Interviste

Viagra Boys: «Non siamo mai soddisfatti, per noi è d’ispirazione»

La band post-punk svedese scava nei temi più profondi e complessi del suo nuovo album, Cave World, affrontando uno ad uno i mostri della società contemporanea

Autore Billboard IT
  • Il12 Dicembre 2022
Viagra Boys: «Non siamo mai soddisfatti, per noi è d’ispirazione»

Viagra Boys

Cave World è il terzo tassello della discografia dei Viagra Boys, uscito a luglio di quest’anno per YEAR0001. Il titolo è già parecchio eloquente: un mondo di caverne, una società ferma a due milioni e mezzo di anni fa. Una mentalità chiusa, scoraggiata e spaventata, propria di chi fatica a levarsi il paraocchi, i tappi dalle orecchie e il nastro adesivo dalla bocca. Questo è l’immaginario desolante che viene a galla da questo disco — desolante soprattutto perché realistico. Un disco che i Viagra Boys porteranno live anche alla prossima edizione di Sziget.

In occasione dello show previsto per il 15 dicembre al Fabrique di Milano, abbiamo fatto due chiacchiere con Sebastian Murphy, voce della band, per visitare assieme gli angoli più ottusi, freddi e bui di Cave World.


Il vostro nuovo album è un porto sicuro per chiunque cerchi vera e contemporanea denuncia sociale in musica. C’è un messaggio particolare che volete mandare con Cave World?

Pensa prima di parlare. Fai le tue ricerche. Anche se in realtà non stiamo cercando di mandare un messaggio specifico. Semplicemente sii te stesso. Cerca di aiutare gli altri e sii una brava persona.

Dico “vera e contemporanea” perché nel disco ci sono molti temi che toccano profondamente i problemi dei tempi attuali, sia delle generazioni più giovani che di quelle più anziane—l’incel in Troglodyte, ma anche l’uomo ideale, tutto d’un pezzo, di Big Boy, oppure il complottista di Return To Monke, ad esempio. Cosa vi fa più paura, tra i personaggi e le dinamiche che emergono da questo album?

Quello che mi spaventa di più è che ormai online puoi trovare gente che concorda con te potenzialmente su tutto. Alle persone vengono in mente idee assurde e preoccupanti e possono trovare altri duecento falliti con la stessa visione di merda, nel giro di pochi secondi. Non importa se si parla di 5G o qualche stronzata razzista del cazzo. Ho anche paura dell’odio nei confronti dei “media mainstream”. È terrificante.


Quanto credi che la paura incida nella formazione della mente degli individui? Molte persone ascoltano la tua musica, si riconoscono in quello che cantate, ma poi restano nella loro comfort zone.

Il razzismo è 100% paura dell’altro. Hai paura del tuo vicino perché ha un aspetto completamente diverso dal tuo. Non c’è realmente nulla di male nel restare nella comfort zone. Noi siamo qui solo per fare musica, dovremmo fare di più per questo mondo di merda. Studiare per diventare medici o qualcosa del genere. Ma ognuno di noi può solo fare del proprio meglio.

L’immaginario della caverna è molto forte, la prima cosa che mi viene in mente quando ci penso è il mito della caverna di Platone, un mito paradossalmente intriso da un lato di speranza, dall’altro di completa mancanza della stessa. Stando alle condizioni attuali, il mondo ha speranze, oppure rimarremo cechi, incatenati e scettici per sempre?

Voglio dire, il futuro non è roseo. Negli anni ’90, quando siamo cresciuti noi, le cose apparivano più luminose, ma è anche vero che eravamo solo bambini. Ora, tra riscaldamento globale, le vicende che coinvolgono l’Iran e tutto il resto che sta succedendo, è tutto deprimente. Io credo che il mondo sia stato cieco per un po’, ora sta lentamente tornando a vedere di nuovo, ma sembra che sia troppo tardi. Credo che dovremo imparare a vedere da soli.

La Svezia è spesso presa d’esempio, a livello Europeo, come il paese che meglio rappresenta la perfezione della società. Sarebbe interessante ascoltare qualcuno come voi distruggere, o per lo meno de-costruire, questa credenza.

La Svezia è un ottimo paese, solo che ora abbiamo un cazzo di governo di destra (come molti altri paesi in Europa). Abbiamo i nostri problemi.

Diverse tracce in Cave sono prodotte da DJ HAYDN, uno dei producer più visionari e interessanti del panorama musicale del 2022. Com’è lavorare con lui?

È molto bello lavorare con Haydn, è un bravissimo ragazzo, lo adoriamo. Ha portato delle idee davvero ottime per l’album, siamo contenti di aver avuto l’opportunità di portarlo con noi in questo viaggio.


Anche la parte visual ha il suo peso. Vi va di spiegare il concept dietro alla cover? Sembra uno di quegli indovinelli da settimana enigmistica anni ’80.

È in effetti un indovinello. Se lo risolvi vinci biglietti gratis per ogni nostro concerto. Mandaci la risposta per email.

Ultimo, ma non meno importante: siete soddisfatti del vostro album, o c’è qualcos’altro che avreste voluto dire, ma non avete potuto?

Noi non siamo mai soddisfatti. Quando Pharoah Sanders è mancato ho letto una sua intervista, di circa un paio di mesi prima che morisse, nella quale diceva di non essere soddisfatto di alcuna singola cosa che avesse mai pubblicato. Qualcuno potrebbe trovarlo scoraggiante, ma io penso che sia d’ispirazione. Bisogna continuare ad andare avanti. Sempre.

Articolo di Margherita Rho

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