Interviste

Annalisa: «Io mi batto per la libertà in senso ampio, da lì deriva tutto»

“Se non c’è armonia nella squadra di lavoro le canzoni possono essere belle ma non sono sincere. E così non rimarranno mai nella storia”. Incontro speciale con un’artista così professionista da sembrare a volte algida e che invece si fa solo troppe domande

Autore Silvia Danielli
  • Il28 Marzo 2024
Annalisa: «Io mi batto per la libertà in senso ampio, da lì deriva tutto»

Annalisa, foto di Nicholas Foals

Annalisa arriva all’appuntamento per la nostra intervista in anfibi alti e tuta nera con cappuccio calato sulla testa, entra nello studio della sua casa discografica, la Warner Music Italia, cercando di non farsi riconoscere da nessuno. Ne esce in tutina sporty D&G e stivali col tacco, capelli rossi perfettamente pettinati e trucco impeccabile. Non si sente bene fisicamente, ha un po’ di febbre ma non si capisce in alcun modo. Lo ha solo confessato poco prima di incontrarmi ma davvero a vederla non si direbbe.

Perché Annalisa è sempre un po’ così. Guerriera, professionista, stakanovista nel suo lavoro. Talmente concentrata nel cercare di non sbagliare da apparire a volte algida su e giù dal palco. Così focused da essere riuscita a raggiungere risultati pazzeschi. Nel 2023 è stata costantemente presente per 10 settimane nella Top 10 della classifica Fimi/GfK ed è stata l’unica donna da sola nella Top 10 dei singoli più ascoltati dell’anno. Terzo posto al festival di Sanremo con Sinceramente che ha chiuso col botto un periodo particolarmente felice iniziato nel settembre 2022 con Bellissima.

Un periodo (o meglio, un vortice, come ci ricorda il titolo del suo album E poi siamo finiti nel vortice) caratterizzato da un sound più elettronico accompagnato ai testi (e a un’immagine) di Annalisa più liberi e sexy. Glielo confessiamo subito: alcune persone la vedono ancora come troppo fredda e distante ma sappiamo che in lei vive anche un’anima tormentata. «Pensavo fosse un problema dei miei inizi, ora non lo sento più, per niente».

Sicuramente è mille volte più sciolta di quando la incontrammo per la prima volta nel 2011. Quando era arrivata seconda ad Amici, e stava per iniziare una carriera memorabile, soprattutto in Italia, arrivando a contare ad oggi 36 dischi di platino e 13 oro. È il momento però di capire a fondo Annalisa, di Carcare (Savona), classe 1985, e di fare proprio un salto temporale ai suoi inizi.

Annalisa-Women-in-Music-Marzo-Aprile-2024-Billboard-Italia

Tutti sanno che si è laureata in fisica, ma lei l’ha mai presa davvero in considerazione come ipotesi di vita? «Mai. Ho sempre voluto seguire una carriera nella musica. Da quando cantavo da piccolina e poi ho creato i miei gruppi alternativi e mi esercitavo a cantare in cameretta. Solo che sono cresciuta in un paesino molto piccolo nell’entroterra ligure e i miei genitori sono due persone molto rigorose, entrambi professori, quindi mi hanno spinto a cercare un piano B nel caso non fosse andata bene. Mi hanno sempre sostenuto ma con realismo. E questo risponde in parte anche alla domanda precedente: se io non mi sento preparata al massimo, preferisco non espormi. È per quello che sembro distante, non è disinteresse».

L’intervista ad Annalisa, protagonista del numero di marzo/aprile

Hai scelto una materia che non è proprio la più semplice: la fisica comunqueè vicina alla musica in qualche modo?
A me piaceva molto. Mi sono anche complicata la vita, perché avrei potuto scegliere qualcosa di legato maggiormente alla musica. Ma avevo bisogno dell’alternativa. Poi certo ci sono delle connessioni, se no non mi sarebbe piaciuta così tanto. Innanzitutto, il fatto che ti porti ad analizzare ciò che hai di fronte. E io lo faccio moltissimo: a partire da me e dalle mie sensazioni. Così nasce il mio processo creativo. Nella mia esistenza mi sono fatta sempre moltissime domande.

Beppe Vessicchio ha detto che hai il senso della musica innato: tu quando lo hai capito?
Da subito, davvero. Da quando avevo 2/3 anni perché cantavo sempre ed ero sempre la prima a buttarmi in tutte le recite. Credo sia anche genetica, e questa attitudine deriva da mia mamma, perché insegna inglese ma suonava, è intonata, con una voce splendida. Anche tra i suoi parenti ci sono tanti musicisti ma nessuno ne ha mai fatto una professione.

Hai dichiarato che tutte le tue canzoni, anche le più felici, nascono da dubbi e domande. Mi faresti un esempio pratico? Sicuro non per Sinceramente perché il testo non è molto allegro.
Eh no! Ahahaha, quella è davvero piena di ombre, con qualche luce, vestita per sembrare scintillante. Un po’ come sono io, se vogliamo. Un esempio è Mon Amour perché nasce da tanti punti interrogativi. Innanzitutto dal chiedersi perché non si può essere liberi come si vuole in amore e nel resto della vita. Perché una persona deve giudicare se questa libertà non lo riguarda nemmeno? Non è un argomento così semplice ma è serio. Credo che sia compito della musica, soprattutto pop deve instillare tanti dubbi e veicolare dei messaggi con semplicità e leggerezza.

Billboard Women in Music 2024 - foto red carpet - Annalisa
Annalisa sul red carpet di Billboard Women in Music 2024 (foto di Michael Buckner)

Nella vita ti è capitato in prima persona di essere limitata nella tua libertà o è un’esigenza che senti per ciò che vedi?
È più un vedere ciò che capita agli altri. Anche se ognuno di noi nella sua vita si è sentito limitato e giudicato per qualcosa. Ma parliamo di un tema davvero più ampio.

Ti capita di litigare o discutere su questo?
Non amo litigare però mi capita di discutere, se vedo che c’è scambio. Se percepisco un muro davanti lascio perdere. Comunque con le canzoni si riesce meglio a parlare! Perché non c’è il confronto.

Il tema della libertà è sempre stato fondamentale per te o ha acquistato più importanza nell’ultimo periodo, da Mon Amour in poi appunto?
L’ho sempre avuto caro ma è emerso di più da lì. Con tutto il lavoro in studio in questi anni ho imparato come farlo emergere al meglio.

Delle tante cause della contemporaneità questo è quello per cui senti di voler combattere maggiormente?
Sì, perché credo che da qui derivi tutto. Preferisco parlare di un tema così ampio come la libertà perché sono sicura che da lì derivi tutto. Anche le guerre e le sopraffazioni. Perché dalla libertà di vivere la sessualità come si vuole si arriva alla libertà di vivere in un paese senza che sia sopraffazione. Però non so se sia il mio ruolo questo, entrare nello specifico, come dicevo anche prima.

Eri d’accordo con gli artisti, Dargen e Ghali, che si sono espressi dal palco dell’Ariston?
Sì, certo. Hanno parlato di un concetto semplice come la pace. Quindi qualsiasi palco è adatto per questa comunicazione.

L’intervista completa ad Annalisa è sul numero di Billboard Italia di marzo/aprile prenotabile a questo link.

Share: