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Cosa ci ha lasciato il rap italiano nel 2023?

Quelli appena trascorsi sono stati dodici mesi importanti per il genere nel nostro Paese: quali tendenze si sono imposte? Cosa ci porteremo dietro nel 2024? Il rap-cap di fine anno

Autore Greta Valicenti
  • Il2 Gennaio 2024
Cosa ci ha lasciato il rap italiano nel 2023?

Cosa ci ha lasciato il rap italiano nel 2023?

Hip Hop Is Dead. Così nel 2006 Nas chiamava il suo ottavo album, riferendosi esplicitamente e provocatoriamente allo stato di salute del genere negli Stati Uniti. «L’hip hop è morto perché noi come artisti non abbiamo più il potere», dichiarerà in un’intervista rilasciata nello stesso anno a MTV. Eppure il disco debutta al primo post della Billboard 200, vendendo solo nella sua prima settimana quasi 356mila copie. Diventando così il terzo album di Nasir Jones, dopo It Was Written (1996) e I Am… (1999), a conquistare il gradino più alto del podio della chart e dimostrando che l’hip hop era in realtà vivo e vegeto.

Ma perché per parlare di come sta l’hip hop nel 2023 partiamo da un disco uscito diciotto anni fa? Semplice. Perché nell’anno in cui ha spento cinquanta candeline, il rap in America ha conosciuto un periodo di crisi – prontamente rientrata – che ha fatto vacillare qualche certezza. Come fa il genere più ascoltato al mondo a non aver mai dominato classifiche come la Billboard Hot 100 e la Billboard 200 per un intero anno solare? Una cosa che non era mai successa dal 1993, anno in cui i Cypress Hill debuttarono al numero 1 con Black Sunday.

A interrompere questo flusso anomalo sono stati artisti altrettanto atipici come Doja Cat con Paint the Town Red, il singolo tratto dal suo ultimo progetto, Scarlet, e Lil Uzi Vert con il suo Pink Tape. E a normalizzarlo ci hanno pensato certezze granitiche come Travis Scott con il suo Utopia e Drake con For All The Dogs.

Nel 2023 il rap italiano ha vissuto una nuova golden age

Ma se dall’altra parte dell’oceano le cose non stavano come previsto, nel 2023 nel nostro Paese il rap italiano ha vissuto una nuova golden age. E non parliamo solo a livello di consumo e mercato. Basti pensare infatti che – per il terzo anno consecutivo – Sfera Ebbasta è l’artista più ascoltato in Italia su Spotify, e che la top ten degli artisti più streammati sulla piattaforma è composta solo da rapper, ad esclusione dei Pinguini Tattici Nucleari all’ottavo posto. Quasi la stessa cosa vale per la classifica degli album, che vede in testa Il Coraggio dei Bambini di Geolier (che domina anche la Top Album FIMI del 2023) e nella quale gli unici artisti non rap sono ancora una volta la band di Bergamo (quinto posto), Marco Mengoni (settimo posto) e Tananai (nono posto).

Ci riferiamo soprattutto di ciò che riguarda il piano nostalgico e di ritorno alle origini, più o meno recenti. Quel passato glorioso che tanto ci ha fatto stare bene e che vogliamo – almeno musicalmente – rivivere. E gli artisti, questo, l’hanno capito. Dal momento che il 2023 è stato l’anno in cui il rap italiano ha attinto a piene mani dai bei tempi andati.

Primo tra tutti Madreperla di Guè e Bassi Maestro (che ne ha curato tutte le produzioni), album uscito agli albori del 2023, un instant classic che è una vera e propria Ode to hip hop fatta da chi di questa roba, in Italia, ha gettato le fondamenta. E ancora Cristi e Diavoli della Lovegang126, un disco allo stesso tempo old school e freschissimo a cui delle classifiche importa ben poco.

Ma nel rap italiano il 2023 è stato anche l’anno delle operazioni nostalgia in tutto e per tutto. Si veda X2VR di Sfera Ebbasta o Pizza Kebab Vol. 1 di Ghali, il cui rimando alla generazione del 2016 è evidentissimo. Per non parlare poi dell’imminente reunion dei Club Dogo (senza dubbio la notizia più importante del 2023 per quanto riguarda l’hip hop nostrano), che con un disco omonimo in uscita e dieci date sold out al Forum di Assago tra marzo e aprile sono pronti a dominare il 2024.

Sfera Ebbasta - nuovo album - X2VR
Sfera Ebbasta, foto di Bogdan Chilldays

Un anno che – dagli indizi sui social e dalle interviste rilasciate – potrebbe regalarci anche altre riconciliazioni. Come quella dei Co’Sang o della Dark Polo Gang (recentemente ospite di One More Time Podcast, Tony Effe ha infatti rivelato che il contratto allora stipulato con la major prevede un altro album del gruppo). La wave nostalgia dunque continuerà anche nei prossimi mesi? Lo scopriremo.

Una nuova scena cruda e introspettiva e il suono di Detroit

Il 2023 è stato come pochi altri l’anno dei rookie del rap italiano. Nerissima Serpe, Tony Boy, Kid Yugi, Artie 5ive (protagonisti del numero di novembre/dicembre 2023 di Billboard Italia).

Sono loro i giovani player che negli ultimi dodici mesi si sono distinti nel gioco, portando non solo un nuovo suono che arriva direttamente da Detroit (plasmato in larga parte da Sadturs & KIID per quanto riguarda Artie 5ive e per Nerissima dall’ottimo Fri2, che – a parare di chi vi scrive – è uno dei migliori producer dell’anno), ma anche un racconto autentico, crudo, introspettivo e – soprattutto – non più metropolicentrico. Senza però lesinare in banger, punchline e rime assestate come si deve, perché i riferimenti dei ragazzi sono tutti super hip hop, come ci hanno raccontato nella nostra intervista. Fabri Fibra, Club Dogo, Marracash, Mondo Marcio, 50 Cent, The Game. Alla faccia di chi dice che i giovani non hanno voglia di studiare la storia.

Il 2023 è stato l’anno della scoperta, il 2024 sarà quello della consacrazione definitiva?

Un precedente con cui fare i conti: il Marrageddon di Marracash

Palazzetti, ippodromi dalle 25mila alle 80mila persone, nel 2024 gli stadi (due date per Sfera Ebbasta a San Siro e altrettante per Geolier al Maradona). E tutto sold out. Se il live è il vero termometro del seguito di un artista, quello del rap italiano nel 2023 ha segnato temperature roventi. Ma ce n’è uno in particolare che da questo momento costituirà un precedente imprescindibile con cui tutti i rapper italiani dovranno fare i conti. Sia dal punto di vista quantitativo (150mila partecipanti tra Milano e Napoli), sia da quello qualitativo per l’imponenza e la minuzia dello show. Stiamo ovviamente parlando del mastodontico Marrageddon, il festival ideato e diretto da Marracash.

Un concerto-evento curato in ogni minimo particolare, dalla scenografia alla set list (in cui nulla è stato lasciato al caso, un vero e proprio racconto del percorso di Marra dalle origini all’Olimpo). Passando per il corpo di ballo, gli arrangiamenti dei brani. E poi i visual, gli effetti speciali e un allestimento ancora mai visto in Italia per un concerto rap.

Insomma, il nostro King ha dato anima e corpo al Marrageddon e ha messo in piedi l’unico show nostrano che al momento può competere con le produzioni internazionali d’oltreoceano. Cosa che prima d’ora era impensabile per un artista che non rientrasse nel circuito pop/mainstream e che rappresenterà un metro di paragone da tenere come faro. Con la speranza di una seconda edizione nel 2024.

