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MF DOOM: tre album per ricordare il suono di una leggenda del rap

A tre anni dalla morte di Daniel Dumile, la sua musica continua ad influenzare le generazioni e tutta la scena contemporanea. Zev Love X, DOOM, Metal Fingers, Metal Face. Semplicemente un artista imprescindibile per tutti gli amanti del genere

Autore La Casa Del Rap
  • Il31 Ottobre 2023
MF DOOM: tre album per ricordare il suono di una leggenda del rap

MF Doom

La storia di MF DOOM – o semplicemente DOOM, dal 2009 – è quella di un artista che ha cambiato le regole del gioco. La sua estetica, il gusto musicale e l’attitudine al microfono hanno reso il rapper originario di Hounslow un’icona dell’hip hop internazionale. Attivo all’interno della scena fin dall’inizio degli anni ‘90 la sua musica ha avuto un’evoluzione. Sia in termini artistici che di popolarità, come pochi rappresentati del genere.

Prima di addentrarci all’interno di questa top 3 è bene tener presente il presupposto da cui parte questo articolo. Non vogliamo proporre una selezione dei migliori progetti di DOOM, e anche quelli che menzioneremo non saranno proposti secondo un preciso indice di preferenza. Piuttosto l’intento di questo articolo è individuare, nel modo più oggettivo possibile, tre dischi che possano costituire una chiave di lettura per comprendere la sua intera produzione.

Da Zev Love X a MF DOOM: il contesto musicale

È il 1989. Il rap americano è in fermento. Da un lato il gangsta rap dimostra un grande appeal sul mercato con Schoolly D e Ice-T. Diametralmente opposti i De La Soul che con 3 Feet High and Rising mettono in mostra il valore sociale della musica, trattando tematiche sensibili come la pace, l’amore e il rispetto delle donne. Non dimentichiamoci che il contesto culturale americano presentava ancora forti disciminazioni: celebre il caso dei disordini di Miami del 1980.

E proprio in questo contesto, nella New York della Native Tongues, che Daniel “DOOM” Dumile inizia a farsi conoscere. Nascono i KMD (ovvero i “Kausing Much Damage”, o “A Positive Kause in a Much Damaged Society”). Il trio è composto da Daniel Dumile, con lo pseudonimo di Zev Love X, da suo fratello Dingilizwe “DJ Subroc” Dumile e da Jade 1 – sostituito, in seguito, da Onyx the Birthstone Kid.

La pubblicazione del primo album ufficiale, Mr.Hood, è segnata 14 maggio 1991 per Elektra Records: musica sociale e che vuole smuovere le coscienze. È chiaro: il loro riferimento è la musica del collettivo Native Tongues, con De La Soul, Jungle Brothers e A Tribe Called Quest. Proprio questo lungo percorso ha definito il suono di Zev Love X negli anni successivi.

Il momento più complesso per il gruppo arriva appena dopo il primo album ufficiale. D’altra parte, è cosa nota, il “secondo-disco” è lo spauracchio di ogni artista. Nel 1993 i KMD stanno registrando Black Bastards. Come è facile intuire già dal titolo il gruppo era piuttosto lontano per tematiche dalla musica che avevano prodotto appena due anni prima. 

Iniziano le fratture e le difficoltà. Durante le sessioni di registrazioni, Onyx decide di abbandonare i KMD. Nell’aprile del 1993 DJ Subroc, nonché fratello di DOOM, viene investito da un automobilista mentre tenta di attraversare la Nassau Expressway, autostrada appena alle porte di New York (la New York State Route 878).

Nonostante gli sfortunati eventi e le decisioni infelici, nel 1994 viene pubblicato Black Bastards per Readyrock Records. Ultimo progetto dei KMD, frutto del lavoro di DOOM e del defunto Subroc. Da quel momento in poi il collettivo cessa l’attività musicale. Nello stesso anno Deniel Dumile si ritira dal mondo musicale. Con i KMD muore Zev Love X. Ma era già l’inizio di qualcosa di più grande: ha inizio la leggenda di MF DOOM.

Tre album fondamentali di MF Doom

Prima di passare ai titoli, piccola precisazione. Eravamo rimasti nel 1994, con DOOM che si ritira dalla scena musicale. A 3 anni di distanza torna nel mondo delle rime partecipando ad un open-mic al Nuyorican Poets Café di Manhattan, nascondendo la sua identitá indossando un collant nero in faccia. È proprio durante quelle battle di freestyle che nasce MF DOOM. 

Bisognerà aspettare altri due anni prima che Operation: Doomsday, il suo primo album ufficiale, veda la luce per l’etichetta di Bobbito Garcia Fondle ‘Em Records. Ed è proprio da questo titolo che partiremo.

Operation: Doomsday – Fondle ‘Em Records (1999)

Semplicemente imprescindibile. Chiunque voglia scoprire MF DOOM e il suo gusto musicale – che è senza dubbio legato a quello di suo fratello DJ Subroc – deve ascoltare questo disco. Non è un caso il fatto di citare il DJ dei KMD. Non è un segreto che alcune dei beat presenti nell’album fossero stati realizzati proprio da Dingilizwe Dumile, che compare fra i crediti del disco. 

