Pop

Blanco: «”Innamorato” album della transizione, come il sentimento che dura sei mesi»

Incontriamo il cantante a Roma che stupisce sempre con la sua sincerità: “Non credo che questo lavoro rimarrà per sempre come lo pensavo per Blu Celeste”. E poi parla di Mina, Eurovision, linguaggio crudo e degli stadi che lo aspettano a luglio

Autore Silvia Danielli
  • Il14 Aprile 2023
Blanco: «”Innamorato” album della transizione, come il sentimento che dura sei mesi»

Blanco, ha presentato il nuovo album Innamorato. Foto di Chilldays

L’aspetto meraviglioso di Blanco (che va bene, farà anche arrabbiare qualcuno) è la sua incapacità di fingere e di filtrare le opinioni. Per questo, quando qualcuno gli chiede come veda Innamorato, il nuovo disco per Island (Universal) che esce stanotte alle 24 lui risponde: «È un album della transizione. Non sono sicuro che rimarrà qualcosa in futuro come lo pensavo per il precedente Blu Celeste o come credo per L’Amore di Madame. Certo ci tengo, però volevo fare qualcosa di più grande. Per questo è corretto il termine Innamorato per il titolo: non si rimane in quella condizione per sempre. Al massimo sei mesi, poi o finisce o si trasforma in un sentimento più importante».

In un’epoca in cui tutti gli artisti presentano i loro nuovi lavori come capolavori eccezionali dove veramente sono riusciti a toccare l’apice della creatività, Riccardo Fabbriconi, 20 anni appena compiuti a febbraio, racconta con onestà che avrebbe voluto fare «qualcosa di più grosso». Quando nell’album c’è anche un feat. niente meno che di Mina, che non collabora praticamente mai con nessun artista.


Blanco e la collaborazione con Mina per Un briciolo di allegria

Siamo a Roma, in un hotel in zona centrale, e incontriamo Blanco per farci raccontare il suo nuovo lavoro. Nei giorni scorsi ha parlato con la stampa nelle tappe di Firenze e Napoli, dove ha presentato le sue “serenate”, i brani tratti dall’album, in luoghi iconici delle città. Ha iniziato a Pasquetta tra i canali di Venezia, poi Firenze in piazzale Michelangelo e in una traversa di via dei Tribunali a Napoli.

La prima curiosità da soddisfare quindi è proprio quella di questa inedita collaborazione con Mina, di cui si parla da settimane. E lui, sempre decisamente sincero: «È andata in maniera molto semplice. Avevo questo pezzo, Un briciolo di allegria, ma non mi faceva impazzire. Al mio team sì ma per me non era niente di che. Ci siamo detti: magari con un feat. potrebbe migliorare. Così mi han chiesto: chi vorresti? E io ho sparato Mina, anche se sapevo fosse impossibile. Invece Paolo Zanotti ha deciso di provarci e ha scritto al suo entourage. E hanno accettato! Pazzesco: per me Mina è sempre stato un mito assoluto fin da quando sono piccolo».


Blanco, il mercato internazionale e l’Eurovision

La seconda curiosità è su che cosa avrebbe voluto fare in più per Innamorato. «Avrei voluto provarci di più all’estero. Ma non era il momento giusto: bisogna crederci tutti e bisogna avere un progetto credibile da sviluppare nel tempo. Forse la prima cosa che dovremmo fare in Italia è smettere di lamentarci e credere di più in noi stessi».

Qualcuno gli chiede se magari poteva essere sfruttata maggiormente l’occasione dell’Eurovision che per i Måneskin fu determinante. «Credo che loro fossero già forti prima di andarci e che non abbia cambiato più di tanto quello che era il loro destino. Come per Lazza quest’anno: era già forte e non aveva bisogno di Sanremo. Io e Mahmood siamo andati troppo stanchi all’Eurovision. Ritengo che non ci siano nemmeno venuti incontro alle richieste che avevamo fatto. Noi eravamo arrivati alle 2 di notte e ci hanno fatto provare alle 7 del mattino quando comunque avevano altri slot disponibili. Io arrivavo anche da dieci date del tour di seguito. Insomma sì, poteva andare meglio».

Blanco e l’autotune

Laura Pausini nei giorni scorsi ha detto che oggi cantano tutti “cani e porci” grazie all’autotune. «Lo utilizzo per dare una sfumatura in più, come fosse uno strumento, non lo uso come i trapper. Che poi io preferisco sempre quando qualcuno ha qualcosa da dire anche se non canta benissimo».

Il linguaggio crudo

«Preferisco dire le cose in modo carnale, veritiero. Non sopporto il politically correct di questo periodo. Se uno deve dire scopare perché non lo può fare? Dato che tanto lo fanno tutti».


I diversi generi di Innamorato

Innamorato è un album decisamente vario in cui si passa dal pop-punk, ai synth elettronici ossessivi fino a un arioso pop anni ’80. «Il metodo che abbiamo utilizzato io e Michelangelo è sempre lo stesso. Sia che siamo vicino a casa, a Calvagese, sia che siamo a New York. Ci chiudiamo insieme e troviamo la soluzione più adatta. Una cosa che lui non ammetterà mai ed è uno dei motivi per cui io voglio lavorare con lui è che è anche un musicista, non solo un produttore. Quindi gli posso chiedere direttamente di suonarmi qualcosa, alla chitarra o al piano, e lui ha tutt’altra competenza rispetto a chi non lo sa fare».

Chiedere Scusa a Sanremo

Gli viene chiesto se il brano Scusa sia stato dettato da un suo desiderio di chiederlo a qualcuno, magari ancora per l’affaire Sanremo delle rose calciate, che lui non ha mai spiegato alla stampa (ma con un post su Instagram). «Ogni tanto so di essere stronzo, anche se comunque mi sento buono in generale (e guarda il suo team in cerca di approvazione). Sul festival non vorrei più aggiungere niente, se no ci scrivete il titolo! Comunque, a essere sinceri, per Brividi con Mahmood non ho avuto nessun problema. Invece quando è iniziata L’isola delle rose dico solo che ho fatto un chiaro segno di non sentire dall’in-ear ma mi hanno detto di continuare. È andata come è andata, spero di far parlare la musica adesso. Per questo tutte le volte che capisco che da qualche parte di parla più di me come personaggio che della mia musica decido di non andare».

Blanco Innamorato

Blanco ora si sente così: sereno e innamorato? «Sereno direi mai. Innamorato sì, però non volevo parlare dell’essere innamorati di una persona e basta ma del concetto generale, di esserlo delle cose o delle situazioni. Comunque proprio quella sensazione dura davvero poco. Poi si trasforma».

Blanco e gli stadi

Dopo il Blu Celeste tour dei record dell’anno scorso, Blanco terrà due date molto importanti negli stadi la prossima estate (organizzate da Vivo Concerti e Friends and Partners): martedì 4 luglio allo Stadio Olimpico di Roma e giovedì 20 luglio allo Stadio San Siro di Milano.


«Non vedo l’ora di suonare negli stadi: all’Olimpico mi sento anche un po’ a casa perché tifo Roma. E poi voglio alzare l’asticella. Se una persona paga anche 80 euro per venire a vedermi deve tornare a casa soddisfatta e felice. Se ci saranno ospiti? Non so, magari quelli con cui ho collaborato».

Altre collaborazioni da sogno dopo Mina? «Beh, Celentano!».

Share: