Di fatto un influencer, reso unico dal connubio fra look da trapper, repertorio classico e innato umorismo.

«Ho iniziato a studiare di più lo strumento, dando sempre di più e cercando di essere sempre fresco e mai scontato nell’esecuzione e nell’arrangiamento dei brani», ci raccontava un anno fa, a un anno dal suo “debutto” come creator. «Ho imparato a superare alcuni limiti e barriere mentali semplicemente facendo, ad agire piuttosto che pensare troppo. A volte va bene, altre meno. Grazie ai contenuti ho una routine di lavoro che scandisce i miei giorni».

Fender e Gibson stanno perdendo la partita dei social?

Una nota a margine. Ichika Nito usa quasi esclusivamente chitarre Ibanez, infatti è endorser del brand (ha anche un suo modello signature). Non si tratta solo di affinità geografica (nonostante il nome spagnoleggiante, Ibanez è giapponese), poiché è un punto in comune con moltissimi altri nuovi shredder e chitarristi-creator (Polyphia, Yvette Young, Bradley Hall e così via).

Certo, da Joe Satriani e Steve Vai in poi le Ibanez sono spesso state le chitarre preferite dagli shredder. Ma per lungo tempo sono state viste dai musicisti comuni come strumenti di fascia media, di quelli da regalare al nipote che si è appena iscritto a un corso di chitarra. Oggi non è più così. Il brand ha saputo cogliere bene le opportunità offerte dai social e si è del tutto riposizionato proprio grazie all’endorsement di questi chitarristi-creator-influencer.

E le vecchie glorie del rock – Fender e Gibson – che fine hanno fatto? Ad oggi paiono poco pervenute nel mondo social e sembra che stiano perdendo la partita del marketing su quel fronte. La prima spiegazione è proprio quella: sono brand vecchi, che nonostante i tentativi di rinnovamento rimangono legati a una cultura classic rock anni ’60 e ’70.

La seconda è che non se la stanno passando troppo bene. Nel 2018 Gibson fece ricorso al Chapter 11, in pratica un’istanza di fallimento. Nel 2022 Fender si è vista cancellare 100 milioni di dollari di ordinativi a causa di una forte contrazione della domanda dopo il boom di vendite in tempo di Covid. Il CEO Matt Janopaul ha rivelato che l’azienda si è ritrovata con 600mila chitarre e 200mila amplificatori invenduti. Nel 2022 Fender ha licenziato centinaia di dipendenti. Quell’anno e il successivo non è apparsa al NAMM, una delle più importanti fiere di settore che si tiene ad Anaheim, California.

Tecnica e stile di Ichika Nito

Ma come suona Ichika Nito? La prima cosa che colpisce è il tocco potente e impeccabile. Dotato di un fenomenale controllo della tastiera, si potrebbero scrivere pagine di approfondimento anche solo sull’uso della mano destra o sinistra prese individualmente. La loro combinazione poi è qualcosa di livello superiore.

Ichika riesce a far sembrare semplici e fluidi fraseggi di incredibile complessità tecnica, con un gusto tutto suo che incorpora fulminanti linee melodiche, arpeggi e armonie non banali (spesso nella parte alta della tastiera), tapping, fingerpicking, strumming e chi più ne ha, più ne metta. Deve avere una forza mostruosa in entrambe le mani (lui dice di esercitarsi dodici ore al giorno, e non dubitiamo che sia così).

Un po’ come i già citati Polyphia, di cui è amico, Ichika è un metallaro (i suoi generi preferiti sono metalcore e djent) che fa tutt’altro genere e predilige un suono pulito, pur mantenendo un’evidente ma ineffabile componente “heavy” nelle sue creazioni. Peraltro – a conferma di questa sua trasversalità nei generi – ha anche co-prodotto una canzone di Machine Gun Kelly, More Than Life. È suo il riff principale del brano.

C’è anche una certa componente emo nella sua musica, non solo nell’attitudine ma anche nel senso “classico” del termine. Molti suoi “lick” suonano come idee musicali degli American Football – per dire – portate alle estreme conseguenze. Ovvero: largo uso di accordature aperte e accordi con numerose estensioni armoniche, molto tapping e predilezione per la parte alta del manico. Anche per questo forse la sua musica suona spesso come una specie di carillon sofisticato.

Oltre la chitarra

La cosa più demotivante (per un comune mortale che vede i suoi video) è che il suo virtuosismo va ben oltre la chitarra. Ichika Nito è un onnivoro di strumenti a corda, che nel giro di una settimana da quando li prende in mano per la prima volta è in grado di padroneggiare meglio di chiunque altro (basso a cinque corde, arpa, chitarre synth degli anni ’80 e così via).

Adesso per Ichika la sfida vera è capire che direzione dare a tutto questo. Essere il re della chitarra sui social non basta a lasciare un segno duraturo nella storia dello strumento. Potrebbe pubblicare più brani veri e propri sulle piattaforme di streaming, fare una brillante carriera live (già mi immagino dei sold out a Milano alla Santeria o al Magnolia, per esempio), diventare un richiestissimo turnista/producer (vedi Machine Gun Kelly) o semplicemente guadagnarsi da vivere con masterclass in giro per il mondo.

Tutte queste sono porte aperte: Ichika, cos’hai in serbo per il futuro della tua carriera?

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