Sul piano delle liriche DOOM dimostra tutte le quelle capacità che anche in futuro renderanno celebre la sua penna. Da una parte troviamo il lato più emotivo, come in Doomsday e Red & Gold, in cui racconta le vicissitudini personali ed esorcizza il lutto. La sua voce trasmette una profonda vulnerabilità e un disilluso senso di affetto, aggiungendo un tocco umano a quell’artista noto a tutti per la sua maschera. Dall’altro invece troviamo uno stile più “leggero”, scanzonato, ma sempre tecnico, come nel caso di Rhymes Like Dimes. Su un beat groovy fatto di campionamenti e citazioni, DOOM riflette sull’arte dell’hip hop, la fama e l’originalità. 

Proprio questa unione di due mondi, tanto differenti quanto complementari, rende OD un cult del rap, ancora oggi in grado di dimostrare la grandezza del suo autore.

Brani consigliati: Doomsday, Red & Gold, Rhymes Like Dimes, Gas Drawls.

MM..FOOD – Rhymesayers Entertainment (2004)

Questo progetto è il “level up” di ciò che siamo soliti chiamare concept album. Spesso l’idea di un concept attorno a cui far ruotare un’intero disco porta con sé quell’idea di intellettualità fine a sé stessa. DOOM invece dimostra come si possa veramente fare rap su qualsiasi cosa se alla base c’è tanto stile. L’album pubblicato nel 2004 propone il cibo come main theme dell’intero viaggio musicale, ed attraverso giochi di parole, come nel caso di Kon Queso, riesce in modo brillante a centrare l’obbiettivo.

Se pensate però che il tutto si risolva a semplici giochi di parole, e che DOOM abbia abbandonato quel lato personale che ha segnato il precedente OD, sappiate che vi syate sbagliatndo di grosso. MMF non è un disco che va preso tanto alla leggera. Se è vero che, per certi versi, il rapper lascia meno spazio al suo lato più emotivo, è altrettanto importante notare che nel disco hanno grande risalto temi “sociali” come i falsi rapporti basati sulla convenienza (in Deep Fried Frenz), l’avidità delle classi più abbienti (in Kon Queso) o la necessità di maggiore leggerezza (in Kookies). 

Insomma, quello che è stato proposto da DOOM è qualcosa di tutt’altro che scontato o superficiale. Il vero punto di forza è la grande immediatezza e lo stile proposto, difficili da trovare in altri dischi rap. 

Brani consigliati: Beef Rap, Kookies, Kon Queso.

Madvillainy – Stone Throw Records (2004)

Chiunque può “fare musica”, creare dei beat e scrivere delle barre, ma solo i veri artisti riescono a creare qualcosa che sia in grado di emozionare e resistere al tempo. DOOM e Madlib fanno parte della seconda categoria, e parlare del loro album collaborativo come “un-buon-disco” è riduttivo in senso assoluto. Madvillainy è un classico del rap – e non solo: un gigantesco manifesto di cosa significa fare musica come gesto artistico. Hip hop, jazz, funk, soul: tutto condensato in una miscela esplosiva che sfida le regole, e si piazza fra i migliori album della prima decade anni 2000.

Tra campionamenti e testi pieni di riferimenti alla cultura pop del periodo, Madlib riesce a miscelare elementi musicali del jazz e del funk, rendendo il tutto diversificato e facendo della varietà l’elemento cardine del tappeto sonoro dell’intero album. DOOM non è da meno: sempre facendo leva sul taglio satirico della propria penna, tocca temi come l’uguaglianza sociale, il potere e la percezione dei media. Lungo I 46 minuti che ci separano dalla conclusione dell’album, ogni brano della tracklist sarà in grado di stupirvi, arricchendo l’ascoltatore grazie alle tante riflessioni proposte e alla proposta musicale assolutamente eterogenea. Un cult.

Brani consigliati: Accordion, Figaro, Raid.

BONUS: Metal Fingers Presents Special Herbs: The Box Set Vol. 0 – 9 – Metalface Records (2006)

Se volete veramente apprezzare l’evoluzione di DOOM nel corso degli anni dovete fare i conti con tutte le sue identità musicali. Perché Daniel Dumile non era solo l’uomo da “la maschera di ferro”: in lui coesistevano tantissime anime, una conoscenza sconfinata della black music e della cultura hip hop. In più, il suo percorso musicale, sin dai tempi dei KMD, lo aveva portato ad essere vicino non solo al mondo delle rime, ma anche a quello delle produzioni. 

Non dimentichiamoci, infatti, che è proprio con suo fratello, DJ Subroc, che DOOM fonda il gruppo KMD. E dopo la morte di quest’ultimo Daniel porterà a termine un intero album. Se Metal Face era uno straordinario rapper, Metal Fingers dimostrava di non essere da meno alle macchine. I 9 volumi di SE dimostrano tutta la grande evoluzione di DOOM, sebbene rimanga costante una certa coerenza interna. 

Zev Love X, MF DOOM, Metal Face, Metal Fingers. Chiamatelo come volete. Daniel Dumile rimane una leggenda del rap contemporaneo. E le leggende non muoiono mai.

Articolo di Gianluca Faliero

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