Marrageddon - Milano - Marracash
Marracash al Marrageddon di Milano, 23 settembre 2023, foto di Andrea Bianchera

Il 2023 del rap italiano ci ha regalato importanti joint album

Brava Gente di Ensi e Nerone per i fedeli alle punchline e al rap vecchia scuola. Lovebars di Coez e Frah Quintale per i romantici indie e quelli che ancora bazzicano la strada. CVLT di Salmo e Noyz Narcos per gli stomaci forti amanti del gore. Ma anche Bellissimo di Egreen e Sick Budd e Fegato di Nex Cassell e DJ Craim per i devoti dell’underground. Il 2023 per il rap italiano è stato anche l’anno dei joint album, l’oggetto del desiderio di tutti i fan del genere. Cosa c’è infatti di più bello che un intero progetto in cui il sodalizio tra due artisti con una profonda sinergia si consolida e l’uno riesce a tirare fuori il meglio dall’altro? Esattamente come è successo nei dischi sopra citati e in molti di quelli usciti negli anni passati.

E il 2024, da questo punto di vista, potrebbe non essere da meno. Quello appena iniziato, infatti, dovrebbe essere l’anno in cui Luchè e Geolier pubblicheranno il loro joint album (la cui esistenza è stata confermata dai due in prima persona). E chissà che non sia quello propizio anche per Santeria 2. Restiamo in attesa di novità.

salmo noyz narcos joint album CVLT Dario Argento
Noyz Narcos e Salmo, foto di Giulia Parmigiani

Una rappresentanza femminile sempre più solida

Ok, in Italia non saremo ancora ai livelli degli Stati Uniti, dove nel 2023 le rapper hanno letteralmente dominato le scene (dalle certezze Nicki Minaj, che quest’anno ha pubblicato il suo Pink Friday 2, Cardi B e Megan Thee Stallion, alle “nuove leve” come GloRilla, Ice Spice, Latto, Sexyy Red, passando per artiste più ibride come Doja Cat e SZA). Ma anche il rap italiano piano piano sta costruendo una rappresentanza femminile sempre più solida. Premettiamo che la categorizzazione “rapper donna” è abbastanza fallace, poiché implicherebbe che tra le sottocategorie del rap ci sia quello femminile. E, dai, avete mai sentito parlare di rap maschile?

BigMama (che tra poco approderà anche a Sanremo), Lina Simons, Alda, e soprattutto Ele A e Anna. Man mano le donne in Italia stanno finalmente riuscendo a conquistarsi il proprio spazio in un mondo che alle ragazze è sempre appartenuto un po’ poco. Ele A portando uno stile marcatamente old school ma versatile. Per capirci, la ragazza non rappa solo sul boom bap, ma anche – ad esempio – sulla UK garage. E lo fa sempre da Dio. Ha attirato l’attenzione sia dei puristi, sia di chi invece è in continua ricerca di freshness. Il suo role model? Nas. E chissà che nel 2024 la nostra non troppi il suo Illmatic.

Anna, invece, è una hitmaker come mai ne aveva viste il rap italiano senza cedere di un centimetro sulle barre. Provate a pensare ai successi del 2023. Cookies N’ Cream di Guè, Vetri Neri di AVA, Anelli e collane di Artie 5ive, Fashion di Drillionaire, Everyday di Takagi & Ketra, Ciao Bella di Sfera Ebbasta e Petit Fou Fou di Rhove. Cosa hanno in comune tutti questi pezzi? Ecco.

Col tempo Anna ha affinato sempre di più la sua tecnica nel rap, a dimostrare che non è più e solo la ragazzina di Bando ma una rapper forte, con tecnica, knowledge, consapevolezza delle proprie skills e focalizzata sull’obiettivo. La prova del nove sarà nel 2024 con il suo primo disco. Ma siamo piuttosto certi che la nostra baddie preferita la supererà a pieni voti.

Anna
Anna, foto di Federico Earth
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